Congressi

Congressi del Partito Socialista Italiano

Atto Fondativo

PARTITO DEI LAVORATORI ITALIANI

Al Congresso di Genova, riunito nella Sala Sivori fu consumata la separazione tra anarchici e socialisti. Questo avvenne tra il 14 e il 15 agosto 1892. Nella sala dei “Carabinieri genovesi”, il corpo dei fucilieri garibaldini ci fu la fondazione del Partito dei lavoratori italiani.

In settembre, il Partito dei Lavoratori Italiani si riunisce a congresso, nella città di Reggio Emilia, dove assume il nome di Partito Socialista dei Lavoratori Italiani (PSLI). Nel maggio dello stesso anno, in Sicilia, si contano 162 “Fasci” riuniti in una Federazione socialista siciliana.

Al 3° Congresso del Psi (Tenuto in clandestinità a causa dello scioglimento per decreto voluto da Crispi, il partito assume la denominazione di Partito Socialista Italiano).

La maggioranza conferma la struttura unitaria e non federale da dare al PSI e le decisioni prese al precedente congresso di Parma del gennaio 1895 circa l’appoggio elettorale da assicurare ai candidati che accettino “il programma minimo del partito”.

Al V congresso nazionale del PSI è approvato all’unanimità un ordine del giorno presentato da Anna Kuliscioff ed Ettore Reina, che riguarda l’atteggiamento del partito “di fronte al movimento economico del proletariato”.

VI congresso del Partito socialista, il primo dopo le persecuzioni del 1898. La tendenza riformista di Leonida Bissolati, Andrea Costa, Filippo Turati e Anna Kuliscioff prevale su quella intransigente di Enrico Ferri.

Vi partecipano i delegati di oltre 1.300 sezioni italiane. Si affrontano l’ala rivoluzionaria di Labriola e Ferri e quella riformista di Turati, Treves e Bonomi. L’ordine del giorno finale, approvato a maggioranza, afferma che l’azione del Partito Socialista è “riformista perchè rivoluzionaria, è rivoluzionaria perchè riformista”.

Nella sala del Bibiena del Teatro Comunale, che ospita la kermesse, campeggia un grande ritratto di Carlo Marx. Sono presenti 884 delegati, in rappresentanza di oltre 30 mila iscritti.

Emerge la nuova corrente integralista, capeggiata da Oddino Morgari e sostenuta da Enrico Ferri, che tenta un’opera di mediazione tra l’ala rivoluzionaria e quella riformista.

Il gruppo riformista riprende la direzione del partito, grazie all’accordo con una parte dell’ala massimalista e all’appoggio dei dirigenti della CGdL.

All’XI° congresso nazionale del Psi, che si tiene a Milano, si discute sull’eventualità di creare un partito del lavoro, sul modello del partito laburista inglese, inteso come una rappresentanza parlamentare direttamente emanata dal sindacato.

Il XII congresso nazionale (straordinario) del PSI, che si tiene a Modena, mette in evidenza la frattura irreversibile fra i riformisti di sinistra, come Filippo Turati e Giuseppe Emanuele Modigliani, decisi a passare all’opposizione per protestare contro la guerra coloniale…

Il XIII congresso del PSI segna una svolta nelle vicende del socialismo italiano. A nome della corrente rivoluzionaria, Benito Mussolini presenta una mozione, approvata con una maggioranza limitata, che proclama l’espulsione dal partito di Bissolati, Bonomi, Cabrini, per l’omaggio reso al re il 14 marzo.

Si afferma ancora la corrente rivoluzionaria, che conferma la tattica elettorale intransigente.

Al XV congresso del Psi che si tiene a Roma, prevale la corrente intransigente.

Prevale la linea dei massimalisti guidati da Giacinto Menotti Serrati che afferma il superamento del programma riformista e la necessità di agire in vista della presa del potere da parte del proletariato.

Durante il congresso del PSI l’ala comunista, guidata dal gruppo torinese dell’Ordine Nuovo e dai seguaci di Bordiga, abbandona i lavori e si riunisce al teatro San Marco: il 21 gennaio nasce il Partito comunista d’Italia.

Il XVIII Congresso del Partito Socialista Italiano si tenne a Milano dal 10 al 15 ottobre 1921, a pochi mesi dal drammatico Congresso di Livorno che aveva segnato la scissione tra socialisti e comunisti e la nascita del Partito Comunista d’Italia.

A Roma nel salone del Teatro del Popolo alle 10 si apre il XIX Congresso del Partito Socialista, con il saluto del segretario Fioritto alla Direzione. I delegati presenti sono circa 200.

In aprile, si apre il XX congresso socialista a Milano, che vede la sconfitta dei “fusionisti”.

Si apre il XXI congresso socialista in esilio. Nel 1930 PSI e PSU, sotto la spinta di Nenni e Saragat, si unificarono in un unico organismo che riprende il nome di Partito socialista italiano (PSI).

Nel XXII Congresso del PSI-IOS*, svoltosi in esilio a Marsiglia nell’aprile del 1933, Nenni fu eletto per la prima volta segretario politico del Partito socialista, sostituendo il suo predecessore Ugo Coccia, morto il 23 dicembre 1932.

Viene Approvato il programma presentato dal segretario Nenni, confermata l’unità d’azione con i comunisti nella prospettiva della costruzione di un fronte popolare di lotta contro il fascismo esteso anche ai massimalisti e a Giustizia e Libertà.

Aspro confronto fra «fusionisti», «autonomisti» e «gradualisti». Al centro della discussione il rapporto con il PCI. La mozione firmata da Nenni, Morandi e Basso, su cui confluisce l’area «fusionista» mozione Lizzadri, Tolloy, Mancinelli, che sostiene l’alleanza con il PCI, ottiene il 46%.

Si svolge all’ Università la Sapienza di Roma il XXV congresso del PSIUP . Si fronteggiano due linee. Nenni che sostiene la collaborazione con il PCI e una scelta neutralista in politica estera. Saragat che propone una linea di autonomia dal Pci e posizioni filoatlantiche.

Al cinema Astoria di Roma si svolge il XXVI Congresso. Si vota a favore del Fronte democratico popolare e per la presentazione di liste unitarie con il Pci.

Sul Congresso pesa la sconfitta del «Fronte» nelle elezioni 18 aprile. Si dimostra la difficoltà di costruire una maggioranza nel partito. Al Congresso prevale la linea di autonomia dal PCI.

Il Congresso di Firenze segna la sconfitta della Direzione uscente. Prevale con il 51% la sinistra di Nenni e Morandi. Nenni viene eletto segretario e Sandro Pertini direttore dell’Avanti!

Si svolge a Bologna, dal 17 al 21 gennaio, il 29° Congresso nazionale del Partito socialista italiano (PSI). Il prevalere della sinistra di Nenni, Morandi e Pertini avvicina la politica socialista alle posizioni di Togliatti e del Partito comunista.

Pietro Nenni ribadisce la politica della «alternativa socialista» e il neutralismo in politica estera . Il Congresso decide che il partito si presenterà alla prossime elezioni politiche con il proprio simbolo.

Il Congresso si svolge a pochi giorni dalla sconfitta della CGIL nelle elezioni delle commissioni interne alla Fiat. Pietro Nenni, con il consenso di Morandi e le riserve di Basso e Lussu, avvia il dibattito sull’ apertura a sinistra verso la DC, per un governo che promuova una politica riformatrice.

Dopo il XX Congresso del PCUS e i fatti d’Ungheria, Nenni prosegue nella sua condanna dell’URSS e la sua critica al PCI e si va sempre più precisando l’obiettivo dell’apertura a sinistra verso la DC e dell’unificazione con il PSDI.

Il Congresso, nonostante, la vittoria della linea di Pietro Nenni e della sua corrente, “Autonomia”, non scioglie il nodo del rapporto con la DC. La relazione non si sbilancia sulle prospettiva, conferma l’autonomia del PSI dal PCI.

Pietro Nenni nella relazione introduttiva ripropone la possibilità dell’appoggio del PSI ad un nuovo governo di centro sinistra, affronta il tema delle riforme e della lotta agli squilibri territoriali e sociali.

Il dibattito precongressuale vede la contrapposizione fra la corrente di «Autonomia socialista», tornata unita dopo la spaccatura del 17-18 giugno, e la corrente di «Sinistra socialista» nella quale sono confluite le correnti di Tullio Vecchietti e Lelio Basso. Infine la mozione Per l’unità del Partito presentata da Sandro Pertini.

Tema fondamentale del Congresso la riunificazione socialista. Nei precongressi quasi l’ottanta per cento dei voti agli autonomisti del PSI. Alla sinistra il 17 per cento.

Riunificazione socialista dopo che nei giorni precedenti i congressi del PSI e del PSDI ne avevano definito l’obiettivo.

PSU – I Congresso, Roma. (XXXVIII Congresso PSI) Si decide di tornare alla vecchia denominazione di Partito socialista (PSI) L’accordo fra «Autonomia socialista» di Nenni e Giacomo Mancini e «Rinnovamento socialista».

A Genova si svolge il XXXIX Congresso del PSI. Si stabilisce l’alleanza fra la corrente autonomistica di Pietro Nenni e i sostenitori di Francesco De Martino. Il congresso si pronuncia per una ripresa del centro-sinistra.

40° Congresso nazionale del PSI all’insegna dell’”alternativa a sinistra con al centro i socialisti”.

Al 41° Congresso, svoltosi a Torino, l’alleanza tra gli autonomisti e la sinistra lombardiana conta sul 63% dei consensi congressuali. Craxi viene riconfermato segretario, Claudio Signorile è vicesegretario unico. A Torino viene lanciata la “Strategia dell’Alternativa”.

Nel 1981, al congresso di Palermo, il segretario Bettino Craxi ottiene il 70 % dei consensi del partito. Obiettivo del partito non farsi schiacciare fra democristiani e comunisti.

Dall’11 al 14 maggio 1984 si tiene a Verona il 43° Congresso nazionale del Psi e Craxi viene riconfermato segretario per acclamazione dai delegati.
Enrico Berlinguer segretario del Partito Comunista Italiano viene accolto con ostilità dai delegati socialisti.

Nel 1985 il PSI rimuove la falce, il martello, il sole e il libro dal proprio simbolo per rimarcare la sua intenzione di costruire una sinistra alternativa. Il 5 aprile 1987 Bettino Craxi chiude a Rimini il XLIV Congresso del Partito Socialista Italiano, che si era aperto il 31 marzo; Craxi viene riconfermato segretario.

A Milano nell’ex fabbrica dell’Ansaldo si svolge il XLV Congresso del PSI . Bettino Craxi è confermato per la sesta volta segretario. L’assise pone il problema del riformismo socialista.

A Bari il Psi celebra il XLVI Congresso è un congresso straordinario. La scelta cadde su Bari poichè all’epoca risultò essere, relativamente alla geografia politico-elettorale, la città più socialista d’Italia.

Il XLVII congresso, svoltosi l’11 e il 12 novembre 1994, decise a maggioranza lo scioglimento definitivo del Psi.