25 APRILE IO CI SARO’

Gentile Presidente Lorenzo Mazzoli – sez. ANPI Adele Bei , Cosidero quanto mai opportuna la vostra iniziativa in generale, ma oggi in particolare di fronte alla grave sconfitta della sinistra e all’avanzamento di movimenti di estrema destra che non possono, anche per i consensi raccolti, non preoccupare per le sorti del nostro Paese. A questi fatti si aggiugono gli orientamenti che si registrano in alcuni ambienti scolastici dove pare che la memoria della Resistenza e i valori della Democrazia siano sempre meno diffusi. L’antifascismo non deve essere musealizzato, ma deve essere attualizzato e diffuso sopratutto nelle scuole per evitare che nasca una generazione che consideri quei valori superati dal tempo. Pertanto alla iniziativa del 25 aprile aderisce il movimento socialista: Sempre Avanti per il Socialismo XXI secolo. Noi ci saremo! Il Coordinatore nazionale Aldo Potenza   SocialismoItaliano1892E’ un progetto che nasce con l’intento “ambizioso” di far conoscere la storia del socialismo italiano (non solo) dei suoi protagonisti noti e meno noti alle nuove generazioni. Facciamo comunicazione politica e storica, ci piace molto il web e sappiamo come fare emergere un fatto, una storia, nel grande mare della rete. www.socialismoitaliano1892.it

LA SCELTA DELLA AUTONOMIA PER L’AFFERMAZIONE DEI SOCIALISTI

di Aldo Potenza C’è chi sostiene che l’autonomia socialista non sarebbe nelle attuali condizioni una proposta, ma solo una utopia. Mi permetto di osservare che la differenza di opinioni dipende da ciò che si ritiene indispensabile per la presenza e la crescita di un Partito. Se lo strumento prioritario è rappresentato dalla presenza parlamentare, anche a prescindere da come questa viene conquistata, allora c’è poco da discutere, oggi quell’obiettivo con l’autonoma presenza del simbolo non è perseguibile. Voglio solo aggiungere che questa esperienza è stata già sperimentata e la conquista dei seggi parlamentari ottenuti al prezzo della ospitalità nelle liste altrui ha reso il partito succube della scelta e timoroso di compiere azioni che potessero rompere il vincolo con il partito ospitante. Conseguenza: nessuna autonomia, ma nessuna crescita elettorale, anzi perdita della funzione politica che significa irrilevanza e ulteriore sudditanza. Non ci vuole molto a capire che in queste condizioni il futuro è segnato ed è la scomparsa del partito e delle ragioni della sua esistenza. La seconda scelta per evitare questo epilogo è la valorizzazione della proprie idee, senza porsi nell’immediato futuro l’obiettivo di chi e se qualcuno sarà eletto in Parlamento. Obiezione: ma così scompariamo. No. Un partito vive se sa interpretare e dare credibili risposte ai bisogni delle persone che intende rappresentare e difendere. Il mezzo è certo anche il Parlamento, ma questo va conquistato grazie al consenso di chi ci segue e sostiene trovando nella nostra azione politica la risposta alle loro ansie e alle loro speranze. Oggi, anche senza grandi mezzi finanziari, senza il sostegno dei media, c’è la rete dei social che consente di diffondere idee e di stabilire legami e poi, come sempre è stato, le iniziative territoriali che consentono la crescita di un movimento che può diventare partito nazionale. Se così non fosse dovremmo concludere che nulla è modificabile se non con la volontà dei partiti o movimenti già esistenti. Il problema è il tempo necessario per raggiungere con l’autonomia lo scopo di dare rappresentanza parlamentare agli elettori che ci seguono, vero ci vuole costanza e tempo, ma i socialisti non partono dal nulla, sono figli di una grande storia italiana ed europea e oggi sono presenti persino nella patria del neoliberismo con Sanders. Ciò che occorre è tanta passione, perseveranza e pazienza. Oggi di fronte alle macerie di una sinistra tradita e confusa i socialisti sono gli unici ad avere storia della quale andare orgogliosi ed identità forte. Serve non pensare a successi immediati, ma avere il coraggio di impegnarsi senza chiedere nulla per se, ma tanto per il proprio paese e per i troppi cittadini che vivono nella emarginazione e povertà. Questa è la missione dei socialisti. SocialismoItaliano1892E’ un progetto che nasce con l’intento “ambizioso” di far conoscere la storia del socialismo italiano (non solo) dei suoi protagonisti noti e meno noti alle nuove generazioni. Facciamo comunicazione politica e storica, ci piace molto il web e sappiamo come fare emergere un fatto, una storia, nel grande mare della rete. www.socialismoitaliano1892.it

QUALCHE APPUNTO SULLA INIZIATIVA DI LIVORNO

Livorno 24 marzo 2018: nulla era scontato; abbiamo lavorato per tre mesi incessantemente, ma sapevamo le difficoltà che avremmo incontrato. Eravamo convinti del disastro del Pd, anche se la realtà ha superato le previsioni; avevamo dichiarato da subito l’errore di LeU sostenendo che era un cartello elettorale blindato a difesa di un ceto parlamentare e non un nuovo progetto politico; abbiamo valutato la scarsa presa elettorale e i limiti del progetto di PaP; ma non potevamo prevedere la risposta di una comunità socialista che è stata chiamata a raccolta tante volte rimaste poi senza seguito o in occasione di appuntamenti elettorali. Questa volta non ci sarebbero state elezioni e candidati da sostenere, non c’erano leader a presiedere l’incontro; erano semplici militanti socialisti che si rivolgevano ad altri come loro decisi a non rassegnarsi all’idea del declino senza speranza del socialismo italiano. Così con tanta speranza, ma anche con trepidazione per la risposta all’appello , siamo arrivati al 24 marzo. Bene la risposta è stata grandiosa sia per i numerosissimi compagni arrivati, sia per i tantissimi interventi pronunciati, ma ciò che più conta è la maturità delle analisi compiute. Nessuna stizzosa polemica rivolta al nostro recente passato, attenta valutazione delle difficoltà del presente, grande consapevolezza della necessità di ricomporre la comunità politica socialista inclusiva, ma saldamente ancorata ai principi socialisti, nessun cedimento verso indistinti contenitori genericamente di sinistra, ma dichiaratamente socialisti. Nessuno dei partecipanti ha smarrito la memoria del proprio vissuto politico, ma questo è stata una miniera di conoscenze che ha alimentato la consapevolezza di appartenere ad un unico filone culturale e politico che può trovare capacità politica e operativa nell’unità. Sia in alcuni interventi, sia nelle conclusioni il ricordo è andato ai nostri predecessori da Turati, come era ovvio, a Craxi. Ci siamo lasciati con un documento che riassumendo il dibattito ha individuato il perimetro politico e culturale della nostra azione e con un ordine del giorno che indica il percorso che insieme seguiremo per contribuire a riportare il socialismo italiano alla ribalta della politica nazionale. Cosa aggiungere se non un sincero grazie compagni ora ci attende un grade lavoro, con voi ce la faremo. Un abbraccio a tutti. Aldo Potenza SocialismoItaliano1892E’ un progetto che nasce con l’intento “ambizioso” di far conoscere la storia del socialismo italiano (non solo) dei suoi protagonisti noti e meno noti alle nuove generazioni. Facciamo comunicazione politica e storica, ci piace molto il web e sappiamo come fare emergere un fatto, una storia, nel grande mare della rete. www.socialismoitaliano1892.it

LETTERA DI RINO FORMICA ALL’ASSEMBLEA SOCIALISTA DI LIVORNO

Care compagne e cari compagni, pubblichiamo una bella lettera di Rino Formica per i saluti che l’Assemblea di Livorno gli ha inoltrato tramite Dario Allamano e Daniele Del Bene. Caro  Dario, ti ringrazio per il messaggio fraterno che mi hai trasmesso tramite Daniele. Sei stato molto generoso perché la sconfitta dei socialisti non  venne soltanto per forza  dell’antisocialismo di destra e di sinistra, ma fu anche il prodotto di un  lento dissolversi del gruppo dirigente del PSI negli anni ’80. Spetta a Voi e ad una nuova generazione riallacciare i fili spezzati. Tra qualche giorno uscirà la mia testimonianza: “PRIMA REPUBBLICA: UNA STORIA DI FRONTIERE”. Spero di aver scritto qualcosa che possa servire a capire e a far capire. Grazie, affettuosità Rino Formica   — Caro Rino, ti ringrazio molto per le tue belle parole. Concordo con te che la colpa non fu solo degli altri ma anche nostra. Non mi stanco mai di ricordare ai compagni una tua fulminante frase che pronunciasti nel 1983 (epoca scandalo Zampini) sulle scale della federazione di Torino in corso Palestro 10: “Il convento è povero ma i frati sono ricchi“. Se il Partito avesse dato ascolto a quella tua frase forse non ci saremmo trovati a fine anni ’80 un partito pieno (sempre copyright tuo) di “nani e ballerine“. Nel 1992 l’esito fu quello (la grande fuga) perchè il PSI era ormai un partito fragile dal punto di vista ideale, politico ed organizzativo. Ti ringrazio ancora perchè allora tu fosti uno dei pochissimi “generali” che stettero sul campo, non fuggirono e consentirono a noi di credere che il socialismo non era morto. Con i miei più fraterni saluti Dario Allamano SocialismoItaliano1892E’ un progetto che nasce con l’intento “ambizioso” di far conoscere la storia del socialismo italiano (non solo) dei suoi protagonisti noti e meno noti alle nuove generazioni. Facciamo comunicazione politica e storica, ci piace molto il web e sappiamo come fare emergere un fatto, una storia, nel grande mare della rete. www.socialismoitaliano1892.it

COMUNICATO DEL COMITATO DEI GARANTI

Care compagne e cari compagni, L’Assemblea di Livorno ha avviato un percorso politico che in quest’anno avrà due steps fondamentali: 1- Costituzione (e/o rafforzamento) dei circoli per l’Unità e l’Autonomia del socialismo italiano almeno in ogni città capoluogo di provincia, e costituzione dei coordinamenti regionali; 2- Conferenza nazionale per il Programma da tenersi a Rimini nel mese di novembre e che avrà quale tema portante il Lavoro 4.0 Per garantire l’ordinato svolgimento e la preparazione di questi importanti passaggi, l’assemblea ha deciso di nominare un Comitato di Garanzia, formato dai compagni/e che in questi mesi hanno coordinato i lavori preparatori di Livorno 2018. Si tratta di un comitato pro-tempore e destinato a restare in carica sino alla conferenza di Rimini, i nomi sono riportati in calce alla presente. Inoltre, sulla base dei problemi emersi durante la discussione e che sono di primaria importanza, è stata avviata la costituzione di alcuni gruppi di lavoro specifici, per l’analisi e la formulazione di proposte politiche relative a tre questioni importanti: – Giovani – Donne – Lavoro Entro la prossima settimana il Comitato dei Garanti provvederà a formulare delle proposte organizzative in merito ai GdL. Per intanto grazie a tutti gli intervenuti a Livorno e a risentirci a presto. Per il Comitato dei Garanti Il coordinatore Aldo Potenza   COMITATO DEI GARANTI pro tempore Massimo Bianchi (LI)  bianchimassimo@hotmail.it Nicola Cariglia (FI) n.cariglia@gmail.com Marzia Casiraghi (TP)  casiraghimarzia@gmail.com Sergio Labonia (Roma)  sergio.labonia@fastwebnet.it Bruno LoDuca (VB)  oducaburlon@gmail.com Turi Lombardo (PA)  info@turilombardo.it Giampaolo Mercanzin (PD)  giampaolomercanzin@libero.it Aldo Potenza (PG) (coordinatore)  aldo.potenza@tin.it Dario Allamano (TO) (resp. Organizzazione)  allamano@gmail.com Vincenzo Lorè (TA) (resp. Comunicazione)  genova1892@libero.it SocialismoItaliano1892E’ un progetto che nasce con l’intento “ambizioso” di far conoscere la storia del socialismo italiano (non solo) dei suoi protagonisti noti e meno noti alle nuove generazioni. Facciamo comunicazione politica e storica, ci piace molto il web e sappiamo come fare emergere un fatto, una storia, nel grande mare della rete. www.socialismoitaliano1892.it

LIVORNO 2018. CONTRIBUTO POLITICO DELL’ASSEMBLEA GENERALE DEI SOCIALISTI

LIVORNO 2018 – LA STORIA E’ L’AVVENIRE APPELLO PER L’UNITA’ E L’AUTONOMIA DEI SOCIALISTI Care compagne e cari compagni, l’analisi, anche se sommaria, del voto alle elezioni politiche, di esito disastroso per chi pretendeva di rappresentare il mondo dei socialisti, ci fa pensare che tale esito nasca fondamentalmente dalla mancanza di una proposta politica chiara, e quindi dall’assenza di un collante per l’identità socialista. Da Livorno lanciamo una proposta politica chiara: impegno per l’unità, con un’identità socialista chiaramente contrapposta alle logiche del turbo-capitalismo e del neo-liberismo, e l’appartenenza al socialismo democratico riformista italiano ed europeo. Deve essere politico, quindi, il percorso su cui consolidare e rilanciare un nuovo progetto socialista con coerenza di comportamenti; anche perché il voto delle scorse elezioni è un atto di sfiducia verso una totale assenza di intenzioni e prospettiva, ed impone una reazione in termini di consolidamento e fidelizzazione dell’elettorato socialista senza casa. Ai compagni offriamo un progetto tutto basato sull’iniziativa politica, sulla costruzione di condizioni nuove dell’operare politico, e sulla convinzione che la crisi del sistema politico e delle alleanze che lo esprimono sia sempre più avanzata. A chi crede nell’unità dei socialisti come valore, obiettivo e impegno, prospettiamo una battaglia politica che determini la rinascita dell’autonomia socialista nella sinistra. Ovviamente, il nostro orizzonte di sinistra non può fare riferimento ad un’area residuale: occorre ricostruire un vasto orizzonte di sinistra in Italia, chiedendo il contributo di tutte le realtà associative e politiche socialiste organizzate, delle espressioni sindacali, culturali, sociali, e dei singoli appartenenti all’area socialista anche se collocati in altre formazioni della sinistra. Da questa base costitutiva, si deve estendere l’invito ai laici, e agli ambientalisti, tutti naturali compagni di lotte politiche. La proposta che facciamo è quella di lanciare un progetto politico che faccia chiaro riferimento al socialismo e non solo ai socialisti: aperto ad ogni possibile apporto delle espressioni della società civile, della cultura e delle comunità politiche, ma chiaramente identificato come soggetto politico socialista. Niente quindi adesioni sotto forma di gruppi e gruppetti in forme federative e confusionarie, ma un soggetto che sia luogo di dibattito politico, capace infine di sintesi e proposte originali. Per questa ragione crediamo che oggi si debba dare vita ad un coordinamento nazionale aperto a presenze ed istanze in movimento, espressione di un unico progetto politico. A questo coordinamento il compito di lanciare una campagna di adesioni che consenta, nell’arco di un ragionevole arco temporale, di arrivare ad un congresso fondativo, alla promulgazione di uno statuto, alla organizzazione di un partito. In ordine temporale, il primo problema è come affrontare le elezioni amministrative di primavera e quelle per il Parlamento europeo del prossimo anno. In vista delle europee, dobbiamo lavorare da subito per presentare alle amministrative, ovunque sia possibile, una lista socialista, la più ampia e rappresentativa possibile. Sono problemi concreti di immediata agibilità, che danno senso pragmatico al disegno generale di avviare un autentico lavoro di ricerca delle nuove radici della rappresentanza politica e delle sue finalità e strategie, favorendo lo sviluppo di quelle idealità forti, di quei disegni lungimiranti che possono coinvolgere e suscitare partecipazione ed entusiasmo: partendo dall’autonomia socialista nella sinistra, dal rifiuto di questo tripolarismo malriuscito e dalla consapevole azione per il suo superamento, dalla negazione che il cosiddetto Partito Democratico esaurisca al suo interno la realtà e le prospettive della sinistra, dalla riconferma dei valori politici e di riferimento del socialismo democratico italiano ed europeo. I socialisti non hanno il “cuore altrove” nella politica italiana, ma sono l’espressione più autentica della sinistra che fa della progettualità e delle idee la propria forza. Il problema della ricomposizione dei socialisti è la conseguenza del disfacimento del sistema politico che si è cercato di costruire in questi dieci anni, e dell’emergere con forza dell’esigenza di grandi identità politiche in grado di riflettere le tensioni e le istanze della vita culturale e civile del paese. Memoria e progetto, abbiamo già scritto in altre occasioni, sono le condizioni di una grande politica. Unificazione dei socialisti e ricomposizione della sinistra riformista italiana, di questa importante componente della democrazia del nostro paese, devono essere un obiettivo politico, che non conosce limiti opportunistici e temporali. Non possiamo rinviare il tavolo del confronto su questi temi a dopo le elezioni amministrative o europee: le occasioni non si ripetono, e perdere quest’onda montante di interesse e di passione che sembra accompagnare un possibile ritorno in campo dei socialisti come soggetto politico protagonista, può essere una colpa grave e non perdonabile. Nella sinistra italiana i socialisti hanno rappresentato la forza del progetto e della governabilità. In una politica così povera di progettualità ed incapace di governabilità, c’è un vuoto che noi socialisti possiamo e dobbiamo riempire. I socialisti riuniti a Livorno auspicano che nel Psi si apra una profonda riflessione sul futuro del Psi capace di favorire l’unità dei socialisti italiani. L’assemblea rivolge inoltre un appello a tutti i socialisti ovunque collocati, affinchè si uniscano al tentativo di creare in Italia un movimento politico ampio, capace di aspirare al governo con i connotati del socialismo democratico e riformista. Livorno, 24 marzo 2018     LIVORNO 2018. CONTRIBUTO POLITICO DELL’ASSEMBLEA GENERALE DEI SOCIALISTI Il testo sottoriportato è una sintesi politica dei tanti interventi svolti a Livorno ed è la base politica per una analisi obiettiva della situazione economica, politica e sociale dell’Italia Viviamo da oltre 40 anni in un mondo dominato dalle idee monetariste e neoliberali di Milton Feedman e George Stigler entrambi grandi protagonisti della scuola neoliberista di Chicago. Se per un verso la globalizzazione guidata dalla ideologia neoliberale ha rappresentato una occasione di sviluppo in alcune aree di sottosviluppo economico, la deregolamentazione dei mercati e la concorrenza fra sistemi sociali e politici molto diversi ha, di converso, prodotto, nell’occidente industrializzato e dotato di avanzati sistemi di protezione sociale, precarizzazione del lavoro, vaste aree di povertà, l’arretramento delle conquiste sociali, l’aumento dell’indebitamento pubblico e privato e le diseguaglianze nella distribuzione del reddito. La sinistra di fronte alla aggressiva egemonia delle idee neoliberali non ha saputo elaborare una proposta alternativa e spesso …

LE TRE TAPPE DEI SOCIALISTI

Alcuni compagni sono perplessi, preoccupati, anche delusi per l’esito della segreteria allargata ai segretari regionali. Vorrebbero capire meglio le prime indicazioni che ne sono scaturite. Avrebbero bisogno di qualche novità anche all’interno del partito che per ora non sono state prodotte. Vediamo di contribuire a chiarire e di fornire qualche idee per l’immediato futuro. Il risultato elettorale della lista Insieme é stato desolante. Assai peggiore di quanto non avessero previsto i peggiori sondaggi. Ma tutto il gruppo dirigente é responsabile di quella scelta, che aveva un’unica alternativa concreta e cioè quella di presentare una lista solo col simbolo del Psi. Nessuno é in grado di garantire che la scialuppa di bandiera, nel mare in tempesta prodotto da un tsunami senza precedenti, avrebbe evitato lo stesso naufragio. Tale responsabilità avrebbe dunque dovuto essere condivisa con l’intero gruppo dirigente e alle dimissioni di Nencini potevano, forse dovevano, seguire quelle dell’intera segreteria, da dare dinnanzi alla direzione o al consiglio nazionale. Si é preferito limitare il tutto a dimissioni del solo segretario subito respinte (la logica della corresponsabilità era ineccepibile) dalla segreteria e dai segretari regionali. Procediamo così. Il segretario riconfermato (d’altronde solo un congresso può eleggere un nuovo segretario) dovrà ora presentarsi al Consiglio nazionale esponendo le tappe di un percorso che ci porterà, alla fine, a decidere il nostro futuro in un congresso nazionale. Avanzo alcune idee, legate a un cammino che si compone di tre tappe. La prima é quella che attiene alla trasformazione della nostra compagnia. Non ripeto ancora le caratteristiche del carattere tridimensionale della nostra comunità socialista, fatta di storia-editoria, di amministratori locali e di politica. Le prime due dimensioni possono vivere senza la terza? Non credo. Cosi come la terza sarebbe vuota senza le prime due. Ma le prime due dimensioni non é detto che debbano vivere solo in questo Psi e non in un contenitore più vasto. Possono vivere in questo Pd? Non credo. L’iconografia del Pd, quella continuamente esaltata non solo attraverso i quadri delle sue sezioni, ma anche nel racconto delle sue origini, che esalta la storia comunista italiana e solo in parte quella democristiana, non ci appartiene. Io che sono stato craxiano non posso ammettere che avesse ragione Berlinguer. Se non ci unisce la memoria e l’edificio politico é distrutto, dove mai dovremmo entrare. In una casa, d’altri, che non c’é più? Dunque la prima tappa é un allargamento dei nostri confini di partito a tutti coloro che si definiscono socialisti italiani, che intendono collegarsi alla nostra storia oggi cosi manomessa, quando non ignorata. Apertura a tutti coloro che ci hanno lasciato, a coloro che non sono iscritti, anche a coloro che sono i più critici con la conduzione del nostro piccolo partito e che si trovano la prossima settimana a Livorno e a tutti coloro che hanno promosso circoli, movimenti, sezioni autonome. Il Psi deve essere la casa di tutti costoro. Ma può diventare la casa anche di chi, da socialista italiano, ha scelto di militare in altri partiti, sul modello della forma partito che quel gigante di Marco Pannella aveva voluto dare al suo. Penso che radicali come Turco, Bernardini e D’Elia, socialisti italiani ed europei come Pittella e Nannicini potrebbero tranquillamente essere anche con noi. E non mi fermerei solo a loro. Un partito-comunità aperto e non burocratico composto da tutti i socialisti italiani. Utopia? Vedremo. La seconda tappa é costituita dall’allargamento del nostro perimetro. Della lista Insieme recupererei la convergenza programmatica con gli ambientalisti nella consapevolezza che liberalsocialismo ed ecosocialismo debbano necessariamente oggi incontrarsi per rendere più moderna e attraente la stessa versione del socialismo del Duemila. Una federazione tra socialisti, verdi e radicali (vedremo se oltre ai pannelliani sarà possibile, oggi non lo è, includervi anche Emma Bonino e i suoi europeisti) è possibile sol che lo vogliamo. Servirebbe per costruire un polo più ampio dell’area coperta dal solo Psi e per dialogare col Pd da posizioni di minor sudditanza. La terza tappa riguarda un big bang dell’insieme della sinistra e del centro-sinistra, necessario oggi dopo la sua sconfitta più umiliante dell’intero dopoguerra. Ad un azzeramento ed una ripartenza non sono ammesse assenze e defezioni. Non é più il momento di difendere piccoli monolocali se l’intero edificio é crollato. Bisogna ricostruirlo con altre fondamenta tutti assieme. Senza vecchi rancori, senza vecchi steccati. Fonte: avantionline.it Mauro Del Bue SocialismoItaliano1892E’ un progetto che nasce con l’intento “ambizioso” di far conoscere la storia del socialismo italiano (non solo) dei suoi protagonisti noti e meno noti alle nuove generazioni. Facciamo comunicazione politica e storica, ci piace molto il web e sappiamo come fare emergere un fatto, una storia, nel grande mare della rete. www.socialismoitaliano1892.it

ASSEMBLEA CIRCOLI LAICI E SOCIALISTI TORNANO A LIVORNO

Mettere insieme storie conflittuali obiettivo appuntamento 24/3 LIVORNO (ANSA) – LIVORNO, 17 MAR – “Livorno ritorno al futuro” è il tema ‘evocativo’ di una Assemblea aperta di circoli, associazioni, gruppi e siti internet di ispirazione laica e liberalsocialista per superare le divisioni dello storico congresso che ruppe l’unità della sinistra nel lontano 1921, capace di adeguarsi alle grandi sfide del ventunesimo secolo. L’appuntamento è per sabato 24 marzo, con inizio alle 9,30, presso la sede della ‘Società Volontaria di Soccorso’ in Via delle Corallaie 10. 250 i delegati attesi da tutta Italia. Non lontano dal Teatro Goldoni dove si svolse il XVII congresso del partito Socialista italiano, al termine del quale i delegati della frazione comunista uscirono e si recarono a svolgere il Congresso fondativo del Partito comunista al Teatro San Marco. Di fronte alla crisi dell’intera sinistra, scrivono gli organizzatori, numerosi circoli prevalentemente di ispirazione socialista lanciano un ponte a tutte quelle realtà derivate da quelle drammatiche giornate di quasi un secolo fa, di quel “congresso che non seppe ricomporre la frattura fra le diverse anime del movimento socialista italiano”. L’obiettivo vuole essere l’inizio di un processo ambizioso: “rimettere assieme tutte le storie conflittuali che da Livorno in poi hanno lacerato la sinistra in una forza Socialista e democratica nel e per il ventunesimo secolo, per far fronte alle sfide nuove che si prospettano, e con un’organizzazione che sia adatta a sostenere queste sfide”. Dopo una relazione di carattere storico l’Assemblea si svilupperà sui temi di oggi tenendo conto di quanto riconosciuto anche da molti artefici di quella scissione: “aveva ragione Turati” disse Umberto Terracini, non con l’idea di costruire “un recinto identitario chiuso e autoreferenziale”, ma “una comunità nazionale di orientamento socialista capace di offrire un orizzonte politico a tutti gli italiani”, conclude la nota. (ANSA). COM-MU/DLM S57 QBXX SocialismoItaliano1892E’ un progetto che nasce con l’intento “ambizioso” di far conoscere la storia del socialismo italiano (non solo) dei suoi protagonisti noti e meno noti alle nuove generazioni. Facciamo comunicazione politica e storica, ci piace molto il web e sappiamo come fare emergere un fatto, una storia, nel grande mare della rete. www.socialismoitaliano1892.it

DISCORSO DI PIETRO NENNI. MILANO 14 MARZO 1948

Il Fronte Democratico Popolare Cittadini di Milano, lavoratrici e lavoratori, compagni! E’ come deputato di Milano alla Costituente che sono oggi in mezzo a voi con l’onore  particolare che mi è conferito dal Fronte Democratico Popolare di aprire la campagna elettorale, ma anche per assolvere al mio dovere di deputato rendendovi conto del mandato che m’era stato conferito il 2 giugno e delle condizioni nelle quali siamo giunti alla situazione presente. Lasciatemi innanzi tutto esprimere la mia meraviglia per l’atteggiamento dei nostri avversari  i quali hanno mescolato alla lotta elettorale  testé aperta motivi e passioni che si poteva sperare fossero superate dai tempi. Abbiamo avuto la sorpresa di sentire il capo del governo democratico cristiano parlare non il linguaggio dell’uomo di governo, non il linguaggio di un capo partito, ma fare appello al fanatismo e all’odio, parlare come un capo vandeano o sanfedista che tenta di dividere irreparabilmente fra di loro gli italiani. Abbiamo avuto la sorpresa di vedere la Chiesa che noi consideriamo estranea alle lotte politiche intervenire con le armi della religione laddove dovrebbero valere soltanto gli argomenti della ragione. (applausi) Io credo però che il tentativo di impostare le elezioni del 18 aprile su temi estranei alla vita politica del paese e di trasformare la contesa elettorale in guerra di religione, possa  considerarsi interamente fallito. Non faremo  le elezioni del 18 aprile per Cristo o contro Cristo e lasceremo la religione al di fuori delle nostre contese. Inoltre, i discorsi di De Gasperi e di taluni altri ministri del governo democristiano ci hanno fatto chiedere se non stessimo per nominare i nostri rappresentanti al congresso  americano, mentre invece si tratta di nominare  i membri del primo Parlamento dell’Italia  repubblicana. Senonchè anche questo  tentativo, il quale suona oltraggio alla coscienza nazionale, è stato ormai sventato. Non faremo le elezioni per l’America o contro  l’America: faremo le elezioni per dare alla  Repubblica Italiana una direzione repubblicana e per risolvere i problemi sociali del Paese. Così pure non faremo le elezioni per la Russia o contro la Russia, prendendo come  base e fondamento della nostra lotta gli avvenimenti dell’Europa Centrale ed Orientale.  Ho visto Milano tappezzata di manifesti  a lutto per la democrazia in Cecoslovacchia.  Vorrei essere sicuro che gli autori di quei manifesti non sono coloro che nel 1939 hanno acclamato Hitler quando invadeva la Cecoslovacchia o hanno benedetto gli eserciti  hitleriani che entravano a Praga. (applausi) Comunque anche di fronte agli avvenimenti  della Cecoslovacchia noi abbiamo detto come sempre una parola obiettiva e serena. Prima di tutto contestiamo che si possa misurare il destino del popolo italiano  sul metro degli avvenimenti che si svolgono  in paesi che si muovono su un diverso piano e che hanno altri problemi da risolvere.  In secondo luogo, se si vuol fare un processo di lesa democrazia alla classe lavoratrice  cecoslovacca perché si è costituito a Praga un governo il quale con la sola alleanza  dei comunisti e dei socialdemocratici totalizza il 57 % dei voti, noi abbiamo il diritto  di chiedere che razza di democrazia sia allora quella di cui ci delizia la democrazia cristiana la quale esercita il potere sulla base  dei risultati elettorali del 2 giugno, quando  essa ebbe il 35 % dei voti contro il 40 % di voti socialisti e comunisti. (applausi) Manteniamo quindi lontano da noi codesti spettri, codesto linguaggio apocalittico, codeste previsioni da mille e non più mille. Del resto, o compagni milanesi, non si dicevano forse le stesse cose alla vigilia del 2 giugno? Non doveva essere il 2 giugno un cataclisma? Invece ci fu il 2 giugno, e venne il 3 giugno che ci portò la Repubblica e noi abbiamo potuto allora presentarci al popolo senza una goccia di sangue nelle mani, come ci presenteremo il 19 aprile con una vittoria conseguita senza violenze e senza sopraffazioni. Lasciamo perciò alla destra la responsabilità del tentativo di esasperare la lotta elettorale. E lasciamo alla stampa cosi detta indipendente la triste responsabilità di riprendere nel 1948 il linguaggio e gli atteggiamenti che tenne nel 1921 e nel 1922, quando non aveva occhi che per vedere il pericolo rosso, allorché incombeva il pericolo nero, e quando non aveva orecchie per intendere il grido  di dolore del proletariato sopraffatto nell’impari lotta contro le bande fasciste e lo Stato che di quelle bande era il complice e l’ausiliario. (applausi) Per parte mia sento il dovere di dare una risposta alle elettrici ed agli elettori ed al popolo tutto di Milano riunito in questa piazza nella più grande adunanza di popolo che io abbia mai visto, sui principali problemi  interni e internazionali sui quali il 18 aprile dovremo pronunciarci. Dichiaro senza esitazioni che della situazione attuale di crisi e di stasi  sono responsabili in modo particolare la democrazia cristiana ed il suo capo on. De Gasperi. L’anno 1947 avrebbe potuto essere un anno  di concordia nazionale e popolare. Noi avremmo potuto lavorare alla elaborazione della Costituzione in un clima meno esasperato  se non ci fosse stato il tentativo di allontanare dal governo i rappresentanti della  classe lavoratrice italiana, i rappresentanti  di nove milioni di elettrici e elettori repubblicani  sui 12 milioni che il 2 giugno fondarono la Repubblica. Il 2 giugno presentò  la caratteristica di due elezioni contemporanee  i cui risultati non corrisposero. Il referendum dette 12 milioni di voti repubblicani  contro 10 milioni, che non erano  di monarchici, ma di moderati timorosi del salto nel buio. A formare i 12 milioni di voti repubblicani concorsero 4 milioni 700 mila voti socialisti, 4 milioni 300 mila voti comunisti, poco più di un milione e mezzo, due milioni al massimo di voti democratico cristiani. Senonché nello stesso giorno la democrazia  cristiana nelle elezioni per la Costituente  totalizzava 8 milioni di voti che le provenivano nella maggior parte dai moderati  che avevano votato per la monarchia. In tali condizioni la democrazia cristiana lungi dal sentirsi vincolata dalla disciplina repubblicana la quale imponeva l’unità politica delle forze popolari, subiva all’indomani del 2 giugno la spinta dell’Azione Cattolica e delle forze reazionarie interne …

LIVORNO 24 MARZO 2018

di Aldo Potenza Pochi giorni ci dividono dall’appuntamento di Livorno. Dopo tanti interventi dovrebbe essere chiaro l’intento dei compagni che lavorano per il successo dell’iniziativa e di coloro che generosamente e con grande entusiasmo hanno aderito. Malgrado due mesi di comunicati, di interventi, di chiarimenti, c’è ancora qualcuno che vorrebbe che a Livorno si affermasse la volontà di costruire un socialismo adeguato ai tempi, ma possibilmente senza i socialisti. Così nascono formule varie , ma nessuno che si interroghi perché in questi circa 25 anni di scomparsa di una incisiva forza socialista, sono nati i Pds, i Ds, i pd, e tanti altri, ma ancora nessuno abbia scelto il socialismo come stella polare. Oggi sono in tanti a osservare che sono nati partiti senza cultura comune, contenitori di vari orientamenti culturali che oltre a perseguire l’obiettivo del successo elettorale, non riescono ad elaborare un orizzonte politico diverso da quello egemonizzato dal neoliberismo della scuola di Chicago, magari edulcorato con terze vie che hanno inaugurato ciò che argutamente è stato definito neoliberismo progressista. Noi a Livorno non vogliamo inaugurare un socialismo nostalgico, non intendiamo chiuderci in un recinto identitario incapace di dialogare con chi ha compiuto esperienze diverse e nemmeno pensiamo che siano sufficienti le conquiste e le esperienze del passato ad affrontare le sfide che il mondo globalizzato, quelle dell’appartenenza all’Ue, i cambiamenti culturali e sociali intervenuti e, ora, le nuove frontiere dell’economia 4.0. Sappiamo che, come disse Nenni, all’inizio degli anni ’80, anche adesso come sempre, è indispensabile rinnovarsi per non perire. Ciò non vuol dire annacquare la nostra cultura in un indistinto contenitore, ma affermarla attraverso una continua e forte iniziativa culturale e politica che sappia conquistare un nuovo spazio nel nostro Paese. Ecco l’obiettivo dei socialisti a Livorno! SocialismoItaliano1892E’ un progetto che nasce con l’intento “ambizioso” di far conoscere la storia del socialismo italiano (non solo) dei suoi protagonisti noti e meno noti alle nuove generazioni. Facciamo comunicazione politica e storica, ci piace molto il web e sappiamo come fare emergere un fatto, una storia, nel grande mare della rete. www.socialismoitaliano1892.it