di Giustino Languasco
Coordinatore Socialismo XXI Liguria |
E di brutto! Decreto legge e referendum abrogativo sono due istituti giuridici previsti dal nostro ORDINAMENTO giuridico per essere utilizzati in casi straordinari.
Il DECRETO LEGGE può essere emanato dal Governo solo in casi di NECESSITA’ ED URGENZA. Il potere legislativo ordinario è infatti riservato dalla Costituzione al Parlamento, non al Governo.
Al contrario vediamo che viene usato dal Governo come strumento ordinario, direi oramai addirittura quotidiano, di legiferare.
Prendiamo ad esempio l’ultimo decreto legge licenziato dal Governo in materia di P.S. dove sta la “NECESSITA’ ed URGENZA” di consentire ai servizi segreti di poter finanziare organizzazioni eversive?
Non discuto del merito del provvedimento, che è secondo me incostituzionale, ma dobbiamo forse con urgente NECESSITA’ finanziare un golpe? Se è così’ prepariamoci subito alla guerra civile!
Il presidio che la Costituzione ha pensato contro l’abuso governativo del D.L. è l’INTERVENTO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA che dovrebbe rifiutare la sua firma alla emanazione.
Il Presidente della Repubblica attuale pare però “essersi arreso” di fronte alla esagerata prolificazione dei DL.
Tutti ricordiamo i pressanti appelli fatti per decenni dai vari presidenti della repubblica succedutisi .
Oggi dì “ha vinto la prassi” e il PRESIDENTE della Repubblica nemmeno più ci prova: niente più appelli, niente più rifiuti di firma.
Migliaia di Decreto Legge passano il vaglio presidenziale sprovvisti di NECESSITA’ ed URGENZA. E diventano legge dopo che il Parlamento li ratifica entro 60 GG.
E’ tutto necessario, è tutto urgente: la Repubblica è in una situazione permanente di rincorsa” sugli eventi .
E’ una grave “malattia” che travolge la logica, la “ratio ” che ci sta dietro: bisogna che tutti i partiti, nessuno escluso, possano discutere una legge PRIMA che essa entri in vigore. E non dopo. Tutti i parlamentari di tutti i partiti dovrebbero discutere e conoscere la legge ordinaria, mettendoci il tempo necessario a sviscerarla per bene e trovare un accordo.
Sottinteso che le leggi ordinarie devono essere poche ogni anno e ben ponderate.
Così non è! I parlamentari sono esautorati dal pensare, discutere, decidere. In pratica, direbbe un populista, non fanno un caxxo. Prendono il compenso, lauto, per non fare più nulla. Nessuno sforzo di conoscenza ed approfondimento a tutela del pubblico interesse. Fanno la “bella vita” a Roma, quella del Michelasso.
Non un bel risultato. Un vero schifo, dicendolo da populista.
Come si fa ad amare una democrazia che “non funziona” così.
Nella realtà il DL lo conosce e lo scrive in fretta e furia, per NECESSITA’ ed URGENZA, solo il Ministro proponente, talora nemmeno lui, ma solo i funzionari del suo Ministero. Ci mette la firma e via.
Rimedi? All’orizzonte non se ne vedono . Perché “incallarsi”? Nessuno studia e sa niente, i Ministri comandano, i parlamentari michelassano. E’ tutto cosi’ “easy“, così” “smart” , bello e facile, sans souci, leggero e divertente. Perchè intervenire? Va bene così .
Uno ci ha provato, a cambiare le cose con un Decreto Costituzionale, il povero Renzi. Mal gliene incolse: tutti pronti a intortare la gente e farla votare no al referendum confermativo. Mica vuoi che questo bel mondo di bengodi si faccia rompere le uova nel paniere (scassare la minchia era il termine che venne usato) dal primo venuto! di Firenze poi!
Visto la fine fatta fare a Boschi /Renzi dall’establishment romano, chi mai vuoi che ci metta mano, a una riforma costituzionale! Colpirne uno per educarne cento! E lì di cento allievi attenti a non scottarsi c’è ne sono tanti, ma tanti.
Ingannato il popolo bue, passata la festa gabbatu lu santi. E infatti Mattarella si è arreso, di fatto ha capitolato.
Parallelo e in buona parte conseguente, è l’abuso del referendum abrogativo.
Abbiamo infatti visto che i parlamentari, con questo sistema, non contano più niente. Sono chiamati periodicamente, per disciplina di partito (sennò perdono il posto) a fare” su la mano, giù la mano” per ratificare i DL emanati “a raffica” di mitragliatrice dal Governo. (uguale uguale ai consiglieri comunali di maggioranza con i provvedimenti di giunta comunale). Per questa ginnastica sono compensati con vitalizio e riconferma. Sennò emarginati ed espulso dal gioco.
I parlamentari, in queste condizioni, difficilmente possono ” rappresentare il popolo e le sue istanze” come invece dovrebbero, in base alla Costituzione .
Pochi singoli, isolati eroi della Repubblica in gurgite vasto, si ostinano e vanno al martirio, proponendo leggi, chiedendo di discuterle in aula. Chi ti fa fa, dicono a Roma, e dopo pochissimo anche i neofiti, i parlamentari 5s, hanno compreso e si sono comodamente adeguati.
E oramai anche i cittadini HANNO CAPITO che i singoli parlamentari non contano più niente, ed anche i più volenterosi, con estrema difficoltà ed assai raramente riescono a rappresentare le loro vere istanze, le loro pressanti esigenze di vita.
Hanno capito di essere perculati dal sistema, e NON VANNO PIU’ A VOTARE .
Cosa resta allora ai poveri cittadini, per farsi ascoltare. IL REFERENDUM ABROGATIVO .
Ed allora ecco che si finisce con “abusare” di questo strumento di democrazia diretta, pensato per scelte importantissime e generalissime, riguardanti tutti i cittadini, tipo divorzio si o no.
E visto che si emanano DL a raffica, si propongono referendum abrogativi a raffica, tipo i 28 dei vecchi Radicali di Pannella, su cose marginali, non così importanti e solo settoriali.
Tipo quelli di Landini, i 4 sulla legislazione del lavoro, si cui ieri abbiamo votato, raggiungendo uno scarso 30% di affluenza alle urne. Materie tecnicisti che, da lavoro sindacale e confindustriale e ministri interessati. Non di interesse generale. O non importantissimi, tipo 5 o 10 anni per la cittadinanza.
Abuso porta conseguenze. E il governo, per non essere disturbato da fastidiose, marginali ed inutili problematiche, risolvibili diversamente con minori impegno e spesa, aumentera il numero di firme necessario a indire un referendum di popoli: da 500.000 a 1 milione, per quesito.
Il prima possibile .
Tiè , ben vi stà, cittadini democratici!

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