EUROPA, DOVE ANDREMO?

di Giustino Languasco

Coordinatore Socialismo XXI Liguria |

Cari compagni, amici e simpatizzanti. Questa la dichiarazione dell’unico ministro “serio” di questo governo di centrodestra. Voi tutti sapete che era un commerciante di armi e che la sua entrata nel governo ha posto un enorme problema di conflitto di interessi, che ignoro come sia stato “rimosso”.

Pur essendo questo un tema importante di cui non si parla perchè fortemente imbarazzante per il PD, non di questo tema intendo scrivervi oggi.

In mezzo a questa enorme quantita’ di fuffa propagandista diffusa a piene mani dalla “agenzie” di informazione e controinformazione, sia Occidentali che Orientali, che infestano la nostra povera patria , è difficile orientarsi .

Vi do’ la mia analisi della situazione geopolitica attuale sulla base delle (angoscianti) informazioni che ho potuto recepire e meditare a fondo.
Ritengo sia mia dovere darvela. E’ una mia riflessione : non sono un governante, solo un appassinato studioso di storia. Il mio è un gesto altruista, non intende imporre nulla. Solo dare un aiuto nella visione complessiva dello stato delle cose.

Crosetto è tutto, fuorchè incompetente. Possiamo pertanto partire dalla sua precisa informativa: intanto non èsolo una informativa, doverosa, al Parlamento. E’ la comunicazione di una “situazione in atto”. Gli strateghi militari mi comprendono, siamo passati a defcon 4 su una scala dove 5 è la massima allerta.
Tutto cio’ premesso a mio giudizio, per comprendere la situazione dobbiamo “tornare con la mente al 1945 “: la nostra situazione ha grandissime somiglianze con la situazione di allora.

So perfettamente che sono passati 80 anni: siamo stati fortunati. La mia generazione è stata fortunata: abbiamo vissuto in Europa un periodo di pace e stabilità.

Dobbiamo però abituarci a pensare ad esso come un felice periodo di ricostruzione e ripresa economica e sociale che SI E’ CONCLUSO.
I fattori strategici sono REGREDITI alla situazione del 1945. La nostra percezione, in Italia, da italiani, della fine della seconda guerra mondiale è stata di UNA LIBERAZIONE. Abbiamo perso la guerra e le colonie imperiali. Ma ci siamo liberati della guerra e di chi la aveva voluta. Nella disgrazia di una RESA SENZA CONDIZIONI, il peso di questa situazione non lo sentiremo pienamente. Fu una decisione degli “Allied” che così fosse: una precisa cosciente decisione. E noi ci abbiamo , pur nelle difficoltà della ricostruzione, abbondantemente sguazzato.

La percezione delle potenze Alleate che vinsero la guerra fu molto diversa. Intanto, nel 1945, per loro non finisce un bel niente. LA GUERRA CONTINUA scrisse la settembre 1943 il nostro Stato Maggiore, ma voi tutti sapete che non ci ha creduto nessuno.
Per gli alleati invece fu proprio così. Nel Pacifico bisognava debellare l’egemonia dell’Impero Giapponese, padrone di mezza Cina e arrivato, a sud, a minacciare l’Australia. Ci vollero ancora due anni di guerra intensa e due bombe atomiche per risolvere la questione.

Oggi gli USA anno nel Pacifico il loro punctum dolens. La potenza egemone non è più il Giappone, ma la Cina. La espansione economica cinese preoccupa gli USA almeno tanto quanto allora preoccupava l’espansione giapponese. E’ una espansione “diversa”, ma economicamente eguale.
In Europa mica era finita. Bisognava debellare la ancora potentissima Germania e per farlo fu necessario, anzi indispensabile, aprire un secondo fronte in Normandia .

Un impegno notevolissimo in mezzi e anche in vite umane. Fu il secondo fronte a far collassare militarmente la Germania nazista, e a far prevalere i SOVIETICI A EST. La avanzata della “gloriosa armata rossa” fu da allora costante e inarrestabile.
Tanto inarrestabile che, se non fosse intervenuto un fatto grandioso e imprevedibile, una terza bomba atomica sarebbe stata sganciata a Berlino e dintorni. Non successe solo perchè Churchill perdette le elezioni politiche inglesi, in modo clamoroso. E senza la UK non si poteva andare al confronto immediato coi sovietici.

Oggi guardiamo alla permanenza di Churchill in terra di Francia come a una sorta di prepensionamento anticipato, fra il patetico e il nostalgico. Non era così: se avesse vinto le elezioni politiche Churchill sarebbe stato il “condottiero in terra di Francia” a capo di una nuova coalizione guerreggiante da subito contro l’unione Sovietica.
Se ciò non fu , fu merito solo della straordinaria performance del partito laburista inglese, che letteralmente travolse i conservatori con la parola d’ordine “pace subito”, che venne potentemente ed unanimemente pronunciata, col voto, dal popolo inglese. E pace subito fu.
La percezione di questo evento, in Italia era ed è tuttora pressocchè nulla. Ma le cose andarono così, e noi divenimmo un protettorato Franco/Inglese: anche questo non è stato percepito dal popolo italiano.

La situazione oggi presenta fortissime analogie con allora. Gli inglesi sono pronti alla guerra termonucleare. La Francia, ci piaccia o meno non importa a nessuno, è e sarà il fattore decisivo. Non importa chi sia al momento il Presidente della Francia, Macron o Le Pen, o chiunque altro, non cambia nulla. Tutti sono tenuti a fare la medesima cosa: guidare l’Europa nella competizione con l’Impero russo.
Dovremo mettercelo venerdì in testa, noi, Italia, non contiamo assolutamente nulla. Siamo anzi il fianco debole della fortezza europea. Questo fianco puo’difenderlo solo e soltanto la Turchia. Ragion per cui sarà bene farla entrare d’urgenza nella Unione Europea, con o preferibilmente senza, il sultano Erdogan. Di tutta fretta.

Le nostre speranze di pace sono riposte da una parte nella alleanza Germano-Turca (sono popoli molto simili) e nella leadership francese che dobbiamo sperare “illuminata” e moderatrice della furia bellivista inglese.
E’ questo a mio avviso, che dovremmo ardentemente sperare e, possibilmente, promuovere con la nostra politica estera. Che ci “riarmiamo” alle potenze europee importa poco o punto. Non ci considerano affidabili per una seria difesa continentale. Un pò di truppe in più aiutano, ma non ci fanno un granchè conto. Tantomeno danno conto sul nostro infiltratissimo Stato Maggiore.

Quanto la nostra dirigenza politica di centro destra stia “sul pezzo” e sia centrata sui fattori strategici determinanti, giudicatelo da soli. Quanto sia distante dalla realtà “il PD e le altre forze del campo” di sinistra” mi sembra palese. Inadeguati, francamente.
Per ora la mia analisi si conclude qui. Se ho visto giusto nei prossimi mesi assisteremo a un progressivo intensificarsi e dipanarsi della politica eurooea ed internazionale nelle direzioni che ho indicato. L’Italia, che vada bene, farà da spettatrice. Io seguirei attentamente solo quanti fa e dice, in questa fase, Crosetto.

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