RICORDANDO IL COMPAGNO DARIO ALLAMANO

 

 

di  Aldo Potenza – Presidente Socialismo XXI  |

 

Conobbi Dario in occasione di vari incontri romani. Eravamo impegnati a rilanciare il socialismo italiano. Lo ascoltai con interesse: loquace quanto basta, forse a volte tagliente, ma con una idea precisa: riordinare il mondo socialista per restituire all’Italia un partito degno della storia che lo ha caratterizzato.

Seguirono altre esperienze: Area Socialista e Socialisti in movimento, entrambe senza seguito organizzativo, senza iniziative che non fossero solo il richiamo alle comuni origini politiche e, giustamente, in contrasto con le decisioni di un PSI alla sola ricerca di un seggio elettorale, per il quale era disposto a rinunciare anche ai successi conseguiti nella sua grande storia di riforme.

Dario non mi sembrò molto convinto dell’utilità di quelle iniziative e mi spiegò le ragioni, anche se organizzò con successo un’iniziativa a Torino a cui presi parte.
Poi, dopo due anni senza riuscire a venir a capo di nulla, Dario mi propose di lavorare insieme per organizzare a Livorno l’assemblea degli autoconvocati. Bene – gli dissi – ma mi raccomando: cerca una sala per 50 persone. No, rispose lui, devono essere 200.

Fu un successo strepitoso, con 250 compagni e compagni da ogni parte d’Italia; aveva avuto ragione lui! Alle conclusioni della giornata, affidate a me per indicare le prossime iniziative, detti inizio al mio intervento affermando che “Oggi, cari compagni, non saremmo qui se due compagni, il primo con un carattere pessimo, l’altro, se fosse possibile e corretto in italiano, ancora peggiore, non si fossero strenuamente impegnati.

A loro dobbiamo un grande ringraziamento. “I due compagni erano Dario e Vincenzo Lorè. Non ho mai detto chi avesse il carattere peggiore. Dario spesso lo ricordava sorridendo, considerando la mia affermazione un complimento; e infatti lo era. In un mondo politico spesso frequentato da persone insincere, Dario capì che io, come lui, appartenevamo alla stessa categoria di compagni, anche se avevamo atteggiamenti diversi.

Fu poi così che potemmo discutere e financo litigare, ma senza conservare mai risentimenti; è un privilegio che hanno le persone che si rispettano, che sanno che alla base delle discussioni non c’è altro che le convinzioni politiche e non calcoli di natura diversa.
E fu così che arrivammo all’appuntamento di Rimini.

Dario incessante organizzatore; Lorè infaticabile comunicatore, io impegnato alla stesura dei testi provvisori dei seminari preparatori della conferenza riminese.
Ovviamente Dario anche in questo campo non faceva mancare le sue osservazioni e i suoi preziosi consigli. Al termine della convention programmatica di Rimini, ero del parere che il compito di presiedere l’Associazione Socialismo XXI (che diventava un’organizzazione politica nazionale strutturata nei territori) dovesse essere affidato ad altri e non più a me.

Fu Dario a decidere diversamente, malgrado la mia assoluta contrarietà. Ma si poteva dire di no a Dario? Dopo il successo di tutte le iniziative che tanta fatica avevano comportato? La risposta sta nel ruolo che ancora svolgo, grazie a Dario e alla comprensione e pazienza dei compagni di Socialismo XXI.

Dario ci manca e mi manca moltissimo; parlare di Dario mi provoca sempre una incontenibile commozione, sia perché so di aver perso un grande compagno di viaggio, sia perchè mi è stato (come a tanti altri) negato, a causa della pandemia, l’ultimo saluto quando ancora era in vita.

Penso, comunque, che sarebbe felice di sapere quanto è amato dai suoi familiari e quanto sia ricordato per il vuoto che ha lasciato tra i compagni che ha conosciuto; ma sono anche certo che sarebbe felicissimo di sapere che la sua opera continua e che il suo sforzo non è stato vano.
Ora resta un altro impegno: la istituzione di una borsa di studio dedicata a Dario.

 

Dario Allamano intervento a Volpedo 2019

RICORDANDO DARIO: