di Silvano Veronese – Ufficio di Presidenza Socialismo XXI |

Molta stampa italiana, che non brilla certamente per equilibrio, sottolinea “la sconfitta” in Finlandia dei socialisti democratici della premier uscente Marin. Certamente rispetto alle precedenti elezioni, la socialdemocrazia finlandese non è arrivata prima, ma terza a centesimi (in percentuale) in meno  dai primi due.

Il partito conservatore ed i partito nazionalista xenofobo, ma obiettivamente i socialisti hanno aumentato in voti, in % ed in seggi. I veri perdenti sono il Partito di Centro che perde sette seggi, i Verdi che ne perdono sette e l’Alleanza di sinistra che ne perde cinque.

Stazionario il partito della minoranza linguistica svedese. I due partiti di destra (il vincitore Coalizione nazionale si definisce di centrodestra) non raggiungono insieme la maggioranza del Parlamento che è di 101 deputati su 200, nemmeno se ad essi si affiancasse il piccolo partito di centrodestra la DC finlandese. Non è detto, quindi che il PSD finlandese debba andare alla opposizione perchè avrebbe piu’ possibilità del partito vincitore di “raccogliere” una maggioranza parlamentare, anche perchè un’alleanza di governo con il partito razzista di estrema destra (“Veri Finlandesi”) è indigesta a molti anche fra i moderati.

La Finlandia è un Paese che stimo come tutti quelli scandinavi, nei quali – quando stavo in nome della FLM nell’esecutivo della FEM (federazione europea dei “metalworkers”) – avevo molti amici e compagni in sintonia politica e sindacale. Questo Paese da oggi è un nuovo membro della NATO. 

Avrei preferito che avesse costituito con altri Paesi confinanti con la Russia una grande zona di interposizione neutrale tra U.E. e il grande Paese ex-sovietico. Se hanno fatto questa scelta, evidentemente, la politica aggressiva russa ha messo loro in allarme ed oggettivamente è una sconfitta politica di Vladimir Putin. Mi auguro che la presenza finnica possa dare un contributo positivo per un rinnovamento della NATO e controbilanciare il bellicismo anglosassone.                                                                                     

Intanto, il simpatico Paese finnico con le sue elezioni, è diventato l’ennesimo pretesto di certi commentatori nostrani frequentatori di salotti (o stallotti) televisivi per denigrare il socialismo. Capisco che la destra nostrana stappi lo champagne per il successo (molto di misura e relativo) dei due partiti di centro-dx conservatrice e destra razzista, ma ritengo assurde le critiche del  centrismo laico e della  sinistra-sinistra nostrani.

Questi ultimi, commentatori e politici, parlano di sconfitta meritata perchè la socialdemocrazia finlandese è stata punita per aver perseguito politiche liberiste così l’elettorato avrebbe premiato i partiti originali di questa tendenza. Niente di tutto questo! I partiti di destra e centrodestra hanno portato avanti in campagna elettorale una politica di estremo rigore di bilancio pubblico, con riduzione della spesa e del welfare oltre a rincorrere posizioni anti-immigrati.

La socialdemocrazia ha proposto il contrario, una politica espansiva, anche sulla spesa pubblica per migliorare il welfare. Comunque i due partiti di destra e centrodestra, anche con l’eventuale supporto della moderatamente conservatrice DC non raggiungono la maggioranza parlamentare dei 101 seggi. Con l’appoggio del Partito di lingua svedese, la vecchia maggioranza di centrosinistra raggiungerebbe i 100 seggi. Se la DC invece di appoggiare un’alleanza xenofoba di destra, in nome del solidarismo cristiano desse l’appoggio esterno ai socialisti democratici ed ai suoi alleati che sono -quest’ultimi- i veri sconfitti di questa elezione.

Se fosse così Sanna Marin potrebbe rimanere “premier” con buona pace di chi – qui da noi – sogna un grande centro o all’opposto una grande svolta di sinistra radicale (entrambe uscite malconcie dalle “regionali” del Friuli Venezia Giulia di ieri).