COERENZA E ATTUALITA’ DELLA VITA E DEL PENSIERO DI RICCARDO LOMBARDI

UNIVERSITA’ DEGLI STUDI ROMA TRE

Facoltà di Lettere e Filosofia Corso di Laurea in: Scienze Storiche, del Territorio e per la Cooperazione Internazionale

Tesi di Laurea in Storia Contemporanea

Coerenza e attualità della vita e del pensiero di Riccardo Lombardi

Relatore: Chiar.mo Prof. Paolo Carusi

Laureando Sergio Grom

Anno Accademico 2006 – 2007

 

“[…]proponiamo la nostra esperienza con grande umiltà. < Siamo nani sulle spalle dei giganti > è stato affermato. Ma, se non utilizzi questa posizione per tentare di guardare più in là e di proporti, quindi, un superamento, cosa stai a fare lì su, su quella scomoda posizione?” 1

Indice

Pag. 6 Introduzione

Pag. 6 Riscoperta del pensiero e della prassi politica di Riccardo Lombardi

Pag. 8 Riccardo Lombardi nel ricordo di tre protagonisti della politica e della cultura

Pag. 10 Dalla Storia all’attualità.

Pag. 11 Breve Cronologia del ‘900

Pag. 14 Cenni biografici su Riccardo Lombardi

Pag. 14 Gli anni della formazione

Pag. 15 L’incontro con Ena

Pag. 16 Il Partito di Azione

Pag. 18 L’Assemblea Costituente e il dibattito sull’Art.7

Pag. 20 Lo scioglimento del Partito d’Azione e la confluenza nel Partito Socialista

Pag. 24 La prima emarginazione e il successivo ritorno sulla scena politica: “primavera” del centro-sinistra e nazionalizzazione dell’energia elettrica

Pag. 27 La seconda, e definitiva, emarginazione

Pag. 28 Il pensiero politico – economico di Riccardo Lombardi

Pag. 30 Linee portanti del pensiero economico di Riccardo Lombardi. Gli interventi all’Assemblea Costituente.

Pag. 38 Il programma economico del PSI nel primo centro-sinistra e la nascita dell’ENEL.

Pag. 42 La fine della “primavera” del centro-sinistra.

Pag. 44 Il Pensiero politico

Pag. 45 Sulla politica internazionale

Pag. 50 Verso la proposta dell’alternativa di sinistra.

Pag. 51 Per un Governo e per una società socialista.

Pag. 53 Riccardo Lombardi nella critica al Partito Comunista ed al marxismo.

Pag. 53 Marx necessario ma non sufficiente.

Pag. 55 L’evoluzione del concetto di “autonomia” dal Partito Comunista.

Pag. 57 Lo “schiaffo” agli alleati, e in particolare al Pd’A, della Svolta di Salerno.

Pag. 59 La rinascita della Confederazione Generale del Lavoro, altro “sconfitta” del Pd’A.

Pag. 60 L’a-comunismo di Lombardi

Pag. 62 Lo scontro sull’inserimento del Concordato nella Costituzione: l’art. 7. 4

Pag. 64 Breve ricostruzione della genesi del Concordato e del suo successivo inserimento nella Costituzione Repubblicana.

Pag. 64 Genesi dei Patti Lateranensi.

Pag. 65 Togliatti e l’art.7

Pag. 70 Nenni e l’art. 7

Pag. 71 Il rischio dell’inserimento dell’indissolubilità del matrimonio nella Costituzione.

Pag. 72 Conseguenze storiche e politiche del confronto tra PSI e PCI.

Pag. 74 La posizione di Lombardi all’interno del Partito Socialista.

Pag. 74 Dal Partito d’Azione al Partito Socialista :Lombardi, Nenni e la sinistra socialista.

Pag. 80 Dall’opposizione al Fronte Popolare al 1956: il XX Congresso del PCUS.

Pag. 82 Il laboratorio ideativo del primo centro-sinistra: la politica di piano.

Pag. 84 Considerazioni di Lombardi sulla fine della “primavera” del centro-sinistra.

Pag. 86 L’autunno del primo centro-sinistra, la scissione del PSI e la genesi dell’idea dell’alternativa di sinistra.

Pag. 88 Il rifiuto del PCI dell’alternativa di sinistra. La proposizione del compromesso storico.

Pag. 90 Le vittorie, e le sconfitte, delle sinistre negli anni Settanta.

Pag. 91 L’ultimo congresso di Riccardo Lombardi. Lombardi e la “società civile”.

Pag. 94 Riccardo Lombardi: un riformatore o un utopista?

Pag. 95 Contro le politiche di corto respiro la visione globale dei problemi e di come affrontarli.

Pag. 98 Valore e importanza del pensiero di Riccardo Lombardi nell’attuale dibattito politico-culturale.

Pag. 98 Memorie di un altro economista: Federico Caffè. Per una Società diversamente ricca.

Pag. 101 Conclusioni

Pag. 104 Appendice: Riccardo Lombardi nelle considerazioni di un politico, Fausto Bertinotti e di Massimo Fagioli, lo psichiatra dell’Analisi Collettiva.

Pag. 105 Le ragioni di fondo di una possibile e vitale dialettica. Il campo politico e il campo psichiatrico.

Pag. 107 Politica e teoria sulla natura umana.

Pag. 109 Una trentennale resistenza.

Pag. 110 Stralci di due interviste a Massimo Fagioli e Fausto Bertinotti.

Pag. 114 La comune ricerca sulla realtà umana, l’onestà e la coerenza.

Pag. 115 Cura, formazione e ricerca.

Pag. 117 Reazioni politiche e mediatiche alla dialettica politica e culturale tra Massimo Fagioli e Fausto Bertinotti

Pag. 124 La necessità inderogabile, per la sinistra, di una nuova teoria sulla natura umana.

Pag. 126 Opere Consultate

Pag. 126 Storie d’Italia

Pag. 127 Storie dei Partiti Politici

Pag. 128 Storie del Partito Socialista

Pag. 128 Studi

Pag. 128 Scritti su Riccardo Lombardi

Pag. 129 Fonti

Pag. 129 Scritti di Riccardo Lombardi

Pag. 130 Riferimenti Bibliografici

Introduzione

Riscoperta del pensiero e della prassi politica di Riccardo Lombardi Vari sono i segni di riscoperta del pensiero e della prassi politica di Riccardo Lombardi che stanno emergendo in tempi recenti, non ultimi la pubblicazione integrale dei suoi discorsi parlamentari 2 e i contributi raccolti da Andrea Ricciardi e Giovanni Scirocco in occasione del ventennale della sua scomparsa 3 . Proprio dalla lettura di questi interventi emerge netta una qualità di Riccardo Lombardi: la coerenza. Coerenza beninteso che non si deve intendere come immutabile attaccamento ad una ideologia, bensì ad una coerente visione umana e politica di fondo: la politica, il sistema sociale vagheggiato, dovevano tendere al miglioramento “strutturale” cioè reale degli esseri umani, di tutti gli esseri umani. Questa qualità, rara in un mondo politico caratterizzato dal voltare-gabbana o “trasformismo“ degli uomini del centro-destra e/o dal “contrordine compagni” della sinistra, è uno dei punti “qualificanti “ del sua vita e della sua prassi politica.

Forse, visto il momento storico in cui sono vissuti, si può ipotizzare che alcune delle ambivalenze di determinati uomini politici fossero dettate dalle condizioni politiche internazionali: mi riferisco agli stretti rapporti con gli USA della Democrazia Cristiana e dei suoi alleati storici (Partito Socialista Democratico e Partito Repubblicano) da una parte e a quelli con l’URSS del Partito Comunista Italiano e, almeno fino al 1956, del Partito Socialista Italiano dall’altra. Ma l’immagine che viene fuori da uno sguardo d’insieme all’uomo e al politico Lombardi è proprio il contrario di tutto ciò. Forse l’immagine più bella e precisa che qualcuno ha dato di Riccardo Lombardi sta nelle parole scritte da sua nipote Marta in occasione del suddetto ventennale della sua scomparsa: “Non è la luce del denaro, del potere, del prestigio; è la luce della verità che Riccardo con tenacia e grande severità 2 Riccardo Lombardi: discorsi parlamentari a cura di Mario Baccianini, Camera dei Deputati, Roma, 2001 3.

Per una Società diversamente ricca. Scritti in onore di Riccardo Lombardi a cura di Andrea Ricciardi e Giovanni Scirocco, Edizioni di Storia e Letteratura, Roma, 2004. verso se stesso cercava[…]”4 . Lombardi fu soprattutto un “ricercatore eretico”: cresciuto in ambiente cattolico perse una fede forse già inizialmente blanda leggendo, studiando e “pensando”; incontrato il marxismo ed il comunismo ne entrò dentro per capire, conoscere, ma non tutto quello che vide gli piacque, anzi. Di fronte ad entrambe queste due “Chiese”, seppe mantenere la barra del suo pensiero dritta sul “rifiuto senza odio”, senza cioè diventare né “rozzamente” anti-clericale, né cadendo in quell’anti-comunismo in cui finirono molti eminenti esponenti del Partito Socialista 5 , in primis Saragat che per questo si ritrovò dritto dritto, separandosi dal PSI e fondando il Partito SocialDemocratico nelle braccia dell’imperialismo americano: ”Al contrario di Saragat Lombardi, pur accettando l’adesione dell’Italia al Patto Atlantico, che comunque riteneva un errore, auspicava la cancellazione di entrambi i blocchi: “perché l’orientamento dei socialisti era stato e rimaneva per la neutralità, rifugio degli uomini liberi oppressi dagli opposti dogmatismi “ 6.

Potrebbe sembrare “un’utopia”, e certamente per l’epoca lo era, ma a noi piace più chiamarla “preveggenza”. Conoscere e rifiutare per trasformare, senza negare o annullare nulla della Storia e della realtà 7 : questo è forse il suo lascito più ricco 8 , quello per il quale, ancora oggi, il mondo politico può e deve fare riferimento alla sua vita ed al suo pensiero. Riccardo Lombardi nel ricordo di tre protagonisti della politica e della cultura. 4 Marta Lombardi Ricordando Riccardo in Per una Società diversamente ricca. Scritti in onore di Riccardo Lombardi , cit. pp. XIX. 5 “…nonostante le tante riserve sul regime sovietico, per Lombardi la rivoluzione d’ottobre restava una conquista fondamentale per tutti coloro che credevano nel socialismo e operavano per realizzarlo “ Simona Colarizi in Riccardo Lombardi:discorsi parlamentari, cit. p. XXXI e XXXII dell’Introduzione. 6 Simona Colarizi in Riccardo Lombardi:discorsi parlamentari, cit. p. XXXVI dell’Introduzione.

Coerentemente Lombardi si schierò sia per il movimento dei non-allineati che contro l’intervento americano in Vietnam. 7 “…questo aveva:questa sete di verità, alla luce della quale vagliava le idee, i progetti…” ibidem 8 “…Altri partiti possono permettersi il lusso di non sbagliare mai:il Partito Socialista no!Un partito socialista sbaglia perché sperimenta,perché tenta,se vuole agire sul serio…” Riccardo Lombardi ne “ L’Alternativa Socialista”, Intervista a Riccardo Lombardi a cura di Carlo Vallauri, Lerici editore, Cosenza, 1976, p. 97 8 Dice di lui Giorgio Ruffolo in Per una Società diversamente ricca 9 : ” Viveva il presente come storia[…]Ciò che gli premeva era di capire ciò che stava nascendo. Di qui la sua curiosità vorace per tutto ciò che si scriveva ( leggeva smisuratamente, le sue letture le andava scovando, come un segugio ) e che aveva a che fare con le cose che si muovono, che si trasformano, che mutano. Di qui la sua naturale incapacità di chiudersi in una corazza ideologica o teologica. La sua inquietudine. La sua criticità. Il suo acuto desiderio di smascherare. Di vedere quel che c’è sotto. E quel che può venire dopo. […]uno strano fenomeno di utopista pragmatico “.

Fausto Bertinotti nel II Capitolo del suo saggio “La Città degli Uomini”, La Formazione politica, così racconta di sé: “L’impianto di teoria politica occupava uno spazio assai rilevante nella formazione della mia generazione[…]Per parte mia ho costruito il mio impianto interpretativo della realtà su due poli in dialettica tra loro. Uno è quello che André Gorz,10 un intellettuale francese di valore poi divenuto famosissimo, chiamò con un ossimoro molto efficace dei […] Per fare dei nomi: Lelio Basso e Pietro Ingrao, Bruno Trentin e Vittorio Foa, Riccardo Lombardi e Lucio Magri[…] Si trattava di un gruppo di dirigenti del movimento operaio molto affascinante. Indagavano la possibilità di attraversare il presente, alcuni di loro anche grazie a un’esperienza di sostegno al governo, come Riccardo Lombardi, assumendo l’idea della realizzazione di un processo rivoluzionario, benché non più nella forma di un assalto al Palazzo d’Inverno, ma come graduale, seppur non meno radicale, trasformazione della società.

Vale per quell’ispirazione la metafora che usava proprio Riccardo Lombardi:cambiare il motore con la macchina in movimento. Laddove la macchina era il capitalismo e la sostituzione del motore la fuoriuscita da esso[…] L’altra polarità della mia formazione era legata a nuove scuole di pensiero militante, quelle da dove a noi sembravano emergere i nuovi pensatori anticapitalistici radicali.Uno degli uomini di maggior spicco da questo punto di vista fu per noi Raniero Panzieri, il fondatore di < Quaderni rossi >”11. Secondo Massimo Fagioli: “[…]Lombardi negli ultimi decenni era completamente sparito[…]c’è stata la storia del Fronte popolare, si è trattato di fare la Costituzione, e ci fu il primo scontro con il comunismo, perché Togliatti aveva approvato il Concordato e Lombardi era assolutamente contrario[…]Lombardi quando era prefetto di Milano diceva che bisognava procedere alla riduzione dell’orario di lavoro, per permettere agli operai non soltanto di mangiare e bere, ma anche di avere tempo per l’amore:non si erano mai sentite cose del genere!

Lombardi le diceva. Cioè, per quel che poteva, guardava non soltanto al riscatto economico delle masse diseredate e fisicamente sofferenti, ma anche a quella che poteva essere l’esigenza di una realtà umana di avere del tempo libero per riuscire a fare una ricerca, dei rapporti interumani possibili, non sempre sotto l’assillo di dover lavorare otto ore al giorno[…] Il pensiero marxista dice che dopo otto ore non si fiacca soltanto il corpo ma si fiacca anche la mente[…]Dobbiamo vedere come ci sia stato questo movimento di 9 Giorgio Ruffolo. Riccardo Lombardi, un utopista pragmatico in Per una Società diversamente ricca. Scritti in onore di Riccardo Lombardi a cura di Andrea Ricciardi e Giovanni Scirocco, cit. p.111 10 Andre’ Gorz, nato a Vienna nel 1924, vive e lavora in Francia.

Ha lavorato con Sartre a “Les Temps Modernes”. Dopo l’annessione dell’Austria alla Germania di Hitler, la sua famiglia, di origine ebraica, lascia il paese per trasferirsi a Parigi. Laureato in ingegneria, partecipa attivamente ai primi anni di vita della rivista “Les Temps Modernes” fondata da Jean Paul Sartre e Simone de Beauvoir. Il suo nome e’ legato alla pubblicazione del libro “Addio al proletariato” (Edizioni lavoro), in cui viene prefigurata la fine della centralità del lavoro industriale nella società capitalistica come conseguenza della crescente automazione del processo lavorativo.” http://lists.peacelink.it/nonviolenza/2005/02/msg00003.html 11 Fausto Bertinotti, La Città degli Uomini, Cinque riflessioni in un mondo che cambia, Mondadori, Milano, 2007, pp. 38-39 9 Lombardi – e io dietro – che si ribellava, rifiutava una realtà che, a quei tempi, si considerava ineluttabile.

E invece, quando emergevano certi segni – e magari anche prima – montava un < no > dentro […]e, pur essendo nella sinistra, rifiutava il comunismo, Il Partito comunista, la lucidità cinica di Togliatti, come rifiutava anche la destra che doveva poi diventare quella di Craxi e che doveva andare a […] crollare completamente nel 1990-91 con Tangentopoli[…]”12 […] ”Ora accade che comunisti e paracomunisti dicono < Anch’io lo amavo follemente, lo seguivo, mi sono scontrato anche con il Partito perché preferivo lui, è stato il mio maestro […]>

Di Lombardi non si parla da quarant’anni. Era sparito completamente dalla scena politica. Adesso, da luglio in poi, risorge in maniera prepotente, con strane formule, come o addirittura < riformismo rivoluzionario > a rimettere insieme due parole che non stanno insieme. I riformisti sono quelli che rifiutano la rivoluzione, e quelli che fanno la rivoluzione rifiutano il riformismo. Macché, ora si mettono di nuovo insieme, ed era Lombardi che l’aveva fatto, riuscendo a stare in mezzo […] ai due macigni: il Partito comunista e Togliatti – o forse, malignamente, Togliatti e il Partito comunista – e, dall’altra parte, Saragat e un riformismo che era soltanto una parola e niente altro […] Lombardi riuscì a mantenere un’identità di ricerca […] in cui ha fatto quello che ha fatto, in cui magari molto a fondo non è andato, è rimasto al livello politico di una proposizione utopica di riformismo rivoluzionario, di libertarismo, di questo ideale di dare la libertà alle donne e di riuscire a ottenere l’uguaglianza senza rivoluzione […] La rivoluzione è sempre rivoluzione armata. E la cosa è confermata da Marx quando scelse la strada della rivoluzione piuttosto che il riformismo perché diceva che il riformismo erano parole e invece occorrevano fatti pratici. La prassi doveva precedere la teoria. Lombardi, invece, cercava di metter insieme libertà e uguaglianza senza fare la rivoluzione armata, o meglio, pensava di poterlo fare, e infatti non fu molto seguito:quando uno fa discorsi difficili non è che venga molto seguito”. 13

Note:

1 Fausto Bertinotti risponde a Gabriella Armando in Analisi Collettiva. Incontri , Roma, Villa Piccolomini, 5 novembre 2004, Nuove Edizioni Romane, Roma, 2004, p. 89

2 Riccardo Lombardi: discorsi parlamentari a cura di Mario Baccianini, Camera dei Deputati, Roma, 2001

3 Per una Società diversamente ricca. Scritti in onore di Riccardo Lombardi a cura di Andrea Ricciardi e Giovanni Scirocco, Edizioni di Storia e Letteratura, Roma, 2004.

4 Marta Lombardi Ricordando Riccardo in Per una Società diversamente ricca. Scritti in onore di Riccardo Lombardi , cit. pp. XIX.

5 “…nonostante le tante riserve sul regime sovietico, per Lombardi la rivoluzione d’ottobre restava una conquista fondamentale per tutti coloro che credevano nel socialismo e operavano per realizzarlo “ Simona Colarizi in Riccardo Lombardi:discorsi parlamentari, cit. p. XXXI e XXXII dell’Introduzione.

6 Simona Colarizi in Riccardo Lombardi: discorsi parlamentari, cit. p. XXXVI dell’Introduzione. Coerentemente Lombardi si schierò sia per il movimento dei non-allineati che contro l’intervento americano in Vietnam.

7 “…questo aveva:questa sete di verità, alla luce della quale vagliava le idee, i progetti…” ibidem

8 “…Altri partiti possono permettersi il lusso di non sbagliare mai:il Partito Socialista no!Un partito socialista sbaglia perché sperimenta,perché tenta,se vuole agire sul serio…” Riccardo Lombardi ne “ L’Alternativa Socialista”, Intervista a Riccardo Lombardi a cura di Carlo Vallauri, Lerici editore, Cosenza, 1976, p. 97

9 Giorgio Ruffolo. Riccardo Lombardi, un utopista pragmatico in Per una Società diversamente ricca. Scritti in onore di Riccardo Lombardi a cura di Andrea Ricciardi e Giovanni Scirocco, cit. p.111

10 Andre’ Gorz, nato a Vienna nel 1924, vive e lavora in Francia. Ha lavorato con Sartre a “Les Temps Modernes”. Dopo l’annessione dell’Austria alla Germania di Hitler, la sua famiglia, di origine ebraica, lascia il paese per trasferirsi a Parigi. Laureato in ingegneria, partecipa attivamente ai primi anni di vita della rivista “Les Temps Modernes” fondata da Jean Paul Sartre e Simone de Beauvoir. Il suo nome e’ legato alla pubblicazione del libro “Addio al proletariato” (Edizioni lavoro), in cui viene prefigurata la fine della centralità del lavoro industriale nella società capitalistica come conseguenza della crescente automazione del processo lavorativo.” http://lists.peacelink.it/nonviolenza/2005/02/msg00003.html

11 Fausto Bertinotti, La Città degli Uomini, Cinque riflessioni in un mondo che cambia, Mondadori, Milano, 2007, pp. 38-39

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