UN COMMENTO SULLA ELEZIONE DI RICCARDO NENCINI

di Aldo PotenzaCoordinatore Nazionale di Socialismo XXI

Premetto che considero segno di inciviltà qualsiasi demonizzazione di una persona.
Le critiche politiche sono legittime, le demonizzazioni personali sono solo il segno di un preoccupante imbarbarimento della politica.
Ciò premesso, trovo incomprensibili i tentativi di chi, dopo aver presentato in consiglio nazionale una candidatura alternativa, oggi si affanna a spiegare che l’incarico conferito a Nencini è pressoché inutile. Per costoro sarebbe solo il compito, o poco più, di concedere la parola durante lo svolgimento del consiglio nazionale.

Una domanda sorge spontanea: se il ruolo fosse così poco significativo perché rischiare di dividere il partito per una questione così poco rilevante?
La risposta porrebbe essere: perché si voleva marcare anche simbolicamente una discontinuità politica.
Ma allora l’elezione assume un preciso significato politico e rappresenta il segno e la conferma di una continuità che si sarebbe voluta evitare e quindi la questione non può può essere derubricata, come si vorrebbe tentare, a semplice e marginale ruolo di pura gestione dei dibattiti in consiglio nazionale.
Purtroppo le cose stanno proprio così!

Infatti Nencini non è un presidente qualsiasi, è stata la persona che ha proposto alla segreteria Maraio, l’ha sostenuta e ha vinto il congresso con quella proposta. È stato eletto dal consiglio nazionale a scrutinio segreto con ciò sfidando anche il rischio dei franchi tiratori ed è riuscito ad ottenere un ottimo risultato, più del doppio di chi sosteneva la candidatura opposta. È e rimane l’unico parlamentare del psi ed ha forti legami con le varie articolazioni periferiche e di direzione del partito come dimostra il consenso personale ottenuto.

A me sembrano davvero risibili i tentativi di sminuire il significato di questa elezione e il ruolo che Nencini è in condizione di svolgere.
Con Nencini alla presidenza non è stata eletta una figura di pura rappresentanza, tra l’altro anche se così fosse sarebbe un segnale che andrebbe in controtendenza con la voglia di cambiamento che non è una questione anagrafica, ma politica, ma si conferma il giudizio politico sul ruolo da lui svolto.
Ecco perché trovo risibili tutti i tentativi di considerare di poco rilevanza ciò che è avvenuto.

Sempre in politica sono gli uomini a dare prestigio ad una carica, in questo caso è ancora più evidente che sia la persona, sia il consenso ricevuto e infine la carica parlamentare di Nencini esprimono con chiarezza che il corso del psi è in piena sintonia con il passato.