LA MIA IDEA DI SOCIALISMO

di Dario Allamano

Il 24 marzo a Livorno un bel gruppo di compagni e compagne si sono incontrati per discutere su un tema importante: la Storia è l’avvenire.

E’ un modo di approcciare la politica che ha due chiavi di lettura,

  • costruire un movimento che sia in grado di superare una politica tutta schiacciata su un eterno presente, per cui solo ciò che si vive sul momento è realtà, ma che genera la rabbia degli esclusi, i quali non vedono riposte ai loro problemi immediati.
  • quindi ripartire, nella ricostruzione di un Movimento per il Partito del Socialismo nel XXI secolo, da una lettura critica della Storia del Socialismo in Italia, nella convinzione però che solo nelle radici culturali si possono trovare gli anticorpi per rispondere alla malattia descritta nel primo punto.

Con un chiaro obiettivo: costruire un Progetto politico con una visione positiva per l’avvenire dei nostri figli;

Oggi siamo in una fase di transizione.

Le politiche proposte in questi ultimi vent’anni da tutti i Governi (sia di centro sinistra, che di centro destra) sono state fallimentari. La subordinazione al pensiero dominante del liberismo ha generato degli Stati debolissimi, non assolutamente in grado di contrapporsi allo strapotere delle grandi finanziarie, le quali dominano il mondo con l’enorme potere conferito loro dal denaro che gestiscono.

La chiave di volta di questo dominio sta per l’appunto nel potere conferito ai gestori di fondi pensione, fondi di investimento ed assicurazioni dal popolo minuto, a cui da trent’anni si racconta una falsità: “Gli Stati non saranno in grado di garantire il vostro futuro, per essere sicuri dovete dotarvi di fondi pensione e assicurazioni private e se avete qualche soldo da parte versatelo nei fondi di investimento”.

Le bolle che ogni tanto esplodono sono l’esito di questa narrazione farlocca, servono a tosare le pecore.

Purtroppo la sinistra in generale, ed anche il socialismo, ha rinunciato alla propria funzione essenziale, educare i cittadini ad una visione critica ed autocritica della realtà, si è tentato, con il blairismo, di galleggiare sull’onda del liberismo.

La transizione può essere vissuta in due modi:

  • il primo, come stanno facendo i populisti-peronisti, generando paure sul futuro, ed è il motivo per cui le loro politiche sono tutte concentrate sulla visione negativa di un mondo e di una Europa irriformabili,
  • il secondo, e dovrebbe essere la funzione di chi è socialista, costruire un Progetto politico che, senza nascondere, anzi evidenziandoli con chiarezza, i problemi che abbiamo di fronte, cerca di generare una nuova fiducia nel futuro dell’Umanità.

E’ del tutto evidente che il nostro è un lavoro immane, ma non impossibile, siamo esattamente al punto in cui erano i socialisti ad inizio ‘900, nella transizione tra i cannoni di Bava Beccaris ed il liberalismo di Giolitti. Quel Partito Socialista, appena nato, seppe dare una risposta alla domanda di democrazia civile e sociale che stava emergendo: il Programma Minimo, che non fu altro che un Progetto politico positivo, il messaggio implicito era: “se noi andremo al Governo queste saranno le cose che faremo”.

Noi siamo li, spersi in mille rivoli, fermi a discutere di questioni vecchie e logorate, e per ora, salvo una sparuta minoranza, incapaci di CAPIRE LA REALTA’ PER TRASFORMARLA.

Molti di noi hanno iniziato a discutere di questa realtà. Lo scorso anno a Volpedo abbiamo discusso di una questione fondamentale per comprendere la realtà, il Lavoro 4.0, perché in questi anni le nuove tecnologie hanno modificato a fondo i modi di lavorare. Pensiamo alla crisi del commercio al minuto generata dalla piattaforma di Amazon. Ma soprattutto dobbiamo essere consapevoli che l’Intelligenza artificiale romperà definitivamente tutti i paradigmi che hanno contraddistinto il secolo delle manifatture.

Diversamente di quanto è successo per due secoli gli investimenti non creeranno maggiori posti di lavoro, ma li distruggeranno.

Per chi è socialista da qui si riparte, senza fermarsi a discutere troppo sul PD e sulla sinistra in generale, sono problemi che interessano il loro ceto politico e riguardano i loro fallimenti.

Rimini 2018 ha per l’appunto questo obiettivo, superare queste sterili discussioni, che al massimo interessano i mestieranti della politica del XXI secolo, per avviare la costruzione di un NUOVO PROGRAMMA MINIMO.

Si riparte come sempre hanno fatto i socialisti nei loro 125 anni di Storia, mettendo al centro della narrazione politica la QUESTIONE SOCIALE, dagli interessi di coloro che fanno del lavoro la loro ragione di vita, perché lavoro è dignità.

In queste settimane a Torino, all’ISMEL si sono tenuti tanti seminari su queste questioni, Giovanni Ferrero, presidente dell’ISMEL, è il compagno che lo scorso anno a Volpedo ha relazionato sul Lavoro 4.0. Consiglio, a chi avrà la pazienza di farlo, di andare su Youtube canale Gruppo di Volpedo, ad ascoltarlo, è stato un momento molto importante per capire la realtà, e molto utile per iniziare a riflettere sul come cambiarla.

Sempre Avanti verso il  Socialismo nel XXI secolo