OLTRE LA RETORICA DEI VINCITORI C’E’ LA PALESE INCAPACITA’ POLITICA

COMUNICATO STAMPA Una legge elettorale truffaldina e un manipolo di figuranti politici stanno dimostrando all’Italia e al mondo il grado di irresponsabilità e incapacità di affrontare le responsbilità ottenute con il consenso elettorale. Emergono con chiarezza non la difesa degli interessi collettivi, ma solo le miserabili astuzie a difesa del proprio orticello elettorale. Mai in tutta la vicenda dell’Italia repubblicana, nemmeno nel corso delle difficilissime sfide politiche dell’immediato dopo guerra, si è assistito a questo deprimente spettacolo di veti e di capricci che paralizzano il Paese. Forze politiche senza alcun ancoraggio culturale, deboli nel loro incerto, come le recenti consultazioni amministrative hanno dimostrato, insediamento territoriale rischiano di trascinare per i loro interessi il Paese verso rischi che saranno pesantemente pagati dai cittadini. L’appello del Presidente della Repubblica è un forte richiamo alla responsabilità, un avvertimento che la ricreazione di questi apprendisti stregoni deve finire. La politica in Italia ha una pessima reputazione e l’astensionismo crescente è il segnale della disaffezione e del grado di insoddisfazione che dovrebbe preoccupare chiunque, anche chi immagina che la inquetudine degli elettori possa avvantaggiarlo, non sarà così, prima o poi i fatti si incaricheranno di dimostrare a quale avveturieri gli elettori si sono affidati. Livorno, 7 maggio 2018 Aldo Potenza – Coordinatore Socialismo XXI Secolo Mail: aldo.potenza@tin.it SocialismoItaliano1892E’ un progetto che nasce con l’intento “ambizioso” di far conoscere la storia del socialismo italiano (non solo) dei suoi protagonisti noti e meno noti alle nuove generazioni. Facciamo comunicazione politica e storica, ci piace molto il web e sappiamo come fare emergere un fatto, una storia, nel grande mare della rete. www.socialismoitaliano1892.it

CORBYN: “CON NOI GOVERNO PER MOLTI. CON MAY SOLO PER POCHI”

di Carlo Patrignani “Se i Tories di Theresa May si schierano solo per i pochi (only for the few), noi siamo un movimento di centinaia di migliaia di persone, di uomini e donne, di giovani e millennial: è questo movimento che ci porterà adesso, dopo aver ottenuto ottimi risultati alle elezioni locali, a conquistare il governo laburista per i molti (for the many). Un governo laburista che trasformerà il Paese”. Così il leader del Labour Party, Jeremy Corbyn si è rivolto ai militanti vecchi e nuovi e soprattutto ai tanti simpatizzanti ringranziandoli di persone per gli ottimi risultati, in linea con l’exploit del 40% alle politiche di un anno fa, avuti alle recenti elezioni locali: sono stati conquistati i collegi di Plymouth, Kensington, Chelsea, Kirkless per la prima volta dal 1999 e Trafford. “Ma c’è ancora molto da fare: dopo otto anni di politiche di austerità dei Tories, le condizioni di vita della persone dipendono da noi per cui bisogna essere più determinati che mai a vincere”, afferma Corbyn. E qui il passaggio più significativo della missiva scritta dal vegliardo laburista pacifista, anti-apartheid e anti-razzista: “mentre i Tories si schierano solo per i pochi, noi siamo un movimento composto da centinaia di migliaia di persone: è questo movimento che adesso ci porterà a conquistare il governo laburista per i molti”. Come dire, Corbyn guarda e lavora sempre più speditamente a costruire un diffuso e largo ‘movimento’ di persone diverse: operai, impiegati, middle class impoverita, disoccupati, precari, immigrati, emarginati, studenti, giovani, millennial. Insomma, l’insieme di ceti sociali – del popolo – più deboli, indifesi, svantaggiati, poveri. “Abbiamo davanti a noi una grande sfida: ma so che insieme possiamo dimostrare che è possibile un paese migliore e più giusto. Se ti unisci a noi – prosegue Corbyn – diventi parte di ‘qualcosa’ di incredibile: siamo stati noi a creare il servizio sanitario nazionale e fu il Labour a introdurre il salario minimo garantito e lo stato sociale. Ancora, è stato il Labour a garantire i servizi pubblici con investimenti record in scuole, università e ospedali. Insieme siamo la più grande forza per la giustizia sociale in questo Paese”. Inoltre, ricorda il possibile futuro Premier al 10 di Dowing Street, “in questa campagna elettorale abbiamo parlato con migliaia e migliaia di persone agli angoli delle strade, alle bancarelle e alle porte delle case, abbiamo diffuso il nostro messaggio di speranza in ogni angolo del paese: e il nostro partito, a comando popolare, ha conquistato più consiglieri laburisti in tutta l’Inghilterra”. E dopo il messaggio di speranza, “un governo laburista che cambi il paese è possibile”, il leader del Labour conclude la sua missiva sollecitando i simpatizzanti: “se vuoi che i laburisti consegnino un paese per molti, non per pochi, c’è ancora molto da fare: abbiamo bisogno che tu entri nel nostro movimento ora”. La missiva di Corbyn ha diversi destinatari in Italia e in Europa: innanzitutto l’intellighentia e i teorici – socialisti e socialdemocratici – della Terza Via, del ‘centro-sinistra’ fallito ovunque, “oggi il centro è rappresentato dalla speranza di qualcosa di meglio e qualcosa di diverso” è la replica corbynista; i post comunisti in cerca di un approdo culturale e politico che sostegna una nuova struttura (la Ditta, per intendersi), e i capi e capetti dei vari movimenti populisti, in particolare il Movimento Cinque Stelle. Fonte: affaritaliani.it SocialismoItaliano1892E’ un progetto che nasce con l’intento “ambizioso” di far conoscere la storia del socialismo italiano (non solo) dei suoi protagonisti noti e meno noti alle nuove generazioni. Facciamo comunicazione politica e storica, ci piace molto il web e sappiamo come fare emergere un fatto, una storia, nel grande mare della rete. www.socialismoitaliano1892.it

GIOVANNI LERDA NEL SOCIALISMO TORINESE (1880-92)

Tratto da un’opera di Giovanni Artero: APOSTOLI DEL SOCIALISMO Nell’Italia nord-occidentale: Giovanni Lerda, Oddino Morgari, Costantino Lazzari, Dino Rondani   Premessa Tra positivismo e massoneria (1880-1893) Lo sviluppo industriale e le origini del socialismo torinese Giovanni Lerda nel socialismo torinese (1888-93) Il modello socialista genovese Il decennio genovese (1893-1902) La lotta per la vita (1894) Il Congresso di Firenze (luglio 1896). Il socialismo e la sua tattica (ottobre-novembre 1896) La polemica con Bernstein (1897) Esilio svizzero (1898-99) e attività all’estero. Il nuovo secolo e il “ferrismo” (1900-1906) La frazione intransigente (1906-11) Da Modena a Reggio Emilia (1911-12) L’impresa libica nel quadro dell’imperialismo italiano ed europeo Il congresso di Ancona, la guerra e il dopoguerra L’esperienza torinese, influenzata dal fenomeno dell’«andata al popolo» degli intellettuali, che ebbe caratteristiche illuministe e umanitario-sentimentali, incise profondamente su di lui, determinando il suo modo di concepire i rapporti tra intellettuali e classe operaia e di intendere la propaganda e l’educazione come mezzi di emancipazione. Compì il suo tirocinio di intellettuale borghese votato alla causa del riscatto della classe lavoratrice negli anni in cui il proletariato torinese stava scrollandosi l’egomonia delle correnti moderate e legalitarie, e finalizzò il lavoro di organizzazione delle masse alla formazione di una coscienza di classe potenzialmente egemonica. Collaborò prima al periodico di tendenza anarchica “Proximus tuus”, poi alla “Questione sociale”, ed infine divenne fondatore del “Secolo XX”, uno dei sostegni più consistenti per la Camera del lavoro. Caratte­ristica comune degli articoli che scrisse per il “Secolo XX”, il cui motto era «agitate, educate, organizzate», furono l’attenzione agli aspetti biologici della questione operaia, la propaganda elementare di impronta positivista e la sottolineatura dell’importanza determinante della organizzazione. Nel primo numero, in occasione della celebrazione del Primo Maggio, rivolgendosi ai borghesi, così si espresse «Non temetela, non credetela una battaglia quella del 1.Maggio, siete troppo forti ancora… troppo grande ancora è l’ignoranza e l’ineducazione delle masse… [ma] … per la forza della nostra educazione, della nostra volontà, del nostro numero, voi ogni giorno più perdete terreno di fronte alla nuova idea rigeneratrice… non è una sommossa, è una grande rivoluzione nelle idee, cui seguirà parallelamente la rivoluzione degli ordinamenti attuali”[1] Sempre sul “Secolo XX”[2] deprecò le decorative e superflue spese di certe società operaie di mutuo soccorso in occasione di cerimonie ed il loro ossequio alla borghesia. Pur non sfuggendogli il valore dell’associazionismo, forma primitiva di organizzazione di classe, ne ripudiò la finalizzazione alla sola ricerca di maggiore benes­sere e ne vide la funzione positiva quando la rivendicazione economica scaturiva da una chiara coscienza della propria condizione, che le masse acquisivano solo in un’organizzazione formatrice di consapevolezza oltre che di unità. Nel 1892 fu tra i propugnatori della partecipazione dei socialisti alle elezioni. Il Piemonte non era nuovo a candidature dell’Estrema: oltre a quella di Costantino Lazzari, nel collegio  di Torino, il 20 aprile 1884 l’anarchico Amilcare Cipriani venne contrapposto a Benedetto Brin, ministro della Marina, seguito il 23 novem­bre 1890 da Andrea Costa, che raccolse 340 preferenze su oltre 10.000 votanti. A Novara il 23 maggio 1886 l’operaista Giuseppe Croce raccolse 239 preferenze su 13.000 votanti. Solo nel Cuneese nessun operaista o socialista contese il terreno alla lista guidata da Giovanni Giolitti, mentre nel collegio di Saluzzo era Andrea Ferrero-Gola, fratello del più famoso Giuseppe, garibaldino, già internazionalista e massone, a raccogliere il voto di protesta contro i candidati governativi. Nelle elezioni del novembre 1892 si presentò una lista socialista con candidati in quattro collegi, con risultati deludenti: Prampolini ottenne 53 voti, Lerda 153. Mentre per Lerda il problema della sconfitta non si poneva, non avendo mai puntato sulle elezioni se non come occasione per far sentire la voce del socialismo, nella nota di commento pubblicata dalla “Squilla” e scritta da Morgari si coglieva una posizione più problematica, espressione di una cultura per la quale lotta economica e lotta politico-parlamentare formavano un tutto unico e che poneva l’esigenza di una tattica di partito integrale. Il periodo genovese (1893-1902) Giovanni Lerda si trasferì nel 1893 a Genova, dove divenne comproprietario con Giovanni Ricci della Libreria Moderna in Galleria Mazzini[3]. Qui curò l’introduzione di opuscoli sociologici e politici e collaborò alle attività editrici della libreria, il cui  catalogo del 1907 comprendeva un volume di Marx-Engels (Pagine scelte), altrettanti di Kautsky e di Wagner, tre di Vandervelde e undici di Tolstoj,[4] e tenne riunioni con studenti e operai che destarono le preoccupazioni e la segnalazione della Questura genovese.[5] Riprese la sua opera di pubblicista militante sull’ “Era Nuova“ di cui fu uno dei fondatori nel 1894 e dove pubblicò una serie di articoli divulgativi sul “Capitale“, già ap­parsi sul “Secolo XX“ di Torino[6] nel 1891-92, e alcuni studi sulle condizioni di lavoro, igieniche e di orario degli operai e su quelle dei con­tadini colpiti dalla crisi agraria. Come aveva parlato “Agli operai socialisti” sul giornale torinese, ammaestrandoli, col medesimo indirizzo si rivolse loro sul settimanale genovese.[7] Collaborò alla costi­tuzione delle Camere del Lavoro di Sampierdarena e Genova e  partecipò ai congressi della Federazione regionale socialista ligure in rappresentanza della federazione collegiale di Voltri. Al primo Congresso, che ebbe luogo a Sampierdarena il 13-14 maggio 1894, nella relazione sull’azione per la conquista dei Comuni[8] sostenne la tesi del  decentramento amministrativo che riprese e approfondì negli studi pubblicati nel 1904 sulla  “Rivista Municipale”[9]  il periodico dell’Associazione nazionale dei comuni d’Italia. Fu spesso colpito da misure di polizia: multato più volte per aver promosso pubbliche conferenze non autorizzate e proposto il 16 settembre 1894 per l’assegnazione al domicilio coatto dalla questura di Genova, ma la Commissione Provinciale, con deliberazione del 15 ottobre respinse la pro­posta, ritenendo che «sebbene il denunciato siasi qualificato socialista evoluzionista, pur nullameno a suo carico non risulta che egli abbia manifestato idee o principi anarchici, e tanto meno che abbia fatto «propaganda in questo senso, e manifestato il deliberato proposito di «commettere vie di fatto contro gli ordinamenti sociali»[10]. Tenta di dimostrare che chi si ubriaca in osteria non è un vero operaio “E’ vero, alcuni disgraziatamente si danno al lusso di ubriacarsi domenica …

IL PSI NEL SOCIALISMO EUROPEO E NELL’INTERNAZIONALE

Il partito colloca la sua azione nell’ambito del socialismo dell’Europa occidentale e dell’Internazionale socialista e sviluppa relazioni bilaterali proprie anche fuori del quadro dell’Internazionale socialista. Il suo rinnovato impegno in questo campo credo sia sostenuto dal più largo consenso del Partito. Mi permetto di osservare che le polemiche che sono riecheggiate a proposito di assi preferenziali nell’ambito della solidarietà socialista europea trovano scarso riscontro nella realtà dei fatti. Le nostre relazioni con i Partiti socialisti e socialdemocratici europei non sono né una novità né una improvvisazione: esse hanno oggi una base comune e un’eguale grado di intensità e sono diverse in rapporto alle diverse esperienze e alle diverse condizioni storiche in cui si è sviluppata l’azione del movimento socialista e democratico in Europa. C’è una affinità e una impronta propria che accomuna i Partiti socialisti dell’Europa latina e mediterranea che hanno anche visto in quasi tutti i Paesi un diverso e più contrastato sviluppo del movimento operaio, diviso nella componente socialista e nella componente comunista. C’è un legame che nasce dalla storia e dalla influenza originaria ideologica e pratica fra i Partiti della classe operaia e dei lavoratori tedeschi ed austriaci con il socialismo italiano. Una solidarietà che ha sempre operato anche nei momenti difficili e di più aspro dissenso tra il Psi e il resto del socialismo europeo, che ci tiene uniti e vicini al movimento laburista britannico. L’amicizia, il rispetto e il più vivo interesse per le sue notevoli esperienze riformatrici caratterizza il nostro rapporto con il socialismo scandinavo e il Partito laburista olandese. L’eurosocialismo di cui si è parlato e si parlerà è una realtà in movimento, una realtà di grandi forze popolari che tendono a convergere su di un terreno e verso prospettive comuni alla cui definizione ciascuno porta il contributo della sua esperienza, il bagaglio che gli è proprio e che deriva dalle lotte condotte nel corso dei decenni nel proprio Paese e sul piano internazionale. In questo noi abbiamo un dato specifico da far valere: non la pretesa di una indimostrabile superiorità, ma il prodotto di una riflessione critica sulle esperienze del movimento operaio italiano e sugli elementi costitutivi, democratici, classisti ed internazionalisti della nostra storia travagliata. Il Psi ha mantenuto sinora relazioni dirette ed amichevoli con Partiti comunisti dell’Est europeo, in Particolare con il partito jugoslavo e quello rumeno. Siamo interessati ad estenderle e ad allacciarne di nuove su di un terreno di amicizia franca e leale. Vi sono tradizioni nazionali, di cultura, di amicizia, di buon vicinato, vi sono esperienze nuove e nuove aspirazioni che possono moltiplicare le occasioni di incontro, di dialogo, di cooperazione. Non abbiamo e non intendiamo avere rapporti con la fazione al potere in Cecoslovacchia. Praga continua ad essere una ferita aperta nel cuore dell’Europa. I normalizzatori non hanno normalizzato l’opposizione socialista cecoslovacca. Non possono normalizzare i nostri sentimenti. A dieci anni di distanza dall’invasione straniera contro un popolo e uno Stato sovrano noi confermiamo la nostra solidarietà e il nostro appoggio a quanti tengono vive le ragioni e la speranza di un socialismo dal volto umano. Abbiamo sviluppato importanti relazioni con partiti e movimenti progressisti e di ispirazione socialista dell’area mediterranea, dell’Asia, dell’Africa e dell’America latina. Abbiamo sviluppato nuovi contatti con gruppi progressisti ed esponenti del Partito democratico degli Stati Uniti d’America. Abbiamo mantenuto vivi i tradizionali rapporti di amicizia con i comunisti cinesi. Nella sua storia passata e recente il Partito socialista è stato sempre ed intransigentemente un difensore dei diritti dei popoli e dei diritti umani. Oggi è più che mai forte la nostra solidarietà con tutti coloro che lottano per la libertà e contro ogni forma di dittatura e di oppressione. Siamo solidali con chi difende ovunque nel mondo i diritti umani contro la violenza e la degenerazione del potere. Sentiamo come nostra la lotta dei compagni cileni cui siamo legati da vincoli di particolare affetto. Difendiamo i diritti dei popoli ovunque essi non sono riconosciuti, nell’Africa australe come nell’Ogaden, nell’Eritrea, come nel Sahara occidentale, nella tragica vicenda del popolo palestinese. Tratto da Relazione e replica al 41° Congresso del PSI – Torino 29 Marzo-Aprile 1978 SocialismoItaliano1892E’ un progetto che nasce con l’intento “ambizioso” di far conoscere la storia del socialismo italiano (non solo) dei suoi protagonisti noti e meno noti alle nuove generazioni. Facciamo comunicazione politica e storica, ci piace molto il web e sappiamo come fare emergere un fatto, una storia, nel grande mare della rete. www.socialismoitaliano1892.it