C’ERA UNA VOLTA L’ARTIGIANATO

di Daniele De Piero

Coordinatore Socialismo XXI – Friuli Venezia Giulia |

Ogni anno nel nostro paese l’artigianato, fiore all’occhiello di un “made in Italy” di cui ci siamo ridotti a ricordare solo i fasti passati, perde migliaia di imprese, soprattutto al Nord dove in termini assoluti sono maggiormente presenti. La situazione per il “piccolo artigiano”, per l’impresa individuale o con un paio di dipendenti, si fa sempre più pesante: aumento del costo dell’energia elettrica, del gasolio, ritardi negli incassi dalla Pubblica Amministrazione che ha allungato i tempi di pagamento verso i propri fornitori, affidamenti bancari diventati quasi impossibili, aumento dell’imposizione fiscale e degli adempimenti burocratici.

Con una pressione fiscale che supera abbondantemente il 50% ed una burocrazia che costa al mondo delle imprese oltre 30 miliardi di euro l’anno diventa difficile mantenere un’attività e in particolar modo intraprenderne una di nuova. Così si perdono posti di lavoro ma soprattutto non se ne creano. Con il perdurare della crisi le imprese, soprattutto le piccole che non godono certo di aiuti statali, faticano a stare sul mercato e chi vorrebbe entrarci non ce la fa. Lo Stato in questa situazione fa la sua parte ma anziché innescare percorsi virtuosi, attraverso una burocrazia kafkiana grava come un macigno sulle possibilità di ripresa. Facciamo alcuni esempi banali. Un carrozziere, per aprire un’attività, deve far fronte a decine di pratiche in decine di uffici diversi; stessa cosa per un’impresa edile, un fotografo 53 in 18 enti diversi (dati CNA), e lo stesso per chi vorrebbe iniziare la propria attività di estetista, idraulico, meccanico and so on. E questo è solo l’inizio.

Chi ben comincia deve poi far fronte a decine di adempimenti e aggiornamenti previsti e obbligatori nel corso dell’anno. Molto spesso i miei clienti installatori idraulici mi chiedono “Ma io con tutta questa burocrazia, quando lavoro? Di notte? Dovrei assumere una segretaria, ma chi ce li ha i soldi per pagarla? Arrivo a malapena a finemese”. La burocrazia è una macchina che ruba tempo all’artigiano, ne limita lo sviluppo dell’attività e la competitività anche perché di fatto, molto spesso, risulta lentissima, macchinosa e di poca utilità pratica soprattutto per il cliente finale le cui tutele e i cui vantaggi rimangono sempre inalterati. Se a questo quadretto non proprio edificante aggiungiamo il sistema degli anticipi fiscali e dei conguagli il gioco sembra essere piuttosto chiaro.

Qualche tempo fa mi trovavo all’ottavo piano di un condominio in costruzione fronte mare assieme al mio cliente idraulico. Era inverno, faceva un freddo cane, pioveva che diolamandava e noi lì a bestemmiare le nostre sfighe, le tasse e la concorrenza sleale, sventolati di bora tra le malte grezze in una babele di squadre di operai albanesi, rumeni, cingalesi che si arrampicavano sulle impalcature dalle sette di mattina alle sette di sera. Dovendo interpretare talebanamente Marx eravamo due capitalisti in quanto detentori dei propri mezzi di produzione e rispettivamente, furgone, martello demolitore, saldatrice e curvatubi lui, cellulare, pc portatile, automobile van il sottoscritto. Di fatto invece, nulla ci distingueva dalla miriade di anonime presenze che gravitavano attorno al cantiere. Respiravamo la stessa polvere, ingoiavamo lo stesso veleno.

Eravamo anche noi, proletari, tanto quanto quegli operai albanesi e rumeni, vittime e complici di un sistema che soffoca il lavoro stritolandone i diritti mentre qualcun altro, sconosciuto e in quel momento assente, sarebbe arrivato solo a completamento lavori, magari atterrando con l’elicottero sull’ampio terrazzo, per prendere possesso chiavi in mano del suo attico all’ottavo piano da un milione di euro fronte mare, pagato sulla carta.

Sfigati di tutto il mondo abbracciatevi che il nemico non è l’immigrato ma l’apparato elefantiaco dello Stato e il grande capitale!

E tu sinistra smetti di cianciare di diritti se non conosci il valore del sacrificio.

E soprattutto non girarti dall’altra parte.