IL PSI NEL SOCIALISMO EUROPEO E NELL’INTERNAZIONALE

Il partito colloca la sua azione nell’ambito del socialismo dell’Europa occidentale e dell’Internazionale socialista e sviluppa relazioni bilaterali proprie anche fuori del quadro dell’Internazionale socialista.

Il suo rinnovato impegno in questo campo credo sia sostenuto dal più largo consenso del Partito. Mi permetto di osservare che le polemiche che sono riecheggiate a proposito di assi preferenziali nell’ambito della solidarietà socialista europea trovano scarso riscontro nella realtà dei fatti. Le nostre relazioni con i Partiti socialisti e socialdemocratici europei non sono né una novità né una improvvisazione: esse hanno oggi una base comune e un’eguale grado di intensità e sono diverse in rapporto alle diverse esperienze e alle diverse condizioni storiche in cui si è sviluppata l’azione del movimento socialista e democratico in Europa.

C’è una affinità e una impronta propria che accomuna i Partiti socialisti dell’Europa latina e mediterranea che hanno anche visto in quasi tutti i Paesi un diverso e più contrastato sviluppo del movimento operaio, diviso nella componente socialista e nella componente comunista. C’è un legame che nasce dalla storia e dalla influenza originaria ideologica e pratica fra i Partiti della classe operaia e dei lavoratori tedeschi ed austriaci con il socialismo italiano. Una solidarietà che ha sempre operato anche nei momenti difficili e di più aspro dissenso tra il Psi e il resto del socialismo europeo, che ci tiene uniti e vicini al movimento laburista britannico.

L’amicizia, il rispetto e il più vivo interesse per le sue notevoli esperienze riformatrici caratterizza il nostro rapporto con il socialismo scandinavo e il Partito laburista olandese.

L’eurosocialismo di cui si è parlato e si parlerà è una realtà in movimento, una realtà di grandi forze popolari che tendono a convergere su di un terreno e verso prospettive comuni alla cui definizione ciascuno porta il contributo della sua esperienza, il bagaglio che gli è proprio e che deriva dalle lotte condotte nel corso dei decenni nel proprio Paese e sul piano internazionale.

In questo noi abbiamo un dato specifico da far valere: non la pretesa di una indimostrabile superiorità, ma il prodotto di una riflessione critica sulle esperienze del movimento operaio italiano e sugli elementi costitutivi, democratici, classisti ed internazionalisti della nostra storia travagliata.

Il Psi ha mantenuto sinora relazioni dirette ed amichevoli con Partiti comunisti dell’Est europeo, in Particolare con il partito jugoslavo e quello rumeno. Siamo interessati ad estenderle e ad allacciarne di nuove su di un terreno di amicizia franca e leale. Vi sono tradizioni nazionali, di cultura, di amicizia, di buon vicinato, vi sono esperienze nuove e nuove aspirazioni che possono moltiplicare le occasioni di incontro, di dialogo, di cooperazione.

Non abbiamo e non intendiamo avere rapporti con la fazione al potere in Cecoslovacchia. Praga continua ad essere una ferita aperta nel cuore dell’Europa. I normalizzatori non hanno normalizzato l’opposizione socialista cecoslovacca.

Non possono normalizzare i nostri sentimenti. A dieci anni di distanza dall’invasione straniera contro un popolo e uno Stato sovrano noi confermiamo la nostra solidarietà e il nostro appoggio a quanti tengono vive le ragioni e la speranza di un socialismo dal volto umano.

Abbiamo sviluppato importanti relazioni con partiti e movimenti progressisti e di ispirazione socialista dell’area mediterranea, dell’Asia, dell’Africa e dell’America latina. Abbiamo sviluppato nuovi contatti con gruppi progressisti ed esponenti del Partito democratico degli Stati Uniti d’America. Abbiamo mantenuto vivi i tradizionali rapporti di amicizia con i comunisti cinesi.

Nella sua storia passata e recente il Partito socialista è stato sempre ed intransigentemente un difensore dei diritti dei popoli e dei diritti umani. Oggi è più che mai forte la nostra solidarietà con tutti coloro che lottano per la libertà e contro ogni forma di dittatura e di oppressione. Siamo solidali con chi difende ovunque nel mondo i diritti umani contro la violenza e la degenerazione del potere. Sentiamo come nostra la lotta dei compagni cileni cui siamo legati da vincoli di particolare affetto.

Difendiamo i diritti dei popoli ovunque essi non sono riconosciuti, nell’Africa australe come nell’Ogaden, nell’Eritrea, come nel Sahara occidentale, nella tragica vicenda del popolo palestinese.

Tratto da Relazione e replica al 41° Congresso del PSITorino 29 Marzo-Aprile 1978