SOCIALISTI MARTIRI

di Giustino Languasco

Direzione Nazionale Socialismo XXI Coordinatore Liguria

La famiglia Cervi era una famiglia socialista, apertamente socialista, convintamente socialista, come Giacomo Matteotti.

Prima dell’avvento del fascismo, il padre di questa numerosa famiglia contadina del modenese aveva militato nel partito popolare di Don Sturzo.

Dopo l’omicidio Matteotti il padre Alcide si convinse dell’idea socialista umanitaria e così su sua influenza tutti i suoi figli.

E tali rimasero per tutto il ventennio del regime fascista, fra difficoltà e ostacoli che il regime metteva loro, fino al 1943, anno in cui organizzarono la più forte banda partigiana della zona, combattente in armi contro il nazifascismo.

Socialisti in politica, cristiani di Religione.

Una cosa che dava fastidio a molti allora e ancora oggi.

Fastidio ai cattolici e fastidio ai comunisti.

Ma la verità storica non va alterata.

Camillo Prampolini, colui che predicava la conciliabilità piena dei valori cristiani con i principi del Socialismo umanitario (o utopista come con intento spregiativo lo definivano i comunisti anti utopisti o “realisti”, era di Reggio Emilia.

Combatterono da socialisti morirono da socialisti.

Il 25 novembre dello stesso anno, un mese prima, i Cervi vengono sorpresi insieme ad alcuni componenti della loro “banda” nella loro casa colonica. Siamo al podere dei Campirossi, tra Campegine e Gattatico, in aperta campagna reggiana. Un plotone di militi della Guardia Nazionale Repubblica circonda l’abitazione, su precise indicazioni da parte di delatori locali.

La “spaghettata antifascista” è una tradizione nata il 25 luglio 1943, giorno della caduta del fascismo, quando la famiglia Cervi, partigiani, festeggiò la notizia cucinando e distribuendo pasta a tutti in piazza, come gesto di gioia e libertà dopo anni di dittatura. Da allora, ogni anno in diverse località d’Italia, si organizza la “spaghettata antifascista” per ricordare quell’evento e il valore della Resistenza.

La pastasciutta antifascista del 25 luglio ’43, facciamola sempre!

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