di Franco Astengo |

L’atteso risultato delle elezioni polacche ha fornito un impulso positivo a chi ritiene imperativo categorico fermare l’ondata di destra in Europa: pericolo presentatosi in particolare dopo i segnali arrivati dalle tornate elettorali in Baviera e in Assia.

Un risultato quello ottenuto dalle forze europeiste variamente collocate presenti in Polonia in grado di varare una formula di governo appare tanto più da rimarcare perché realizzato con una partecipazione al voto del 74,38% degli aventi diritto e quindi in crescita del 12,68% rispetto al 2019.

In precedenza alla possibilità di disporre di dati più affinati da utilizzare per analisi maggiormente approfondite mi permetto un solo spunto di riflessione.

Le elezioni polacche, infatti, hanno avuto quale oggetto del contendere il tema europeo in una sorta di bipolarismo tra la concezione sovranista – populista degli Stati e quella – interpretiamola in questo modo – più significativamente europeista.

Sarà questo il tema delle elezioni dei rappresentanti dei 27 paesi al Parlamento Europeo che si svolgeranno tra il 5 e il 9 giugno 2024.

Si tratterà, in ogni evenienza, di un confronto dai tratti bipolari che impegnerà anche lo schieramento politico italiano e sarà difficile sfuggirvi: tanto più che in ballo ci sarà la formazione della maggioranza a Strasburgo che dovrà eleggere la presidenza della Commissione ed è nota la propensione a destra di formare una coalizione diversa da quella denominata “Ursula” che ha portato a suo tempo all’elezione della tedesca Von der Leyen.

A sinistra allora il punto da affrontare mi pare dovrebbe essere quello del come affrontare, almeno per quel che riguarda l’Italia,la necessità di rappresentare efficacemente un punto di articolazione dello schieramento europeista (con un occhio rivolto agli equilibri interni e alle proporzioni che assumeranno le dimensioni di voti dei maggiori contendenti nel quadro proporzionale).

I punti di caratterizzazione della sinistra pensabili come nell’ambito appena definito

1) quello della situazione internazionale che potremmo definire “della pace” che passa attraverso la non identificazione tra Unione Europea e NATO;

2) quello istituzionale interrogandoci se non possa essere il caso di riprendere in mano il progetto di Costituzionalizzazione Europea e di revisione dei Trattati;

3) il tema economico – sociale che deve essere portato avanti avendo come punto di partenza della proposta l’enorme crescita delle disuguaglianze verificatosi nel periodo e il tema dell’accoglienza ai migranti.

Su queste basi potrebbe anche essere avviato un discorso – che sarà molto complicato – sugli schieramenti.