L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE: QUALI PERICOLI?

di Luigi Ferro – Presidente di Socialismo XXI |

L’ intelligenza artificiale permette ai sistemi di capire il proprio ambiente, mettersi in relazione con quello che percepisce e risolvere i problemi, agendo verso un obiettivo specifico.

Esistono tre tipi di intelligenza artificiale: quella artificiale limitata, artificiale generale e la superintelligenza artificiale. Insomma, l’intelligenza artificiale consente di progettare sistemi hardware e sistemi di programmi software che consentono all’elaboratore elettronico di fornire certe prestazioni.

Gli ambiti di applicazione sono numerosi, ma quali i limiti?

Di certo questi sistemi pongono problemi giuridici ed etici. Il progetto di legge Europea sulla intelligenza artificiale sara’ operativo nel 2024 per una regolamentazione del settore. Gli USA sono piu’ avanti in tema di tutela della privacy.

I rischi maggiori sono pero’ le pratiche manipoative e la possibilita’ per l’IA di avere un certo grado di autonomia decisionale anche se allo stato a mettere in atto le proprie determinazioni sono sempre gli esseri umani. Invece nel caso di veicoli autonomi la macchina potrebbe prendere tutte le decisioni ed eseguirle.

Siamo di fronte a una tecnologia davvero dirompente con capacita’ addirittura di mentire per raggiungere una serie di obiettivi o commettere reati e violazioni informatiche.

Non e’ peregrino sostenere che chi controlla l’ IA controlla il mondo.

Come tutti i fenomeni tecnologici occorre avere la massima attenzione per le implicazioni o le ricadute dell’ IA nelle nostre vite. Deve essere chiara la contrarietà a un mondo gestito esclusivamente da macchine che possono avere un certo grado di autonomia decisionale e fare a meno dell’uomo con i suoi tempi di reazione o di intervento piu’ lenti. Il rischio e’ notevole. Necessaria appare una regolamentazione basata su principi etici inconfutabili, possibilmente universale.

Cio’ peraltro presupporrebbe la condivisione delle conoscenze tra i popoli per una forte responsabilizzazione di tutti per evitare un uso inappropriato di questa nuova tecnologia.

I rischi sono molteplici, ma il progresso tecnologico non puo’ essere fermato. Regolamentato e guidato, certamente. Per non commettere gli errori del nostro passato.

Un’ ultima riflessioni attiene al mondo virtuale che rende le società e i singoli sempre piu’ soli. Piu’ deboli. Una società che in futuro potrebbe dialogare esclusivamente con una macchina o con un robot (la memoria mi porta a film come War Games, Terminator, etc. ) spaventa i piu’ accorti. Il tema delle relazioni umane rischia di essere fortemente compromesso e con esso il suo portato culturale.

L’ IA aiuterà l’umanita’, va sostenuta, soprattutto per l’impatto positivo in campo medico, ma stiamo attenti ai pericoli che questa nuova tecnica potrebbe causare nella nostra vita in assenza di quei comportamenti etici universali e di leggi adeguate , anche queste universali, capaci di limitarne i rischi mettendo al centro l’ uomo con la sua intelligenza e sensibilita’. Sempre!

IL RAPPORTO TRA INTELLIGENZA ARTIFICIALE E LAVORO

L’intelligenza artificiale fa parte della nostra vita e di conseguenza trasformera’ il mondo del lavoro. L’ IA riguarda tutti i settori e nasce per aumentare la produttivita’ con meno persone.Pensiamo ai supermercati dove invece del cassiere troviamo le casse automatiche.

In un mondo che sara’ dominato dalle macchine, quali scenari si avranno sul fronte lavorativo?

Secondo una recente ricerca dell’OCSE, le attivita’ lavorative a rischio automazione sarebbero circa il 28% del totale. Si tratta di settori legati alla produzione, alla costruzione, all’ allevamento, all’agricoltura e al trasporto.

Per ora, ovviamente!

Se da un lato l’IA portera’ ad un aumento dei posti di lavoro e’ altrettanto vero che in alcuni settori l’automazione fara’ decrescere il tasso di occupazione.

Quali rimedi per evitare il collasso e un numero considerevole di soggetti senza lavoro?

La sfida e’ giuridica ma anche etica. Una societa’ giusta e libera non lascia indietro nessuno. Occorre evidentemente investire in settori dove la presenza dell’ uomo e’ primaria. Investire in cultura, turismo, per esempio. Ricerca e formazione. Biotecnologia e innovazione.

Altro settore essenziale e’ la scuola e l’ istruzione. Di fondamentale importanza sono le questione climatiche e ambientali. Insomma investire in settori dove e’ necessaria la forza lavoro dell’uomo. La sua presenza.

Ma cio’ non basta!

Occorre pensare a forme di sostegno universali qualora il mercato non sia in grado di assorbire tutti e di garantire a tutti una fonte di reddito da lavoro per sopravvivere.

Secondo alcuni economisti, il futuro deve basarsi sui concetti di decentralizzazione e di reddito universale.

In Alaska gli abitanti ogni anno ricevono un assegno che deriva dagli utili generato dall’estrazione di gas e petrolio nel territorio nazionale. Le materie prime in Alaska sono considerate risorse comuni. In Italia pensiamo per esempio ai profitti dell’ENI, facendo un parallelo. Questo è il modello di decentralizzazione ovvero creare aziende che gestiscono le risorse comuni che a loro volta producono un reddito universale per sostenere l’umanita’ in un mondo con poco lavoro.

Anche il mondo del software dovrebbe essere assoggettato al decentramento per evitare, peraltro, l’eccessiva concentrazione e monopolizzazione del settore nelle mani dello Stato o di aziende private.

Mettere in campo politiche di sostegno concrete per aiutare popolazioni prive di lavoro.

A tutto questo occorre pensare anticipatamente accompagnando la societa’ alla transizione verso un mondo dove l’automazione lentamente sostituira’ l’uomo in alcuni settori essenziali.

Una forza di ispirazione socialista non può trascurare la portata della questione ed immaginare il futuro.

I processi di trasformazione della societa’ o di cambiamento sono necessari per migliorare le condizioni generali di vita di tutti. Si chiama progresso. Ma opportunamente occorre ripensare al nostro modello economico e sociale perche’ sia concretamente inclusivo. Il rischio e’ di aumentare il disagio sociale e quelle forme di disuguaglianza che abbiamo il dovere di contrastare e di combattere.

E’ l’essenza del socialismo!

Pensare al futuro adesso e alle ricadute nelle nostre vite dell’IA per progettare la societa’ del futuro. Una societa’ giusta e libera dove a tutti sia consentito di vivere dignitosamente. Ne consegue che se e’ vero che l’automazione soppiantera’ la forza lavoro degli uomini in alcuni settori, e’ questo il momento di pensare a politiche di sostegno universali onde evitare crisi sociali dagli esiti incerti. A quelle forme di aiuto per non lasciare indietro nessuno.

Il socialismo deve occuparsi di questo e traghettare il processo di transizione con tranquillita’ e serenita’ verso un futuro che non deve terrorizzarci. Accompagnarci in un mondo che ci auguriamo sia migliore dell’attuale dove l’IA e il genere umano possono coesistere. Non solo.

Il socialismo deve spingere, come nei precedenti articoli abbiamo sostenuto, per la nascita di un codice etico e di regolamentazione universali necessari per l’impatto devastante nelle nostre vite che l’IA avra’ e per contrastare da subito tentativi manipolatori dell’uomo e un uso criminale della scienza.

Noi di Socialismo XXI faremo la nostra parte.

ANCORA SULLA INTELLIGENZA ARTIFICIALE

Abbiamo sostenuto nel precedente articolo l’ importanza di etica dell’ intelligenza artificiale.

Ricercatori, imprenditori, scienziati hanno chiesto regole comuni e protezioni dalle conseguenze piu’ deleterie.

Il 17 aprile scorso a Torino si e’ discusso delle implicazioni dell’ intelligenza artificiale e del pericoli che le macchine in futuro potrebbero rimpiazzare l’uomo in tutto.

Con i cambiamenti che vi saranno con l’IA e’ necessario definire una nuova etica con una certa urgenza per evitare che il business model che caratterizza il capitalismo diventi fonte di nuova monetizzazione.

L’estrazione dei dati, il mondo della formazione(es. Tesi scritte da un LIM), la comunicazione artificiale, sono una parte dei problemi affrontati dal manifesto in corso di pubblicazione, ma non basta.

La sfida e’ appena iniziata, ma dobbiamo essere rapidi per evitare quei pericoli ricordati nel precedente articolo. In definitiva, etica e leggi universali per un progresso tecnologico consapevole e con pochi rischi.

INTELLIGENZA ARTIFICIALE E UE

Il 14 giugno del 2023 il Parlamento europeo ha dato il via libera all’ Artificial Intelligence Act che regolera’ l’IA nel rispetto dei diritti e dei valori dell’ UE. L’ approvazione definitiva della regolamentazione dovrebbe arrivare a fine anno e dovrebbe entrare in vigore tra il 2024 e il 2025.

Cosa prevede l’AI ACT?

La regolamentazione definisce i livelli di rischio associati all’ impatto dei diversi sistemi di intelligenza artificiale sulla vita delle persone. I sistemi di IA considerati a rischio inaccettabile sono pertanto vietati quando costituiscono una minaccia per le persone. Si tratta di sistemi di IA che utilizzano tecniche manipolative o ingannevoli, sistemi che sfruttano le vulnerabilita’ di individui o gruppi, sistemi utilizzati per il social scoring, sistemi che prevedono reati penali o amministrativi, sistemi che creano o espandono data base di riconoscimento facciale attraverso web scraping, sistemi che seducono le emozioni nelle forze dell’ ordine, nella gestione delle frontiere, sul posto di lavoro e nell’ istruzione.

Ad alto rischio sono anche i sistemi di IA che influiscono negativamente sulla sicurezza e sui diritti fondamentali (infrastrutture critiche, come i trasporti, sicurezza dei prodotti, servizi privati e pubblici, gestione della migrazione, amministrazione della giustizia etc.). Ad alto rischio sono tutti i sistemi di identificazione Biometrica, con qualche eccezione per prevenire minacce terroristiche. I sistemi a rischio minimo sono invece i filtri antispam e i videogiochi abilitati alla IA.

Insomma l’obiettivo della legge e’ di garantire sicurezza, trasparenza, rispetto dell’ ambiente, la tracciabilita’ e il carattere non discriminatorio delle operazioni condotte con sistemi di IA.

Lo scopo del regolamento e’ quindi quello di promuovere una IA affidabile che garantisca sicurezza, salute, diritti, democrazia, tutela dell’ ambiente, innovazione.

Si tratta della prima legge dell’UE in tema di IA che speriamo possa influenzare altri ordinamenti giuridici, in primis gli Stati Uniti. Tema gia’ in precedenza approfondito nel sostenere principi etici e leggi di regolamentazione universali.

Non vi è dubbio circa l’ impatto dirompente dell’IA nelle nostre vite, ma occorre evitare che questi sistemi innovativi finiscano in mani criminali o che vengano impiegati in maniera inappropriata.

Certo, la legge in corso di approvazione ha dei limiti. L’elenco delle pratiche vietate adottate non include l’uso dell’IA per facilitare respingimenti illegali. Non solo.

Una questione controversa e’ l’identificazione Biometrica remota come il riconoscimento facciale: la proposta suggerisce di vietare in modo completo l’uso in tempo reale della RBI e di consentire il post RBI.

La legge infine non concede il diritto alle persone di essere rappresentate da una organizzazione di interesse pubblico e di presentare reclamo quando influenzate negativamente da un sistema di IA.

In fondo e’ una prima legge sulla materia, ma sui diritti e sulle tutele occorre fare ancora qualche passo in avanti.

Rispetto alla legislazione statunitense, quella dell’UE sicuramente appare piu’ efficace, anche se occorrono dei correttivi come ho innanzi evidenziato che speriamo arrivino quanto prima. Non rimane che esortare i nostri parlamentari europei trattandosi di legge in corso di approvazione.

Ma insisto per la definizione di un codice di condotta universale per armonizzare a livello globale le pratiche legate ai sistemi di IA e per garantirne un utilizzo sicuro, trasparente e etico.