UN NUOVO SOCIALISMO E’ POSSIBILE IN ITALIA

di Luigi Ferro – Presidente Socialismo XXI |

Dopo l’esito elettorale del 25 settembre e la disfatta del centrosinistra, ci si interroga ancora sulle cause di una sconfitta annunciata. Senza voler approfondire gli argomenti, rileva su tutti una questione non più rinviabile la sinistra deve ritornare alle sue radici. Ma quali?

Di certo occorrono idee e proposte di cambiamento e di trasformazione della societa’. Ma per arrivare a tanto è necessario tornare alle nostre radici. Il richiamo ai valori della liberta’, dell’uguaglianza, della giustizia sociale, delle pari opportunita’ e del sapere che rappresentano le radici del socialismo.

Nella nostra societa’ il socialismo si caratterizza anche come risposta al problematico rapporto tra l’umanita’ e la natura. Una questione globale inevitabilmente legata al futuro del nostro pianeta e, soprattutto, dei suoi abitanti.  Si tradirebbe il socialismo senza una visione internazionalista della societa’. Una societa’ sempre più complessa e sempre più connessa che ha di fatto globalizzato tutti i contrasti e le contraddizioni sociali della nostra epoca. Una complessita’ universale che le spinte neoliberiste degli ultimi trent’anni, che hanno infettato anche un certo mondo della sinistra in Italia, non possono evidentemente sciogliere. E’ fallita l’idea di un mercato in grado di risolvere i nostri problemi, che ha sacrificato i diritti della persona, dei lavoratori, anzi che ha spersonalizzato i lavoratori, trasformandoli in numeri, in macchine.

E’ fallita l’idea di un mondo dove tutto può essere tollerato, anche la distruzione del nostro pianeta. La crisi climatica è un problema che va affrontato seriamente e immediatamente, ma manca la giusta sensibilita’ per trovare risposte risolutive. La guerra, la crisi energetica e dei prezzi, i fenomeni migratori, si possono superare solo con interventi e risposte globali. Il dibattito politico attuale appare privato della capacita’ di costruire il futuro, poiché manca una visione nazionale ed internazionale della societa’. Ed è qui che si annida la debolezza di una sinistra priva della capacita’ di costruire una prospettiva sostenibile per l’Italia e per il mondo. Quando manca un serio processo di rinnovamento e di cambiamento perché i tratti identitari sono finiti in un cassetto.

Recuperare i valori identitari è un percorso complicato, difficoltoso, ma la risposta è nei valori del socialismo.

Spesso sento dire che oggi nessuno parla di socialismo. In parte è vero, specie tra le nuove generazioni. Ma è altrettanto vero che nel nostro Paese da tempo manca un’area culturale e politica di riferimento, cui guardare e rivolgersi per ottenere le necessarie risposte alle molteplici complessita’ del nostro tempo.

Discutere di stato sociale e di ampliamento dei diritti sociali, dei diritti della persona, dei temi ambientali, di lavoro, di come combattere precarieta’ e disuguaglianze sociali, è discutere di SOCIALISMO. Occorre pero’ andare oltre la discussione e costruire la casa del socialismo in Italia.

Ma solo in parte, come dicevo, perché dopo la disfatta elettorale del 25 settembre la questione socialista è tornata prepotentemente alla ribalta in Italia.

E’ il lavoro che l’Associazione Socialismo XXI porta avanti da alcuni anni ritenendo questa l’unica via percorribile. La vera alternativa politica per la sinistra italiana. Non a caso verra’ lanciato “il Tavolo di Concertazione” a Roma il 21 gennaio per costruire un nuovo soggetto politico del socialismo in Italia attraverso il modello dell’Epinay, come in Francia nel 1971, senza primogenitura di sorta, mantenendo ciascuno la propria autonomia fino allo scioglimento di tutti i soggetti (forze Politiche, Circoli, Associazioni etc.) e fino alla nascita di un grande partito di ispirazione socialista nel nostro Paese.

Un tavolo di discussione e organizzazione “aperto” (sono state inviate circa settanta lettere di inviti alla partecipazione). Un Tavolo di libero confronto sul modello di socialismo che si intende costruire, proprio nel mese di gennaio, come allora in Francia. Un caso? Forse, ma foriero di belle speranze. Una grande opportunità che non deve e non può essere gettata alle ortiche. E’ arrivato il momento di costruire nel nostro Paese una vera alternativa politica, con idee, proposte e programmi, e con una classe dirigente qualificata, capace di affrontare le “enormità” di questo terzo millennio.

Con chi ci sta, ovviamente!

Si tratta di infliggere un colpo letale al neoliberismo e ai guasti prodotti. Un nuovo inizio, una nuova storia. Un socialismo capace di collocare in un’unica prospettiva lavoro, giustizia sociale, ecologia. Con una visione del futuro. In grado di ascoltare il futuro e di guidare i necessari processi di trasformazione della nostra societa’, e di essere internazionalista.

Senza dimenticare le radici del socialismo, un nuovo socialismo in Italia è possibile.