RISOLUZIONE SUL CONFLITTO IN UCRAINA

La guerra in Ucraina deve cessare.

Chiediamo che siano fermate tutte le azioni militari iniziate con l’aggressione russa ad uno Stato sovrano e indipendente e che la diplomazia affermi al più presto la sua funzione di dialogo e di negoziazione favorita da un’opera di mediazione di potenze terze, sviluppando positivamente le proposte espresse dai Presidenti Macron e Draghi nei giorni scorsi.

L’Unione Europea dev’essere protagonista – e non lo sta dimostrando – per una funzione di pressione diplomatica su tutte le potenze, a cominciare da Russia, Stati Uniti e Cina, affinché sia realizzato il blocco delle azioni militari, sia avviato un dialogo fra Stati e, allo stesso tempo, si esamini la situazione di crisi alimentare – per provvedere al riguardo – che ha avuto avvio con il blocco delle esportazioni di cereali dall’Ucraina e dalla Russia, suscettibile di espansione mondiale.

Non sono accettabili le minacce nucleari reiterate dalla Russia, poi smentite, poi riaffacciate. Esse indicano un alto livello di nervosismo politico e militare e di tensione che devono essere celermente superati.

Sono criticabili le dichiarazioni in libertà di vari esponenti politici italiani e stranieri, governanti nazionali e dell’Unione europea sull’adesione di altri Stati alla NATO, omettendo di valutare ciò che il trattato NATO prevede e cioè che siano gli Stati già aderenti a invitarne altri ad aderire dopo aver compiuto l’esame se ulteriori ammissioni elevino le condizioni di sicurezza. Mancano un esame da parte del Parlamento italiano ed un voto di indirizzo su questo delicatissimo punto.

La NATO ha una funzione difensiva e non può essere concepita come strumento di espansione politica e/o militare oltre i limiti territoriali di sicurezza.

La sicurezza fra Stati si raggiunge con accordi di distensione e di disarmo, analogamente e meglio di quanto fu realizzato con l’’Atto finale della Conferenza sulla sicurezza e la cooperazione in Europa di Helsinki del 1975, firmata da trentacinque stati, che costituì la base per la successiva creazione dell’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE).

Questa sarebbe una via certamente faticosa ma forse l’unica per un dialogo fra tanto Stati, in assenza di un disarmo nucleare globale che resta l’ideale condizione alla quale l’umanità dovrebbe aspirare.

L’Unione Europea deve avanzare nel processo di integrazione delle politiche fra gli Stati aderenti, fino a progettare una concertazione delle politiche militari e poi una difesa comune e appare utile che il Consiglio europeo e il Parlamento europeo decidano sul processo di avanzamento e integrazione che dovrà portare alla revisione dei trattati dell’Unione nella direzione dell’autonomia strategica aperta, della sicurezza, della sostenibilità e della competitività, del miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro e del rispetto dello Stato di diritto e dei diritti fondamentali.  

Gli interessi in gioco a livello internazionale pongono in enormi difficoltà le economie e le condizioni sociali di tutti gli europei per l’inflazione in crescita e la carenza di diversificazione delle fonti di approvvigionamento di gas e petrolio. Le sanzioni applicate alla Russia sono causa di significative penalizzazione dell’economia italiana.

Non è solo in atto il dramma delle popolazioni locali, ma si sta svolgendo una lotta internazionale per l’approvvigionamento di materie prime energetiche che mette in pericolo la solidità delle stesse istituzioni europee.

L’Unione Europea é una realtà che interessi economici non europei e russi vogliono rendere debole e, purtroppo, tale si sta mostrando la sua politica internazionale.

In questo periodo diverse località italiane stanno subendo un forte ingorgo di attività di organizzazione militare, talune creatrici di disagio e preoccupazione anche per i danni economici che causano, come sta accadendo in Sardegna che appare penalizzata da eccessi di divieti terrestri e marittimi posti alle normali attività civili e commerciali.

L’Associazione Socialismo XXI secolo invita i partiti e i movimenti politici italiani ad assumere presto la responsabilità di decisioni parlamentari d’interesse nazionale nei campi energetico, militare, economico e alimentare.