Le progrès social et humain, il successo di Jean Luc Mélenchon

di Silvano Veronese – Vice Presidente Socialismo XXI |

I risultati del primo turno delle “presidenziali” francesi hanno rispettato le previsioni o quasi in quanto il risultato imprevisto è stato il successo di Jean Luc MELENCHON che ha sfiorato per poco piu’ di un punto percentuale il secondo posto ed il ballottaggio al secondo turno con il Presidente uscente Macron.

Il destrume ed il moderatume nostrani avevano dipinto Melenchon come un “pericoloso estremista di sinistra , populista ed antieuropeo”. Non con è così. Jean Luc è stato per molti anni – fino al 2008 – esponente di sinistra del Partito Socialista ed è stato anche ministro nel Governo presieduto dal compagno Jospin.

E’ uscito dal Partito socialista francese nel 2008 in rottura con il segretario Hollande, accusandolo di essersi piegato (come una buona parte della sinistra democratica italiana) ad una deriva liberista. E’ un socialista libertario, fautore di un socialismo forte, di un riformismo radicale che sappia interpretare con politiche sociali ed economiche adeguate il diffuso malcontento e disagio sociale esistente in tutta Europa che, non a caso, vede ovunque una grave perdita del potere d’acquisto delle retribuzioni e delle pensioni ed un aggravamento delle condizioni di vita dei ceti più deboli della società.

Un disagio sociale che Macron ora ed Hollande prima – al pari del centrosinistra italiano – non ha saputo comprendere ed affrontare lasciando grandi spazi al populismo “poujadista” della destra non democratica.

Melenchon ha raccolto attorno a sé anche posizioni di movimenti di sinistra estrema, in particolare fra i giovani, ma la sua proposta politica si differenzia dal Partito comunista, dai troskisti, dagli ecologisti nonché dal Partito socialista che – al pari dei “gollisti” – è al peggior risultato politico in assoluto della sua storia.

Nel presentare la Sua candidatura cinque anni fa (ma la Sua posizione non è oggi cambiata) disse e scrisse :

…il vero Rinascimento europeo passa per motivare i popoli europei – così diversi per storia e culture – con una lingua comune, quella che parli dell’interesse generale e non di quello di una minoranza di privilegiati, che parli dei diritti sociali e dei beni comuni, dei servizi pubblici essenziali da difendere ed estendere e da ricostruire dopo una loro devastazione trentennale ad opera di una spregiudicata ed incontrollata azione del c.d. libero mercato imposta dalla grande finanza sulla politica. C’è bisogno di dare sostanza vera al principio della sovranità popolare contro l’oscurantismo del denaro e l’integralismo del pensiero unico liberista…..

A Rimini, alla Conferenza costitutiva di “Socialismo XXI”, non dicemmo cose diverse e per questo, al di là delle situazioni e condizioni di quadro politico diverse tra l’Italia e la Francia, salutiamo con soddisfazione il risultato del compagno Melenchon che costringerà Macron, se vuole vincere al 2° turno, prendere in considerazione le Sue indicazioni programmatiche sul piano delle politiche sociali e per una revisione dell’Europa affinché non sia solo una Unione monetaria e del mercato comune.

Il suo risultato indica anche la strada da seguire per una rinascita di un movimento socialista moderno perché sa affrontare i problemi complessi di una società in trasformazione rifiutandosi di sottomettersi al pensiero liberista che molti vorrebbero unico.