NOTA SULLA CRISI DI GOVERNO

 

di Silvano Veronese – Vice Presidente di Socialismo XXI |

 

Si è verificato quello che, come Comitato per l’Unità Socialista di cui è parte significativa “Socialismo XXI”, prevedevamo nel nostro recentissimo documento “Mettere in sicurezza l’Italia” : la mancata soluzione della crisi politica e l’iniziativa a questo punto del Presidente della Repubblica per la formazione di un governo “istituzionale”, appoggiato da una largo schieramento parlamentare ma non sottomesso ai giochi di potere dei Partiti.

L’iniziativa del Presidente Mattarella, espressa in tutta la sua gravità e preoccupazione per lo stato del Paese, risiede tutta nella irrisolutezza dei partiti (o presunti tali) e conferma l’analisi della nostra riflessione dell’anno scorso alla “Lungara” con la bella e profonda relazione del compagno Beppe Scanni. Dicemmo che l’Italia si avviava al rischio di tramutare la crisi di destrutturazione del sistema dei  partiti in decomposizione del sistema politico. E’ cio’ che potrebbe capitare con quanto è successo nella giornata odierna, anche perchè non sappiamo se l’offerta dell’incarico di formare il governo a Mario Draghi sarà accolto dall’interessato e,  se lo fosse,  se potrà incontrare il successo parlamentare.

Quella che non abbiamo smesso di denunciare da vari mesi come una gravissima crisi economica, di finanza pubblica e sociale di un Paese già prostrato dalle tragiche conseguenze della pandemia ancora dilagante potrebbe tradursi anche in una crisi democratica, trovando nel qualunquismo populista e nella protesta del profondo disagio sociale esistente validi agenti.                                            

C’è da sperare in un sussulto, non di intelligenza politica perchè quella resterà inesistente, di ragionevolezza da parte delle forze politiche per sostenere una soluzione governativa di alto profilo in termini di competenza e di prestigio nel mondo, l’unica che ci permetta – sia pure di transizione fino alle elezioni del ’23 – di riparare le macerie ed avviare un rinascimento del Paese.              

In questo vuoto della politica, emerge l’urgente necessità di farla finita con le negative esperienze dei “partiti personali”, dei “partiti-azienda”, dei “partiti-comitati elettorali o d’affari” per ritornare ai grandi partiti popolari legati alle alte culture della civiltà  occidentale,  ad una ideologia di valori e di principi universali, a visioni di progresso e di evoluzione  della società. In questo ambito può e deve trovare posto la ricostituzione di una forza socialista unitaria, determinante ed adeguata ai nuovi bisogno ed attese del XXI secolo.