TERZIARIZZAZIONE E LOTTA DI CLASSE

Nella foto Warren Buffet © Getty Images

 

di Renato Costanzo Gatti Socialismo XXI Lazio |

 

A fine marzo 2021 una valanga di lavoratori sarà licenziata. La paura del futuro si diffonde negli strati più deboli della società. I miliardi spesi in sussidi e ristori non saranno bastati a frenare lo scontento di base, uno scontento disperato perché senza prospettive, senza un qualcosa cui agrapparsi, un qualcuno cui rivolgersi. E le jene ed i sciacalli avanzeranno agitando la paura e facendo proseliti.

Dov’è finita la classe operaia? Ci troviamo di fronte a una diaspora, una frantumazione di chi lavora: dai clandestini a raccogliere pomodori ai lavoratori digitalizzati ad alta qualificazione; dal lavoro femminile discriminato al dirigente robotizzato; dall’immigrato integrato all’operaio cassintegrato; dal precario al rider; dall’esodato allo stagista. Ci mancava solo lo smart-worker.

Non ci sono più le camere del lavoro, le case del popolo; le cooperative sono diventate strumenti del padrone per rendere variabile una spesa fissa, il sindacato boccheggia e non esiste un partito del lavoro.

L’occupazione industriale è scesa sotto il 30% mentre quella terziaria supera il 70% il resto sono gli occupati agricoli. La terziarizzazione consegue all’utilizzo della mano d’opera dei paesi terzi che costa molto meno. La rivoluzione 4.0 trasla al lavoro morto moltissime mansioni del lavoro vivo. L’Intelligenza artificiale, il machine learning mette in soffitta moltissimi lavoratori intellettuali.

La curva Gini segnala la crescente polarizzazione nella distribuzione sia dei redditi che delle ricchezze, denunciando quindi la retrocessione delle classi medie verso posizioni più basse. La disuguaglianza aumenta nei paesi avanzati e a livello mondiale, se non fosse per i risultati della Cina, la globalizzazione non ha inciso più di tanto sulla redistribuzione del reddito.

Ma l’egemonia del capitale non si esprime solo nella redistribuzione del reddito, essa si manifesta soprattutto nelle decisioni di politica economica sempre più monopolizzate dai grandi capitali monopolistici che escludono dalle scelte la stragrande parte del genere umano.

Come dice Warren Buffet la lotta di classe esiste eccome e il capitale l’ha vinta.

Come rimontare la china perigliosamente rotolata? A mio parere non è sufficiente appellarsi alla classe operaia così frattalizzata e disorientata, anche se una buona dose di pedagogia dialettica gramsciana servirebbe per aiutare a riprendere coscienza e conoscensa; a mio parere occorre contrapporre al capitale l’unione delle forze la cui filosofia non sia il massimo utile per l’impiego del capitale (filosofia oggi imperante nonostante la batosta del 2007) ma la filosofia della scienza, del lavoro, della ricerca, della razionalità.

Ecco che affiancati i ricercatori, gli scienziati, gli operatori economici, le residue forze del lavoro, gli imprenditori schumpeteriani possono contrapporre al capitale la forza delle loro proposte.

L’occasione può essere l’utilizzo dei fondi del NGUE; un progetto che individua poli di investimento verde (l’ILVA), che digitalizza la burocrazia amanuense, che introduce l’intelligenza artificiale nella gestione della giustizia riducendo a pochi secondi gli attuali annosi tempi per arrivare a sentenza, che investe nell’innovazione e nella robotizzazione delle imprese non con sussidi e bonuses (la vergogna di questa finanziaria), ma con partecipazioni azionarie o societarie di cui sia titolare la comunità.

Solo un partito con questo messaggio potrà, a mio parere, essere la novità nel mondo politico italiano ed europeo.