LETTERA DI FRANCO LOTITO A RINO FORMICA. LA SUA RISPOSTA

Caro Rino,

è passato molto tempo (forse troppo) dall’ultima volta che ho avuto il piacere di comunicare con te, da quel primo incontro che avemmo a Torino nell’ormai lontano 2002 al margine del congresso nazionale della UIL. Nel frattempo sono cambiate moltissime cose tranne la necessità di fare qualcosa per riportare i socialisti sul terreno della lotta politica.

Come forse già saprai, un gruppo di compagni politicamente impegnati sul territorio che considera possibile un processo di ricomposizione delle forze socialiste disperse dalla diaspora, si è dato la forma di “Comitato per l’Unità Socialista” e nel corso della sua ultima riunione il compagno Aldo Potenza ha proposto di affidarmene il coordinamento politico. Ho accettato ed ho ringraziato tutti per la fiducia accordatami, ma ti confesso di essermi subito chiesto se esistono le condizioni politiche e di contesto necessarie e, soprattutto se le risorse politiche ed umane a disposizione – per quanto generose – sono adeguate all’obbiettivo ed al lavoro da svolgere. Alla fine mi sono detto che lo sapremo soltanto praticando l’obiettivo. Insomma, tanto realismo ed un po’ di ottimismo.

La prima cosa che ho ritenuto necessario fare è stato indirizzare una lettera di “presentazione” a tutti i compagni che hanno manifestato interesse per l’attività del Comitato, per confermare il mio impegno politico e prospettare la falsariga che mi prefiggo di seguire. Niente più di qualche spunto, naturalmente; da verificare, approfondire e sviluppare.

Nei prossimi giorni, insieme al compagno Potenza – anzi partendo da un documento politico che egli ha elaborato – lavoreremo ad un documento di contenuti e di cornice ideale e politica sul quale occorrerà aprire un confronto ampio e che è mia intenzione utilizzare anche come uno strumento di reale verifica della volontà di tutti di condividerne contenuti ed obiettivi.

Caro Rino, nella speranza che possa suscitare la tua attenzione – complice la tua proverbiale curiosità politica – offrendomi così la possibilità di tornare ad incontrarti e raccontarti da vicino qualche particolare di questa nuova avventura politica.

Con la stima e l’affetto di sempre

Franco Lotito

 

LA RISPOSTA DI RINO FORMICA

Caro Franco,

Sono ormai trascorsi 25 anni (¼ di secolo) da quando si è spenta l’azione socialista in Italia.

Non è ancora chiara la verità storica su l’implosione del partito Socialista. Fu Autoscioglimento o Scioglimento di imperio?

Se le cause furono entrambe si spiegherebbe la ragione per cui in questo lungo periodo di silenzio ogni voce di richiamo al Socialismo è stata flebile ed è rapidamente svanita.

I socialisti dal 1994 in poi si sono dispersi o hanno trovato ricovero in case anche inospitali ed ostili o si sono ritirati perchè scossi e isolati. Un partito vive se inserisce nella società processi vitali di cambiamento e se cerca e organizza spazi di consenso. Sino all’inizio degli anni ’90 fu così per il PSI sino alla sua implosione per tutto il ‘900 non vi fu vittoria democratica, conquista sociale e trasformazione istituzionale che non fosse segnata dall’opera socialista.

Che cosa è successo perché oggi in regime di libertà e democrazia non vi è forza organizzata che si richiami alla tradizione politica del Socialismo italiano, anzi lo stesso richiamo alla parola socialismo è rifiutato.

È vero che tutti i partiti della 1^ Repubblica (DEMOCRISTIANO COMUNISTA e LIBERALI e Repubblicani Movimento sociale) sono scomparsi, ma le tradizionali politiche di questi partiti e i loro più significativi leader vengono spesso richiamati, invocati, ed esaltati..

Ciò che è successo al PSI è un caso unico nella storia di tutti i paesi del mondo libero.

Perché questa premessa: non è fatta per spezzare la tenacia dei refrattari, ma serve ad evitare nuove delusioni e definitive depressioni. Vorrei però, come ritengo di aver sempre fatto, essere positivo con i testardi onesti.

Perché non date vita a piccoli Gruppi di Ascolto e di Esplorazione nei mondi vitali della società, (mondo del lavoro, scuola e centri di studio, sindacati, organizzazioni di immigrati, associazioni di tutela dei diritti civili, e complesso mondo della giustizia e delle umane sofferenze).

Va condotta per almeno 1 anno un’indagine conoscitiva dal basso in forma diretta e mediata per capire se in questi mondi che furono le terre difese dal socialismo italiano c’è ancora bisogno di un nuovo Socialismo organizzato, adatto ad innestare processi vitali nelle società dei cambiamenti fulminei e di organizzare una forza scudo delle nuove ineguaglianze, delle nuove emarginazioni, e delle nuove povertà.

Non è questo il nocciolo della presente insofferenza delle nuove generazioni nel mondo globalizzato e in quelle aree ricche del mondo (S.U.) dove il Socialismo viene studiato come nuova dottrina del futuro?

Insomma bisogna uscire dal tormento di questi 25 anni ricordando che l’idea socialista può essere cancellata dalle targhe delle sezioni, ma non dal corpo della società civile e politica.

Se, in conclusione, tu e i compagni convenite su questa idea dei centri di ascolto possiamo parlarne ed approfondire il tema.

Con affetto fraterno Rino