IL “NO” AL REFERENDUM COSTITUZIONALE

 

di Vincenzo Lorè Responsabile comunicazione Socialismo XXI |

 

La Costituzione dovrà essere fedelmente osservata come legge fondamentale della Repubblica da tutti i cittadini e dagli organi dello Stato. (Tratto dalla Costituzione della Repubblica Italiana).

Stiamo vivendo un momento molto delicato per la democrazia italiana. La forma democratica che la Costituzione ha dato all’Italia si trova al centro di un duro attacco. Un attacco che va respinto ricordando le origini della nostra convivenza politica e sociale.

L’Italia di oggi è un paese sconfitto. Privato dei suoi principali diritti ed autodeterminazione. Guidato da una classe politica in larga parte esistente per pura auto-perpetuazione (NOMINATI).

Dopo tre/quattro Parlamenti eletti con una legge elettorale incostituzionale nel 2006, 2008, 2013 e ci metterei anche il Rosatellum nel 2018. Una sbornia maggioritaria quasi trentennale, che ha moltiplicato artificialmente i partiti, ed ora, credo sia giunto, un necessario momento di verità, cioè sapere chi rappresenta veramente il popolo italiano. 

Si ha sempre più la sensazione che l’agenda politico-istituzionale ce la dettino dall’esterno: la finanza internazionale, le agenzie di rating, amministratori delegati di banche d’affari.

Non è una novità e non è la prima volta che la JP-Morgan che è una delle banche che ha causato la crisi dei mutui sub-prime del 2007 abbia interferito nelle faccende italiane. Nel 2013 scrisse una lettera in cui invita i paesi dell’area Euro (tra cui l’Italia) a fare delle riforme e a superare le costituzioni anti-fasciste, definendo la Costituzione italiana troppo socialista.

La JP-Morgan è una delle banche che è intervenuta a salvare il Monte dei Paschi di Siena dove il PD ha fatto il bello e il cattivo tempo ed ora, chissà perché, quel partito si schiera per la seconda volta per il SI ad un Referendum costituzionale.

La volta scorsa, (2016), abbiamo assistito persino ad una incursione dell’ambasciatore americano in Italia che invitava a votare Si al referendum renziano. Non è un caso che Renzi nel 2012 (da Sindaco di Firenze) tenne un incontro (a Palazzo Corsini a Firenze) con Jamie Dimon Amministratore delegato della JP-Morgan e Tony Blair, allora consulente della banca americana.

Adesso si può cominciare a capire a FAVORE di chi sono queste “riforme” e chi vuole dettare l’agenda politica-istituzionale in Italia? 

Ora ai dem (non solo per mere ragioni opportunistiche) si è aggiunto un nuovo attore “politico”, un nemico interno della democrazia italiana: il Movimento 5 Stelle.

Da anni, credo che la pericolosità di questo partito sia sottovalutata dai media e, in generale, dall’opinione pubblica, che anzi sembra apprezzare il suo ruolo di “moralizzatore” della politica tradizionale. In realtà, il M5S, come gli altri partiti populisti, porta al suo interno delle ambiguità che sono in contrasto con quella democrazia liberale che ci permette oggi, grazie prima di tutto al sacrificio di chi ha combattuto per la LIBERTA’ opponendosi alla dittatura nazifascista, di vivere in libertà.

Il referendum voluto da questo movimento, è nel suo essere, un’operazione di antipolitica che mira a colpire le articolazioni democratiche, i partiti e il diritto di voto come previsto dall’Art. 48 della Costituzione.

Siamo in un momento di crisi non solo politica, ma istituzionale, troppe zone d’ombra, pertanto serve una forte capacità propositiva nell’affermazione dei valori Costituzionali, nella difesa della forma di governo Parlamentare della Repubblica, nella dimostrazione della decisività democratica del principio della rappresentatività politica.

Rappresentanza realizzata in funzione della presenza di soggetti politici organizzati (i partiti) capaci di sostenere il ruolo di fulcro del Sistema, ritornardo a fornire il diritto di voto al popolo secondo i dettami costituzionali, in altri termini: la Democrazia italiana!

Al Referendum il 20-21 settembre si vota NO.