LA POLITICA MEDITERRANEA DEL SEGRETARIO DEL PSI

LUISS GUIDO CALVI – LIBERA UNIVERSITA’ INTERNAZIONALE DEGLI STUDI SOCIALI

DIPARTIMENTO di Scienze Politiche

Cattedra di Teoria e storia dei movimenti e dei partiti politici

LA POLITICA ESTERA DI BETTINO CRAXI NEL MEDITERRANEO: DALLA SEGRETERIA AL GOVERNO

Tesi di: Benedetta Bassetti Matr. n. 068302

Relatore Prof. Vera Capperucci

ANNO ACCADEMICO 2012-2013

 

CAPITOLO SECONDO

La Politica Mediterranea del Segretario del PSI

Craxi diventa segretario del Partito Socialista Italiano il 16 luglio 1976, era l’esponente di una corrente di minoranza e venne indicato dai maggiorenti del partito in lotta tra di loro, perché considerato debole, un segretario di transizione… Fu segretario del Partito Socialista Italiano per diciotto anni sino alla sua distruzione per mano giudiziaria. Appena insediatosi, Craxi si dedicò immediatamente a dare alla sua segreteria una forte impronta di politica estera, della quale era stato responsabile anche da vicesegretario, in grado di influenzare anche la politica estera del Governo Italiano. Aveva ben in mente che per fare ciò doveva, creare una rete di alleanze, e al tempo stesso, andare incontro a inevitabili inimicizie. Approfittò del fatto di avere come interlocutori (che poi divennero anche interlocutori istituzionali negli anni del suo governo) i suoi partner dell’Internazionale Socialista, da Mitterrand a Suarez da Papandreu a Gonzales ad Olof Palme.

Cominciò quindi dall’Europa anche se le ambizioni erano più vaste e si mosse conciliando identità socialista e vocazione nazionale. L’eurosocialismo aveva come asse portante i paesi che condividevano tradizioni secolari di cultura latina e cristiana e che avevano comuni interessi mediterranei. Scrive Craxi in un discorso pronunciato durante una riunione dell’Internazionale Socialista: “ Non c’è dubbio che i nostri partiti hanno un interesse fondamentale alle vicende del mediterraneo…Dal manifestarsi della crisi economica in Europa nel 1974 si è continuamento parlato di un dialogo euro-arabo e di un dialogo fra nord e sud senza peraltro che esso sia approdato a un qualche concreto risultato…La verità è che l’approccio è avvenuto nei termini di interessi economici reciproci fra le strutture capitalistiche dell’Europa occidentale legate al capitalismo americano e alle compagnie multinazionali e i Paesi produttori di petrolio e materie prime. Rapporti di tale genere non possono risolvere i problemi di una cooperazione che, per essere concreta e duratura ha bisogno di una visione politica fondata sui principi della parità e dell’uguaglianza”. 18

2.1 Il Principio di Libertà

Craxi e il Partito Socialista del nuovo corso ereditarono dalle radici del socialismo un immenso patrimonio: la fermezza dei principi morali, che in politica estera vengono prima di tutto, la conoscenza dei fatti e delle persone, il prestigio di avere alle spalle una storia fatta di tante lotte per la libertà. E fu proprio la fermezza nell’appoggiare il principio della libertà e dell’indipendenza dei popoli sempre e ovunque, un principio che fu la stella polare di Craxi, che lo portò spesso a scontrarsi con i comunisti. Non affronterò in questo lavoro l’aspetto delle battaglie di libertà contro il dispotismo comunista, per i popoli dell’Europa orientale e della stessa Unione Sovietica o per la democrazia in America Latina19; mi limiterò solo a ricordare che chiunque soffrisse per la privazione della libertà a Est come ad Ovest e a Sud del mondo, argentini, cileni, salvadoregni, uruguaiani, e ancora cecoslovacchi, russi, ungheresi, polacchi, trovò la stanza del segretario del PSI sempre aperta. Ottenne la liberazione dei capi di Solidarnosc detenuti nelle carceri di Varsavia, la riabilitazione di Ymre Nagy eroe della rivolta di Budapest, portò Jiri Pelikan tra le file socialiste al Parlamento Europeo, si batté per la democrazia cilena ottenendo da Ronald Reagan il via libera alla presidenza del candidato cristiano-democratico Frei. Il tema di questo lavoro è la politica mediterranea e mediorientale e quindi comincerò parlando del sostegno politico e materiale che Craxi portò ai socialisti mediterranei in lotta per la libertà, gli spagnoli, i portoghesi, i greci.

In via del Corso, sede nazionale del Partito socialista, per un certo periodo ebbero un ufficio e un modesto stipendio Felipe Gonzales20, Mario Suarez21 e Alexis Panagulis22, tutti in esilio. Craxi poi da Presidente del Consiglio si adoperò per fare entrare in Europa Spagna e Portogallo. Le prime difficoltà iniziarono con i compagni francesi e lo stesso Mitterrand, allora Sottosegretario alla Giustizia, quando Craxi e i socialisti italiani decisero di dare il loro sostegno alla lotta d’indipendenza del popolo algerino. I socialisti italiani appoggiarono senza esitazione il Fronte di Liberazione Nazionale di Ben Bella. L’ex comandante partigiano Italo Pietra (e futuro direttore di “Il Giorno”) faceva formalmente l’inviato del “Corriere della Sera”, ma in realtà teneva le fila dei rapporti riservati tra il FNL, il PSI e il Presidente dell’Eni, Mattei che fornì denaro e aiuti militari.

Oggi, tutti i protagonisti sarebbero finiti in galera per corruzione e traffico d’armi. Allora, continuarono un impegno libertario iniziato con la resistenza e posero le basi per un’amicizia duratura tra le classi dirigenti democratiche italiane e algerine, dalla quale derivarono anche importanti commesse per le aziende italiane che penetrarono in Nord Africa. Avevano ragione i socialisti italiani quando suggerivano ai compagni francesi di ritirarsi dall’Algeria risparmiando un altissimo prezzo di vite umane e una rivolta in patria che minacciò la stessa democrazia a Parigi. 23

Craxi fu praticamente l’unico a tentare in Italia una politica estera autonoma, aiutato dalle relazioni conquistate proprio con le battaglie di libertà che nel tempo gli avevano creato in tutti i continenti, una rete di compagni e amici, poi diventati Capi di Stato e Ministri, animati da sincera gratitudine. Sulla scena internazionale Craxi e i suoi dirigenti non erano funzionari senza storia bensì appartenenti a una stessa famiglia socialista cresciuta fra i sacrifici e le passioni, nella solidarietà reciproca, capaci di intendersi con uno sguardo o una telefonata anche fuori dai canali ufficiali. Ricorda Ugo Intini “Craxi che, presidente del Consiglio, mentre le milizie druse bombardavano i bersaglieri italiani a Beirut, e i militari e i diplomatici si agitavano inutilmente, alzò il telefono, chiamò il loro capo Jumblatt, personaggio discusso, ma suo ex compagno nell’Internazionale Socialista, gli piantò una scenata in francese e lo fece smetter immediatamente.”24

2.2 Nord e Sud

Pace Est-Ovest e libertà europea erano le tradizionali direttrici della politica estera socialista cui se ne aggiunge una terza con la guida socialista di Craxi: l’impegno nel rapporto Nord-Sud, impegno che lo portò negli anni novanta a essere nominato consigliere speciale del Segretario Generale dell’ONU per la risoluzione dei debiti del terzo mondo.

Negli anni 60 e 70, i socialisti italiani avevano appoggiato nel terzo mondo tutte le lotte d’indipendenza contro colonialismo e neocolonialismo, scontrandosi con americani e francesi ma anche con i portoghesi per l’Angola e il Mozambico. All’inizio del Novecento i partiti socialisti si erano dedicati alle lotte per l’equa redistribuzione del reddito all’interno delle singole Nazioni, dedicandosi all’emancipazione dei lavoratori. Alle soglie del 2000 con un mondo diventato globalizzato, l’impegno sociale diventava universale. Gli squilibri in un mondo globale erano destinati ad esplodere: sul piano ecologico, su quello delle ondate migratorie, su quello della concorrenza sleale e persino su quello morale. Di tutto ciò, il partito socialista di Craxi ha discusso come nessun altro negli anni 80 e su questo terreno s’intese con la Chiesa Cattolica che aveva una stessa visione universale dei problemi.

 

Note:

18. B. Craxi, Discorso alla riunione dell’Internazionale Socialista, Madrid, 8 Maggio 1977.

19. Ricorda A.Ghirelli, Ex Direttore dell’Avanti, Ex Portavoce di Sandro Pertini e poi di Craxi, <<Siamo in Argentina, l’avvocato Raoul Alfonsin, un radicale alla francese, è stato appena eletto Presidente della Repubblica Argentina dopo gli anni dello spietato regime fascista dei generali golpisti e si presenta in Parlamento, pronunciando un discorso meraviglioso che ci commuove tutti fino alle lacrime sapendo quanto sangue e quanto terrore abbiano sparso le belve gallonate…Alle quattro e mezzo, naturalmente, sono nella sede del sindacato peronista in un salone immenso con una gran quantità di tavolini per quattro o sei persone, intorno ai quali, c’è una folla di personaggi di ogni età e di tutti i paesi dell’America Latina. Incuriosito, domando a un compagno argentino che siede vicino a me, e che parla italiano, che diavolo ci faccia tanta gente in attesa di Bettino; e lui mi risponde ridendo: “Ma che dici? Lo sai che Craxi sono dieci anni che ci aiuta tutti in termini politici e finanziari?”. In quel momento entra il mio Presidente ed è una standing ovation che dura due o tre minuti.>>

20. B.Craxi, Ai socialisti spagnoli, Messaggio al Congresso del Partito Socialista Obrero Spagnolo in Esilio. Suresnes (Francia), 14 ottobre 1974 : “Vi porto questa sera un messaggio di fraternità e di solidarietà cui però voglio aggiungere una costatazione e un augurio. Nel momento in cui attraverso il vostro lavoro si stringono le fila, si organizzano nuovi rapporti fra di voi, con il vostro popolo, con i giovani che rifiutano il vecchio mondo nato dalla guerra civile, dalla sopraffazione, dall’oscurantismo, occorre che sia ripreso in modo più concreto il rapporto tra di noi. Per parte mia dirò ai miei compagni che la nostra solidarietà deve farsi più stretta più combattiva, più concreta. Rivolgo sin da ora un invito al Congresso perché una vostra delegazione venga al più presto in Italia per incontrarsi con tutti i dirigenti del mio partito per concordare un piano di iniziative in appoggio alla vostra azione nel quadro della solidarietà di tutti i partiti aderenti all’Internazionale Socialista.”

21. B.Craxi, Discorso, Belluno, 4 Maggio 1974 : “Partecipiamo oggi con particolare commozione alla esultanza del popolo portoghese che torna a celebrare il primo maggio, dopo la lunghissima notte della dittatura, nella promessa che si avvia a diventare realtà di un nuovo regime di democrazia e di libertà. Il nostro saluto va a tutti gli antifascisti portoghesi, ai compagni del Partito Socialista e al loro leader, il compagno Mario Suarez, che con una lunga lotta, in carcere, nella clandestina, nell’esilio, con coraggio esemplare e in infaticabile coerenza, ha percorso la via della riconquistata libertà del suo paese.”

22. B.Craxi, Discorso Omaggio alla famiglia Panagulis, Modena, 20 settembre 1974 : “ Ricordo il primo incontro che ebbi con Alekos e con Sthatis nei giorni immediatamente successivi al Golpe di Atene. Allora l’amara sorpresa per quanto era accaduto, il dolore della sconfitta, le difficoltà che apparivano insormontabili, non cancellavano la fiducia, la speranza, la volontà di lotta dei nostri compagni greci. Poi negli anni duri della dittatura si sono consolidati i rapporti fraterni trai socialisti italiani ed i resistenti greci; abbiamo partecipato giorno per giorno al loro dramma con l’intensità che ci derivava anche dal ricordo del lungo travaglio percorso dal nostro paese per riacquistare la libertà.”

23. U. Intini, I socialisti , Gea, Milano, 1996.