LA POCHEZZA DELL’ITALIA E DELL’EUROPA IN POLITICA ESTERA

 

di Anna Rito Coordinatrice Socialismo XXI Basilicata |

A livello internazionale, l’Italia trasmette marginalità come dimostrano gli ultimi accadimenti in Libia e in Iran. Il Ministro degli Esteri Di Maio invita al dialogo e a rispettare il cessate il fuoco ma il sospetto, che la sua esortazione non basti, è tuttavia corposo.

Anche l’Unione Europea, però, sembra fare molta fatica ad arginare le dinamiche che dall’altra parte del Mediterraneo si sono messe in moto. La debolezza dell’Italia e dell’Europa hanno un comune denominatore che è da cercare in una crisi culturale che ha origine nella storia degli Stati europei prima della nascita dell’Unione Europea.

Una storia fatta anche di sentimento nazionalistico, che ha prodotto guerre, genocidi, conquiste, oppressione. Una vera coesione ancora fatica a nascere e per questo quando ci sono importanti questioni internazionali non c’è una posizione europea univoca.

La nomina di un “Ministro degli Esteri” europeo, che è in sostanza un politico senza un vero potere e che agisce solo da mediatore, rivela quanto ci sia di fantasioso dietro l’idea di una comune politica estera.

In quanto all’Italia, ancora più indebolita dagli ultimi governi, non riesce a dare un’immagine chiara e unitaria in politica estera.

Continua a prevalere una polemica concentrata su miopi calcoli elettorali che ostacola qualsiasi analisi, visione e azione con le quali affrontare le strategie mediterranee.