LA RIPRESA DELL’ITALIA PUO’ PARTIRE SOLO DALLA SCUOLA

 

di Anna Rito Coordinatrice Socialismo XXI Basilicata |

 

La scuola, in questi ultimi anni, non è stata certamente in cima ai pensieri dei politici. Spesso si è sentito parlare della cara, buona, vecchia scuola di una volta, ma più che invocare l’obbligo del grembiulino per tutti gli scolari d’Italia, la rivoluzione promessa non l’abbiamo ancora vista.

Nel frattempo, studi e sondaggi confermano che come nei Paesi che hanno una bassa scolarità, anche in Italia si avverte un’evidente distanza tra percezione e realtà. Una distanza che purtroppo tende a confermarsi stabilmente nel tempo.

Nelle scorse settimane un articolo di Tuttoscuola ricordava che nel 2030 avremo probabilmente un milione e 300 mila studenti in meno, con un turnover del 40% degli insegnanti. Il futuro è angosciante se pensiamo che invece in altri Paesi europei come la Svezia, la Germania e l’Inghilterra gli studenti aumenteranno di numero.

Lo sconforto aumenta quando si viene a conoscenza che i nostri ragazzi, come dimostrano le prove Invalsi arrivano spesso ad affrontare la maturità, soprattutto al Sud, con livelli di preparazione molto bassi.

Una politica seria e lungimirante capace di costruire il futuro del proprio Paese sarebbe corsa ai ripari e avrebbe aperto le Università e la ricerca e gli ordini professionali al rinnovamento.

Investirebbe danaro e risorse per il rilancio della scuola e quindi della formazione come grande priorità del Paese. Invece, in questi anni solo drastici tagli. I risultati di questa politica miope e scelleratamente schiava della tattica, –bada il lunedì a quanto accadrà martedì- senza più visione e progetti di lungo respiro.

In questo desolato panorama si nota con drammaticità la mancanza di una chiara forza Socialista, del suo spirito vitale che nella sua storia centenaria ha contribuito non poco a cambiare positivamente l’Italia, con le riforme realizzate e con la conseguente crescita civile.

Oggi come ieri, i socialisti non possono che dire “Prima la scuola”, perché mai potrebbero accettare che una popolazione sprovvista di cultura e spirito critico possa essere soggetta a più facili manipolazioni e a sudditanza perenne.

Perciò non è credibile nessuna politica di ripresa del Paese che non cominci da qui e che non abbia a cuore un’Italia più moderna e competitiva, facendo della scuola e della cultura l’asse portante per il nostro riscatto.