UN ALTRO PEZZO DELLA STORIA SOCIALISTA SE NE VA

A 92 anni è mancato Enea Mazzoli, una vita dedicata al Movimento cooperativo.
Nasce a Argelato (Bo) nel 1927, giovanissimo partecipa alla resistenza, entra nel PSI, e fa l’assessore nel suo comune. Si diploma perito chimico e, lavorando, si laurea in economia e commercio a Bologna nel 1953.
Nel 1951 è già segretario provinciale della Federcooperative di Bologna, nel 1958 consigliere delegato della federazione coop di consumo. Si aggiorna con quel che fanno le coop in Svizzera e Germania mentre i cooperatori PCI continuavano a guardare all’esperienza sovietica. D’altronde, ancora nel 1965 Enea è l’unico dirigente della Lega coop. ad avere una laurea…

Nel 1962 vince un concorso per direttore generale dell’ACT (alleanza cooperativa torinese, la più antica cooperativa d’Italia) e si trova a affrontare il drammatico problema di un’organizzazione vetusta, basata su spacci gestiti da singole famiglie e finanziata dai libretti di risparmio dei soci. Che corrono il rischio di essere azzerati dalle perdite della gestione complessiva. Il risanamento comporta la chiusura della maggior parte degli spacci, la vendita di alcuni immobili (tra cui la storica sede della camera del Lavoro di Torino) e la trasformazione dei libretti di risparmio dei soci in depositi presso una nuova filiale del San Paolo di Torino. La gestione viene affidata alla Novacoop di Galliate (Novara) che aveva adottato il sistema delle coop svizzere già organizzate per supermercati.

Mazzoli propugna anche la costituzione di una società di assicurazione legata al movimento cooperativo: sarà l’UNIPOL, che, a differenza dei diversi tentativi del movimento di darsi una banca, avrà successo, fino al punto di assorbire importanti realtà assicurative private come la SAI (gruppo FIAT), la TORO e la Fondiaria (quest’ultima appesantita dagli immobili del gruppo Ligresti, il precedente socio di maggioranza)

Innovativo ma prudente e attento organizzatore sulla base dei migliori esempi stranieri, Mazzoli costruisce la potenza e il prestigio finanziario della Lega coop, mentre purtroppo la maggior parte delle coop di costruzione non reggono il passo dello sviluppo e qualche settore del gruppo dirigente comunista si lascia illudere dalle acrobazie finanziarie di improvvisati banchieri di provincia.