QUI NUOVA YORK, VI PARLA RUGGERO ORLANDO

Ruggero Orlando nacque nel 1907 a Verona, suo padre, insegnante di matematica all’Università La Sapienza di Roma, morì sull’Isonzo nel 1915. Ruggero si iscrive all’università, facoltà di matematica, per lealtà verso il padre, ma la sua passione è il giornalismo. Nel 1936 inizia a collaborare all’Eiar, sostituendo i redattori del Giornale Radio che andavano in vacanza e scrivendo note biografiche su personalità italiane e straniere che diventavano di attualità morendo: “nel 1937 – ricordava Orlando – avevo scritto i necrologi di Guglielmo Marconi e di Angelo Musco, dissi in redazione all’Eiar, che allora stava in via Montello: meno male siamo giunti alla lettera m, senza che nessuno denunciasse il mio macabro augurio a Mussolini…”

All’Eiar il direttore dei servizi giornalistici Pio Casali entra in contrasto con Carlo Franzero inviato da Londra, Ruggero Orlando è pertanto mandato nella capitale britannica a sostituirlo. Da Londra manda anche corrispondenze a La Gazzetta del Popolo e Il Messaggero, collabora anche alla Bbc per una sterlina al giorno, una bella cifra per quei tempi. Su invito di Nenni collabora con L’Avanti!, ma sospenderà la sua collaborazione dopo la firma del patto di collaborazione fra comunisti e socialisti. Scoppiata la seconda guerra mondiale viene arrestato, liberato successivamente dirige con compagni e connazionali redige Radio Italia, che il governo britannico finanzia come arma di guerra, i messaggi venivano trasmessi ad onde corte ed erano molto ascoltati in Italia dagli antifascista. Tornato in Italia nell’ultimo anno e mezzo di guerra, nel dopoguerra inizia a trasmettere nella neonata Rai, collabora con L’Opinione diretta da Franco Antonicelli, e con l’Avanti!.

Nel 1938 Orlando si iscrive alla Sezione di Londra del Partito Socialista Italiano, e dopo aver sposato il 4 dicembre 1940 Friedl Bamberger, una tedesca di origine ebraiche costretta a lasciare il suo paese per sfuggire alle persecuzioni razziali, fu assoldato dal Political intelligence department, divenendo, con lo pseudonimo Gino Calzolari, uno dei principali redattori di Radio Londra, programma radiofonico in italiano curato dalla BBC nell’ambito dell’European Service. Nel 1941, con Umberto Calosso e i fratelli Paolo e Pietro Treves, fu tra i fondatori del Free Italy movement, sodalizio sostenuto dai laburisti inglesi e finanziato dallo Special operations executive per contribuire alla liberazione dell’Italia dal fascismo.

Durante l’ultimo anno di guerra fu attivo anche in Italia come conduttore di trasmissioni dagli studi della RAI, sorta nell’ottobre 1944 dalle ceneri dell’EIAR, e come agente di collegamento tra le truppe angloamericane e i gruppi partigiani del basso Po. Di nuovo a Londra è corrispondente radiofonico della Rai da Londra dal 1948 al 1955, invia corrispondenze anche per Il Messaggero, per il settimanale Epoca, insieme con Luigi Barzini junior scrive il servizio sull’incoronazione di Elisabetta II. Ruggero Orlando si trova in Inghilterra il 20 gennaio 1948, quando viene ucciso il Mathama Gandhi. Affermatosi come uno dei principali referenti del socialismo italiano a Londra (dove nacque anche suo figlio Raffaello, futuro musicista e studioso di culture orientali), nel 1954, proprio mentre in Italia iniziava l’era della televisione, decise di trasferirsi negli Stati Uniti; vi rimase per quasi un ventennio, come inviato della RAI e come collaboratore di alcune testate, tra cui il settimanale L’Europeo. Il passaggio da Londra a New York coincide con l’avvento e la diffusione in Italia della televisione.

Inizialmente manda servizi filmati dalle Nazioni Unite, dotate di studi televisivi, poi avrà un proprio studio ed operatori italiani in un centro della bassa città. Sarà corrispondente da New York per la Rai dal 1955 al 1972, corrispondente dall’America anche per L’Europeo, Il Gazzettino di Venezia. L’ufficio newyorkese di Orlando era una specie di attrazione turistica per chiunque arrivava dall’Italia: “mi veniva a trovare gente umile, cantanti, deputati, ministri, io intervistavo tutti, non so quanta della mia roba finisse in onda a Roma. Dicevo di avere probabilità di sopravvivere più a lungo dei miei colleghi della carta stampata, loro vedevano che veniva storpiati e tagliati i loro servizi, io non lo sapevo e quindi evitavo di farmene il sangue marcio. Per la visita di uomini di governo italiani arrivavano gli inviati speciali, i corrispondenti permanenti come me avevano però poco timore di questi concorrenti che si intendevano molto dei gusti personali del politico, ma poco dei problemi da toccare in America.

Io me ne infischiavo, continuavo a fare il mio servizio americano”. E’ Ruggero Orlando ad intervistare Marylin Monroe e Frank Sinistra, ricevuto all’istituto italiano di cultura di New York. Ruggero Orlando trascorse in America 18 anni, quelli che vanno dalla presidenza Eisenhewer a quella di Nixon, a differenza dell’Europa negli Stati Uniti non era l’argomento preminente, quindi Orlando si occupa anche di costume. Le sue corrispondenze dagli Stati Uniti ne resero indimenticabili il volto e la voce: “Qui Nuova York, vi parla Ruggero Orlando”. Il cenno della mano per chiudere il collegamento e salutare i telespettatori, la erre un po’ blesa, uno strano dimenarsi davanti alle telecamere, erano i tratti distintivi che fecero di Orlando non solo un inconfondibile giornalista, ma anche uno dei soggetti prediletti da Alighiero Noschese per le sue imitazioni.

Aveva un rigido purismo, per il quale doveva sempre dire Nuova York e mai New York, ciò diventava modesto rigore nel dare le notizie con un linguaggio secco ed improvvisato, ma sempre chiaro e credibile. Raccontò agli italiani le vicende dei presidenti, la crisi di Cuba, la tragedia di Dallas e la lunga notte dell’allunaggio, quando dagli Stati Uniti andò su tutte le furie perché Tito Stagno, in studio da Roma, aveva anticipato di qualche minuto la notizia del primo storico passo di Neil Armostrong sul suolo lunare. Nel 1972 si dimise dalla Rai e si candidò nelle liste del Partito Socialista Italiano, sarà il primo dei non eletti, ma subentrerà a Riccardo Lombardi, capolista a Roma per ragioni di prestigio, ma che si era impegnato ad optare per il suo collegio milanese. Allorquando venne eletto la sua liquidazione della Rai venne decurtata del 50% dal fisco che l’aveva considerata parte del reddito annuo.

“Da deputato andai al ministero delle finanze, sostenendo che la liquidazione era risparmio sulle mensilità percepite per alcuni decenni e che quindi era ingiusto includerla nel reddito di un anno; peggio ancora avevo pagato sui miei stipendi le tasse in America, e c’era un trattato fra Italia e Stati Uniti che vietava la tassazione. Mi dissero che la legge era la legge, e che non c’era nulla da fare; la legge venne poi riformata, perfino con alcuni anni di effetto retroattivo, ma la retroattività non si spingeva al 1972, anno in cui mi ero dimesso dalla Rai”. Alla Camera Orlando si occupa del suo campo, la radio e la televisione. “Benchè avessi svolto la mia vita professionale alla Rai e mi sentissi legato alla Rai sentimentalmente, pur deplorandone gli sprechi, la corruzione e il parassitismo di tanti dipendenti e di tante produzioni esterne, ero contrario al monopolio”.

E’ il periodo della nascita delle emittenti private e Ruggero Orlando si batte per la fine del monopolio Rai: “in parte per la pratica americana, in parte ritenevo che il monopolio fosse responsabile di molti difetti della Rai stessa; soprattutto non riuscivo più a distinguere dal punto di vista morale, politico e legale, gli spot in radio e in televisione. C’erano tecnici che mi riempivano di bugie: uno di loro mi assicurò perfino che la radio e le televisioni libere erano possibili in America perché c’erano meno montagne che in Italia”. Ultimato il mandato parlamentare nel 1976 Ruggero Orlando decise di non ricandidarsi e di tornare a fare il giornalista in Rai, ma, nonostante desiderasse collaborare con il tg2 diretto da Andrea Barbato, il consiglio di amministrazione non glielo consentì, mai adducendo come ragione che “coloro che hanno esaurito per libere dimissioni o raggiunti limiti di età il loro rapporto con l’azienda, non posso essere più riassunti con contratti a termine”.

Commovente e inaspettata fu la lettera firmata da 72 persone e diretta a Paolo Grassi, allora presidente della Rai, che chiedeva la revoca del provvedimento: “esprimendo lo stupore che l’estromissione di Ruggero Orlando dalle sue funzioni di collaboratore politico ha suscito nel mondo della cultura, ci auguriamo che la considerazione del suo valore e del suo equilibrio particolarmente preziosi in questo momento, possa determinare la revoca del provvedimento. Fra le firme quelle di Paride Accetti, Giorgio Albertazzi, Lidia Alfonsi, Andrea Barbato, Giorgio Barberi Squarotti, Giorgio Bassani, Maria Bellonci, Attilio Bertolucci, Bernardo Bertolucci, Libero Bigiaretti, Fausta Cialente, Piero Cimatti, Renzo Cortina, Paolo Pillitteri, Giuseppe D’Agata, Elsa De Giorgi, Federico Fellini, Vittorio Gassmnann, Lisa Gastoni, Mario Luzi, Giuliano Manacorda, Dacia Maraini, Elio Pagliarani, Michele Prisco, Alessandro Quasimodo, Leonida Rapaci, Gianni Rodari, Carmelo Samonà, Vittorio Sereni, Mario Soldati, Giacinto Spagnoletti, Cesare Zavattini ed altri. Impossibilitato a tornare in Rai collaborò con Il Gazzettino di Venezia, La Provincia di Como, curò una rubrica di politica estera su Tv Sorrisi e Canzoni, collaborò con la rivista Abc: “in redazione – ricordava Orlando – non c’era un dizionario, in compenso avevano speso migliaia di lire per una fornitura di fotografie pornografiche tedesche”.

Ruggero Orlando trasmise commentini locali tutte le sere feriali sulla rete televisiva romana Gbr, lavorò a Telemontepenice e al tg Contatto di Pin, tenne un corso di giornalismo alla Luiss, Libera Università degli Studi Sociali di Roma,e curò per Tv Sorrisi e Canzoni diretto dal nostro Gigi Vesigna,la rubrica QUI SORRISI VI PARLA RUGGERO ORLANDO. Soltanto nel 1986 Ugo Zatterin, divenuto direttore del Tg2, affida a Orlando alcuni commenti che però, per volere dei funzionari Rai, devono essere preregistrati. Apparì in Rai come ospite in trasmissioni giornalistiche e in programmi rievocativi della storia della televisione, l’ultimo sua apparizione in video fu proprio in occasione della serata celebrativa dei 40 anni di nascita della televisione in Italia.

Per cinquant’anni dapprima la sua voce e poi la sua immagine sono entrate in ogni famiglia italiana a narrare con chiara obiettività i fatti più importanti di Inghilterra ed America: dalla nascita delle Nazioni Unite, all’uccisione dei Kennedy, dalle conquiste spaziali all’assassinio di Martin Luther King, dei grandi eventi mondiali della quotidianità. Questi ed altri fatti Ruggero raccontò dal 1989 al 1991 su Retemia tramite la rubrica di approfondimento giornalistico Le storie di Ruggero Orlando. Ruggero Orlando morì a Roma nel 1994, ancora oggi compare in tv in immagini di repertorio, anche nelle imitazioni di Alighiero Noschese, altro grande personaggio purtroppo dimenticato.

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