LA MAGGIORANZA SILENZIOSA SFIDA LA MINORANZA RUMOROSA

di Marco Zatterin

La maggioranza silenziosa sfida la minoranza rumorosa. «Non si può piùaccettare che il dibattito sull’Europa sia condotto solo da scettici,sovranisti e nazionalisti», sbotta Robert Menasse, austriaco, «poeta e artista»per autodefinizione, europeista convinto ma critico, e coautore con lapolitologa tedesca Ulrike Guérot del «Manifesto della Repubblica europea». È untesto asciutto che verrà letto oggi alle 16, nel giorno della fine della GrandeGuerra sul fronte occidentale, in 140 teatri del vecchio continente.Contemporaneamente. Si presenta come una chiamata alle armi assolutamentepacifica, riassume lo scrittore del best-seller bruxellese “La Capitale”, unacampagna fondata sull’idea che «Europa non vuol dire integrare gli stati, bensìunire i cittadini: con questo spirito vogliamo rilanciare con forza ildibattito sul futuro dell’Unione». 

Il 10 novembre è simbolo delle grandi illusioni, il giorno in cui nacquero le fragili repubbliche dopo la fine della prima grande carneficina del secolo breve. Weimar, anzitutto. Menasse sarà nella città della Turingia per leggere il testo che sentenzia «il fallimento dell’Europa degli stati» e dichiara sicuro che «cittadine e cittadini della Repubblica europea sono tutte le persone che ora si trovano in Europa». Lo spirito guida mira a «condividere la nostra terra con le stesse persone che abbiamo cacciato dalla loro». Perché, sia chiaro, «europeo è chi vuole esserlo».  

È una iniziativa mitteleuropea che si spinge sino a Lampedusa passando per Roma – al Cinema Savoy nell’ambito del Medfestival e in Piazza SS Apostoli con EuropaNow. Contagio sintomatico, in questa stagione. Perché sui balconi e nelle piazze, stanno arrivando i cittadini stufi di soccombere agli urlatori che colpiscono i loro ideali. E’ successo a Roma, stamane tocca a Torino, più tardi nel resto dell’Unione. «La fetta della popolazione europea che sogna un percorso comune è molto più numerosa di quella che vuole chiudersi in casa», assicura Menasse. 

Nella media, argomenta, i movimenti radiali di destra, i sovranisti e nazionalisti rappresentano il 20% dell’opinione pubblica comunitaria. L’Italia è l’unica eccezione, ma lo scrittore austriaco sostiene che il rifiuto dell’Europa è temporaneo. «Siete il paese dove più ha colpito il metodo sbagliato delle decisioni dell’Unione», è normale che il voto sia contro l’Europa, è la conclusione «se gli italiani non si sentano aiutati». 

La speranza è che una Europa diversa tornerà ad essere amata dai più. «Ileader politici europei non hanno davvero un’idea di dove andare – sentenziaMenasse – e allora noi artisti dobbiamo salire sul palcoscenico e aprire ilconfronto perché si trovi la giusta rotta». Una cosa deve essere chiara,avverte: «Nessuno stato nazionale può risolvere i problemi che si trova adaffrontare in questa stagione, le insidie sono transnazionali come le rispostepossibili». Proprio così, oggi la realtà è amara. «I populisti e i nazionalistinon lo capiscono e sono stati gli unici a occupare il dibattito. Ma noi siamoqui, adesso, per cambiare la Storia». 

Fonte: La Stampa