di Stefano Betti
Signor Presidente, mi rivolgo a Lei riferendomi al Suo discorso di presentazione al Senato della Repubblica il 5 giugno per ottenere la fiducia. Non entro nel merito dei contenuti. Non è il Reddito di cittadinanza (Figlio dei Gialli) l’oggetto delle mie osservazioni. Se sia giusto o meno ma, soprattutto, se sia compatibile con gli equilibri di bilancio. Né la Flat tax (Figlia dei Verdi), se sia o meno compatibile col dettato costituzionale di progressività dell’imposta (le deduzioni basteranno per assicurare la progressività?) e, soprattutto, con gli equilibri di bilancio.
Né tantomeno la riforma radicale della legge Fornero (Figlia dei Gialli e dei Verdi) che la riduzione delle pensioni d’oro, rielaborate in base all’effettiva contribuzione versata durante la carriera (principio, questo, che non ho difficoltà a definire equo, salvo riflettere sulle conseguenze a livello di contenzioso per via dei diritti quaesiti) non basteranno certo a coprire. Né sul fatto che un governo di coalizione fra due forze presentatesi alle elezioni come alternative, in realtà, ha la medesima legittimità a governare quanto i governi precedenti, frutto di intese parlamentari. Legittimi, in tal caso, quanto questo fra Gialli e Verdi. Insomma, da adesso in poi dovremo bandire la parola inciucio dal vocabolario. Altrimenti anche questo lo è.
Su un programma di governo si possono avere argomentate e motivate opinioni differenti. Ma questo è il sale della democrazia. Ascoltare chi non la pensa come te e, semmai, rivedere le proprie convinzioni in base alle osservazioni degli altri. E viceversa. Questo sì che sarebbe sul serio un segnale di reale Cambiamento. Ma di questo, se mi permette, non voglio parlare.
Mi riferisco alla Sua osservazione riguardo al fatto che: Non esistono più forze politiche che esprimono, come un tempo, complessive visioni del mondo, che ispirano la loro azione – vale a dire – in base a sistemi ideologici perfettamente identificabili. Il tramonto delle ideologie forti risale a decenni or sono ed è dimostrato dal fatto che gli ultimi governi hanno promosso iniziative politiche di difficile collocazione secondo le categorie politiche più tradizionali”.
Ed è proprio questo il punto. Perché, vede, ogni provvedimento seppur mediato dai compromessi figli di maggioranze di coalizione, ha sempre una connotazione politica. Quando Lei afferma che “gli ultimi governi hanno promosso iniziative politiche di difficile collocazione secondo le categorie politiche più tradizionali” dice il vero. Infatti, proprio dal progetto fondativo del Partito Democratico le ideologie alla base della Costituzione sarebbero dovute confluire in un idem sentire proficuo per il paese. Il tutto nella visione di una realtà politica italiana bipolare, che bipolare in primo luogo non s’è rivelata. E l’omologo Forza Italia, nel campo del centro destra non ha mai nascosto l’aspirazione a mescolare la tradizione liberale con quella dei cattolico liberali fino ai socialisti liberali. Insomma, un partito liberale di massa. ma con un proprietario Tycoon padrone assoluto, un macigno non indifferente. Oggi l’elettorato sembra non nutrire più fiducia nei due contenitori. Proprio perché la loro identità s’è smarrita. Forse perché le fusioni a freddo alla lunga non portano mai da nessuna parte. Resta solo algebra contabile, percepibile ai più.
E quello che manca è una presenza, autenticamente socialista, nei principi e nell’azione, che possa essere alternativa al neo liberismo di questi primi del secolo e alle ricette populiste e confuse in politica economica. Il reddito di cittadinanza e la Flat Tax, mi permetta di osservare, sono un ossimoro percepibile anche da una matricola al primo anno d’università.
Pertanto, Le comunico che è in atto un processo, condiviso con altri Compagni di viaggio, per la costruzione di un soggetto politico, autenticamente socialista e autonomista per questo secolo XXI. Un po’ come accadde nel 1892. Saremo come le forze politiche socialiste che, in altri paesi europei, “esprimono, come un tempo, complessive visioni del mondo, che ispirano la loro azione – vale a dire – in base a sistemi ideologici perfettamente identificabili.”
Sì, è il Suo virgolettato. Spero mi perdonerà. Con rispetto.
E’ un progetto che nasce con l’intento “ambizioso” di far conoscere la storia del socialismo italiano (non solo) dei suoi protagonisti noti e meno noti alle nuove generazioni. Facciamo comunicazione politica e storica, ci piace molto il web e sappiamo come fare emergere un fatto, una storia, nel grande mare della rete.