All’anagrafe Angelina Merlin Pozzonovo (PD) 15 ottobre 1887 – Padova, 16 agosto 1979.
Maestra elementare, politica e partigiana, membro dell’Assemblea costituente, prima donna ad essere eletta al Senato. Nota soprattutto per la legge n. 75 entrata in vigore il 20 settembre 1958 – conosciuta come legge Merlin – con cui venne abolita la prostituzione legalizzata in Italia.

Nel 1914, la ventisettenne Lina si laurea in Lingua e Letteratura Francese. Il 1914 è anche l’anno in cui iniziano i combattimenti della prima guerra mondiale e l’Italia, neutrale, viene scossa dalle manifestazioni degli interventisti che chiedono la rottura dell’alleanza con l’Austria e la Prussia per completare l’unità d’Italia con la liberazione di Trento e Trieste. Convinto dell’opportunità di questa scelta è Mario Merlin, fratello di Lina, il quale ritiene necessario concludere la parabola risorgimentale con una quarta guerra di indipendenza. Lina, su posizioni antimilitariste, viene bonariamente dileggiata dal fratello con l’epiteto di “pacefondaia”. La guerra causa la morte di tre fratelli di Lina: Umberto, Mario, Carluccio. Nel 1919 torna dal fronte Antonio detto Nino, unico maschio superstite che raggiunge la famiglia a Padova con i genitori e le sorelle Lina e Letizia.

I primi passi in politica di Lina Merlin

Lina Merlin, profondamente scossa dagli eventi della guerra e dal clima amaro successivo al conflitto, sente di non poter restare in disparte e si trova a condividere le posizioni espresse dai socialisti, verso cui si era già trovata in sintonia per la scelta neutralista. Da poco, vicino alla sua casa, si è trasferito il medico socialista Dante Gallani, del quale proprio nel ’19 torna dal fronte anche il figlio maggiore Mario, contemporaneamente a Nino Merlin, suo coetaneo. I due giovani si trovano ben presto uniti in un analogo percorso di vita: condividono posizioni antimilitariste, simpatie verso il partito socialista e la scelta di iscriversi entrambi alla facoltà di medicina presso l’università di Padova. Tra le famiglie Merlin e Gallani si intrecciano pertanto forti legami di amicizia e condivisione di temi politici. Dante Gallani, eletto deputato nel 1919, dà vita al giornale socialista L’Eco dei lavoratori, dove lavora anche Lina. Dal nascente partito fascista iniziano a intensificarsi le minacce al giornale che, anziché scoraggiare Lina, la convincono che quella del socialismo è la strada giusta per tentare di arginare le prepotenze politiche. Nel dicembre 1921 Lina Merlin è coinvolta nell’assalto armato della casa del sindaco di Pozzonovo dove si trova ospite. Gli assediati si difendono sparando e colpendo a morte un giovane assalitore fascista. Nell’agosto del ’22 i fascisti distruggono la sede de L’Eco dei lavoratori e il giornale continua una sua vita clandestina stampato ora a Venezia ora a Treviso per eludere le aggressioni.

La Merlin antifascista

Nel 1925 vengono messi al bando i partiti politici e decretata l’obbligatoria iscrizione al Pnf per tutti i dipendenti statali. Lina Merlin rifiuta e viene privata del posto di maestra. A Padova vengono affisse ai crocicchi di alcune strade delle liste di antifascisti meritevoli di morte dove compaiono i nomi di Lina Merlin e Dante Gallani. I due fuggono a Milano, dove vengono arrestati con l’accusa di ricostituzione del Partito Socialista. Dopo il processo, il confino: Dante Gallani in Basilicata, Lina Merlin in Sardegna. Per entrambi il confino termina con l’amnistia nel ’29. L’anno successivo Lina va a vivere a Milano dal fratello Nino, divenuto dentista. E a Milano si trasferisce anche la famiglia Gallani. I due, sempre controllati dalla polizia, riescono comunque a organizzare incontri con dissidenti del regime. Lina per vivere dà lezioni private. Nel 1932 muore la moglie di Dante Gallani, che l’anno successivo può unirsi in matrimonio con la Merlin: lui ha 55 anni, lei 46. Viene così sancita quell’unione di ideali e sentimenti consolidatasi dieci anni prima e sempre rimasta viva. Soltanto tre anni dopo, però, nel 1936 Dante Gallani cesserà di vivere, mentre Lina continuerà a tessere la tela dell’antifascismo, collaborando con i comunisti ritenuti in questo periodo decisamente più attivi dei socialisti.

La guerra, il Senato e la Camera

Nel giugno del ’45 Lina viene nominata componente della Direzione nazionale del partito. Il nuovo corso inizia pieno di speranze, ma nel contempo ha modo di constatare il prevalere di logiche di potere, cosicché ben presto avverte un’estraneità nei confronti del partito “…che si serve di dirigenti senza scrupoli, oltre che senza altra capacità politica di quella di servire i capi, mutando orientamento a seconda del vento che soffia”. Ciò nonostante si prodiga per il nuovo corso dell’Italia repubblicana, come membro della Costituente, venendo poi eletta senatrice nel collegio di Adria nell’aprile del 1948, all’età di 61 anni.
Lina Merlin, infaticabile nel percorrere le strade polesane per ascoltare la voce dei suoi elettori, con non pochi dei quali stabilisce un vero rapporto di amicizia, viene soprannominata la “Madonna Pellegrina Socialista”. Ed al Senato, quando prende la parola, qualche parlamentare osserva stizzito: “Ecco il Polesine”. Nel 1953, a 66 anni, viene rieletta senatrice, ma la sua insoddisfazione per la dirigenza del partito, specie riguardo alla segreteria rodigina, non ha tregua.

Nel 1958, settantunenne, viene eletta alla Camera dei Deputati. E’ questo l’anno in cui viene approvata la legge per la chiusura delle case di tolleranza che l’aveva a lungo impegnata, contemporaneamente all’attività parlamentare che la vede particolarmente attiva per il rinnovamento della legislazione concernente la famiglia e il ruolo della donna. Nel giugno del ’61, divenuto insanabile il contrasto con la segreteria rodigina, Lina Merlin restituisce la tessera del partito, evitando di recedere dal suo proposito nonostante l’interessamento di molte personalità, tra cui si distinse in particolare Pietro Nenni.

Rimane in parlamento fino al ’63, dopo di che si trasferisce a Milano dove continua ad interessarsi di problematiche sociali. Ad 81 anni, nel 1968, sempre a Milano, si stabilisce in una stanzetta della Casa della laureata. Lina Merlin vivrà ancora dieci anni. Dopo aver fatto ritorno a Padova nel 1972, accolta presso la Casa di Riposo “Il Nazaret”, si spegnerà quasi novantaduenne il 16 agosto 1979.
La senatrice ribelle che non volle legare il suo nome a una legge.

Fonteweb

 

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