SINDACO “CHE ODIA” LA SUA CITTA’

L’On. Scajola sta danneggiando gravemente Imperia. Vuole, unico sindaco di un Comune Capoluogo di Provincia, vendere l’Ospedale di Imperia per andare a stare in affitto a Taggia: un danno incalcolabile per il raggiungimento del livello minimo di Servizi Sanitari pubblici ai propri concittadini e a tutti gli abitanti della valle del torrente Impero. Mette a rischio le concessioni demaniali delle spiagge di Imperia, non garantendo il 40% di spiagge a libero accesso sul litorale e facendo “regali” di incredibili licenze di 40 anni a un ristretto gruppo di famiglie privilegiate. Cerca di farsi scrivere dai sindaci del Comprensorio, che è meglio chiamare la pista ciclabile Riviera dei fiori, solo per impedire che la pista ciclabile, sa lui medesimo, mezzo rovinata con intromissioni in variante di scorrimenti su strada comune e lavori aggiuntivi che non c’entrano un cavolo. Lancia la pietra, ma ritira la mano: sono gli altri a chiederglielo “a sua insaputa” . In questo modo fa perdere alla Citta’ di Imperia la possibilità di ringraziare il Presidente della Repubblica Sandro Pertini. Insomma, vuole che dopo di lui, ci sia il diluvio… per la Città che ha ospitato e messo al suo governo per troppi, lunghi anni la sua famiglia. SocialismoItaliano1892E’ un progetto che nasce con l’intento “ambizioso” di far conoscere la storia del socialismo italiano (non solo) dei suoi protagonisti noti e meno noti alle nuove generazioni. Facciamo comunicazione politica e storica, ci piace molto il web e sappiamo come fare emergere un fatto, una storia, nel grande mare della rete. www.socialismoitaliano1892.it

MI SPIACE MA NON E’ CREDIBILE

Questi mezzi proclami vengono il giorno dopo che in un solo botto, si scopre una perdita irrecuperabile di materiale medicale scaduto. Da sola questa perdita è 2,5 milioni che vanno a raddoppiare dunque il disavanzo contabile ASL 1, riferito da Bucci. Ma non mi fido e ritengo che la Corte dei conti debba fare PIU’ luce. Ancora di PIU’. In particolare è a mio avviso fuori controllo il debito che si accumula per prestazioni sanitarie effettuate a beneficio di cittadini liguri. I quali, a causa dell’ eccesso di code, e della scarsa qualita’ del servizio sanitario Ligure , si vedono costretti a “emigrare” e farsi curare in altre regioni. Le quali poi, dopo, mandano il conto alle Asl liguri: grosse fatturone il cui importo nessuno sa prevedere. Non Alisa e nemmeno i mega manager amministrativi. Per effetto di questo fatto increscioso, il disavanzo reale accumulato dalle Asl liguri e’ maggiore di molto, rispetto a quello riferito da Bucci. Non è un deficit camuffabile, nè ignorabile, su cui Deve, auspico dovrebbe, Fare il punto la Corte dei conti. Abbiamo voci di respingimenti di richieste di medicinali di ammalati dai dispensari medicali ospedalieri e di mancanza nei reparti di dotazioni di cura di base (cateteri ecc). Non sono belle voci . In passato sono state fatte convenzioni coi privati di importo eccessivo e il SSN è diventato come una specie di Mucca da Mungere. Anche su queste convenzioni, che poi costringono a ricorrere a medici in cooperativa, per carenza di organico, attendiamo chiarezza. Da parte di Bucci e della Corte dei Conti. SocialismoItaliano1892E’ un progetto che nasce con l’intento “ambizioso” di far conoscere la storia del socialismo italiano (non solo) dei suoi protagonisti noti e meno noti alle nuove generazioni. Facciamo comunicazione politica e storica, ci piace molto il web e sappiamo come fare emergere un fatto, una storia, nel grande mare della rete. www.socialismoitaliano1892.it

L’INTERNAZIONALE SOCIALISTA TORNI A FARSI SENTIRE

di Daniele Delbene | Il problema non è il Manifesto di Ventotene, ma il nostro futuro. L’internazionale Socialista torni a farsi sentire, sul futuro e le sorti del mondo Intervista a Daniele Delbene già Presidente della Costituente Nazionale Pse e tra i promotori del Manifesto XGLU.IT (www.xglu.it), sottoscritto da oltre settecento persone impegnate sul territorio e condiviso da oltre 15mila giovanissimi sui social. Nei giorni scorsi, proprio sul nostro quotidiano La Voce del Serchio, abbiamo ripreso e pubblicato le sue considerazioni inerenti l’intervento del Presidente del Consiglio sul Manifesto di Ventotene, può spiegarci meglio cosa ne pensa? Il problema non è il Manifesto in sé, che per quanto se ne possano condividere i valori e la visione è stato scritto 80 anni fa, quanto la strumentalizzazione che è stata fatta dal Presidente del Consiglio. Le forze politiche di opposizione si sono indignate per motivi ideologici, ma il punto vero è un altro. Quale? Un Presidente del Consiglio, non in un luogo qualunque, ma in una Camera del Parlamento Italiano, leggendo una frase di un Manifesto fuori dal contesto, ha fatto passare l’idea che le volontà scritte in quel testo visionario fossero quelle, tra le altre, di eliminare la proprietà privata, mentre invece leggendo qualche riga in più si comprende benissimo che l’intento era proprio il contrario. Ovvero “superare il preconcetto ideologico contro la proprietà privata”, pur con le opportune limitazioni in alcuni settori e i giusti contrappesi. Nessuna forza politica, e quasi nessuno è stato in grado di rispondere al Presidente del Consiglio facendo notare “l’errore” commesso o fatto commettere volutamente da qualche suo collaboratore. Per quale ragione secondo lei? Perchè tutti parlano del Manifesto di Ventotene per motivi puramente ideologici, ma evidentemente in pochi lo hanno letto, e non tutti coloro che lo hanno fatto hanno chiaramente la cultura per comprenderlo.Chi ha un minino di formazione politica non avrebbe nemmeno bisogno di leggerlo per sapere che certe posizioni non potevano essere parte di quella Visione.Tra l’altro questo “errore” è stato commesso dal rappresentante dello stesso governo che promuove una legge sull’eccessivo utilizzo delle intercettazioni ritenendole, a ragione, spesso strumento di delegittimazione proprio per l’utilizzo di frasi “rubate al contesto”.Comunque il vero problema non è il Manifesto, quanto quello che sta avvenendo nel contesto internazionale ed europeo. Cosa ne pensa del programma di riarmo europeo? Dietro al piano di riarmo si intrecciano diverse ragioni e pensieri. Ci sono coloro che guardando al futuro e al contesto internazionale, ritengono il riarmo un deterrente e il programma un presupposto per un prossimo esercito comune europeo. Si tratta di una posizione idealmente corretta, ma ingenua perchè non si possono lasciare al caso i presupposti. Ci sono interessi economici dell’industria militare, ci sono interessi esterni che vogliono nella realtà minare le basi degli Stati Uniti d’Europa ecc.. Tra chi si oppone possiamo individuare due macro aree, chi lo fa per ragioni puramente ideologiche ovvero “pace senza armi”. Sarebbe bello un mondo fondato su questi principi ma fino a quando non vi saranno istituzioni sovranazionali europee e mondiali che garantiranno la pace (anche grazie a loro eserciti) eliminare le armi equivarrebbe a dire a chi le ha: fate ciò che volete di chi non può proteggersi. Gli altri che si oppongono sono coloro che puntano a minare qualsiasi presupposto di Stati Uniti d’Europa: ogni stato pensi a se stesso! Questa è una posizione che è stata fatta percepire come quella più vicina agli interessi dei cittadini, ma che in realtà nasconde l’interesse opposto ovvero quello, tra gli altri, dei grandi gruppi finanziari globali che senza istituzioni sovranazionali possono continuare a fare ciò che vogliono perchè nessuno è in grado di contrastarli. Quindi a suo avviso quale doveva doveva essere la posizione dei progressisti ? I socialisti europei dovevano dire si al riarmo, ma a condizione che fosse il superamento della difesa nazionale in ragione di una europea, ma non come ingenuo auspicio affidato al caso e alle grazie di Dio. La proposta doveva essere: inizino subito i paesi che ci stanno a costruire il loro esercito comune, con un graduale superamento di quello nazionale, e con l’intento ovviamente di allargarne la partecipazione in divenire. Cosa la preoccupa maggiormente? Siamo in un contesto internazionale instabile perchè non esiste un’ istituzione o forza in grado di essere garante di un equilibrio mondiale. Le posizioni americane e la maggior spesa per armamenti non potranno che rendere più fragile il sistema sociale europeo e contestualmente i singoli Paesi europei, dopo 80 anni di pace, si riarmano. Se vogliamo limitarci a guardare in casa europea, si rischia di mettere in moto un meccanismo di rincorsa tra singoli stati per consentire il sopravvivere di un sistema sociale nazionale a scapito di quello dei paesi vicini e questo rischia di portare al riaffermarsi di pulsioni nazionalistiche dei singoli paesi che oggi a differenza di ieri avrebbero da “spendere” arsenali di munizioni ed armamenti a buon viso di coloro che li producono. Il presupposto di nuovi conflitti tra paesi europei ad interesse di grandi gruppi finanziari e di Stati non europei. Quale auspicio vuole lanciare dalle nostre pagine? Si riparta dai valori sintetizzati nel nostro Manifesto XGLU.IT.La sinistra italiana ed europea degli ultimi trent’anni ha tante responsabilità per l’attuale situazione sociale e politica, ma abbia il coraggio di mettersi in discussione, anche nel personale politico, per guardare non ideologicamente alle visioni del passato, ma per creare una propria visione del futuro che colga da quelle passate i valori e la forza dirompente per l’affermazione della giustizia sociale e della libertà. Da queste pagine, colgo l’occasione per lanciare un appello all’Internazionale Socialista: si riappropri del suo ruolo originario, esca dal silenzio, ritorni ad essere un luogo di elaborazione, proposta ed indirizzo politico-culturale per costruire un mondo più giusto e libero. Si costruiscano gli Stati Uniti d’Europa e si immaginino già quelli del Mondo: gli unici in grado di garantire pace e libertà a tempo indeterminato. Pubblicato su: La Voce del Serchio SocialismoItaliano1892E’ un progetto che nasce con l’intento “ambizioso” di far conoscere la storia …

IL NUOVO MONDO

Con l’avvento di Trump il mondo sta cambiando, ce ne stiamo rendendo conto ma è difficile o meglio quasi impossibile intravvedere come andrà a finire, anche perché le cose sono in corso ed è difficile prevedere l’imprevedibile. E’ tuttavia possibile tentare di fissare dei punti da cui partire: 1 – Trump, e con qualche ragione, vuol cessare di farsi carico della difesa dell’Europa (che vuole fottere gli USA) che non rispetta l’impegno del 2% come spese per la difesa. Da commerciante, poi, ci rifila dazi (vediamo il 2 aprile) accusando l’iva europea di essere un dazio (con estrema ignoranza). Ha poi in mente un mondo tutto suo (il contrario di quello di Wilson e dei suoi 14 punti) che guarda ad un mondo fatto da imperi e imperatori. 2 – Prendiamo atto che sul fronte difesa, senza gli USA, siamo deficienti, non solo noi ma tutti i paesi della ex-NATO ivi inclusa la NATO-PLUS. Il dilemma burro/cannoni mi pare, in questo frangente di debole valenza. 3 – Giustamente pensiamo di costituire una difesa ma, senza leaders lungimiranti e senza una Europa soggetto, ci siamo accontentati del fatto che ciascun paese si riarmi come vuole; non si terrà conto della spesa nel calcolo del deficit. Ma il riarmo di ciascun paese non è soluzione efficace anche se, per quanto possibile, si invita a coordinare gli acquisti di armi (il più possibile europee, e l’Italia potrebbe avere un buono spazio di produzione), coordinare le produzioni adeguandole a standard comuni. 4 – Giustamente pensiamo, come Europa, di estendere ai paesi europei non UE (Gran Bretagna, Islanda, Norvegia, Canada) e ad altri paesi come quelli che già sono nella NATO-PLUS. 5 – Ma attenzione, una Germania che senza debito può programmare da sola importi che nessun altro paese può stanziare, già l’ho scritto, non è una cosa tranquillizzante. Troppe volte una Germania molto armata ha creato problemi (Andreotti la amava tanto da preferire che fossero due). 6 – Dai paesi PLUS della NATO ovvero: Giappone, Corea del Sud, Australia, Nuova Zelanda e Israele giustamente, ripeto giustamente escludiamo Israele (e Corea del Sud). 7 – La proposta strampalata dell’ognuno si riarmi come può, anche se la più percorribile, non porta all’obiettivo pacifico che secondo me è quello da perseguire. 8 – Ma costruire una difesa comune non deve essere il solo obiettivo, il vero obiettivo è il contrasto alla logica imperiale, la riaffermazione dei valori umanistici che ci contraddistinguono e di cui l’Europa è fonte. 9 – Penserei anche al superamento (ma come non so) del “si vis pacem para bellum” traducibile nel principio della deterrenza. 10 – Rilanciare gli organismi internazionali (ONU, WTO, OMS, CPI, etc) che Trump sta gettando nell’immondizia. SocialismoItaliano1892E’ un progetto che nasce con l’intento “ambizioso” di far conoscere la storia del socialismo italiano (non solo) dei suoi protagonisti noti e meno noti alle nuove generazioni. Facciamo comunicazione politica e storica, ci piace molto il web e sappiamo come fare emergere un fatto, una storia, nel grande mare della rete. www.socialismoitaliano1892.it

Il MONDO E’ CAMBIATO

Esiste il fischiettatore! Una nuova legge ha “creato” anche in Italia una figura ampiamente nota nel mondo anglosassone, ma che in realta’ apoartiene primitivamente al mondo nediterraneo, romano imperiale prima, delle sovranita’ comunali e ducali poi. Colui che fa, anonimo se vuole, dichiarandosi vol patroni icona solo sevuole, delle SEGNALAZIONI agli organi aziendali di controllo, privati o pubblici indifferentemente. Le aziende private e quelle pubbliche DEVONO AVERE UN SITO NON-HAKERABILE e CON MEMORIA NON ALTERABILE dove VENGONO REGISTRATE LE FISCHIETTATE. Un po “come succede quando telefono al 118 o telefono ai carabinieri: tutto rimane registrato e inalterabile . IN PIU PERO’ LE CONSEGUENZE CI SONO! Per legge. Cioe’ queste FISCHIETTATE NON POSSONO ESSERE IGNORATE dell’apposito DIRIGENTE RESPONSABILE che DEVE APRIRE UNA INCHIESTA AMMINISTRATIVA INTERNA. Se non lo fa infatti commette oggettivamente e i nediatamente, in re ipsa (così amano dire i giuristi) REATO DI OMISSIONE DI ATTI D’UFFICIO. Va bene che la gente, ancora non lo sa. Poco pratica dei portali informatizzati di accesso. Ma è solo questione di tempo, il meccanismo funzionerà sempre di piu’. ASL 1 si è beccata finora 61 procedimenti amministrativi interni, obbligati da fischiettata. Sono una enormità se paragonati ai 23 che si è beccata ASL 3, nel medesimo arco di tempo. Dati pubblici sui portali. SocialismoItaliano1892E’ un progetto che nasce con l’intento “ambizioso” di far conoscere la storia del socialismo italiano (non solo) dei suoi protagonisti noti e meno noti alle nuove generazioni. Facciamo comunicazione politica e storica, ci piace molto il web e sappiamo come fare emergere un fatto, una storia, nel grande mare della rete. www.socialismoitaliano1892.it

L’USCITA DI MELONI SUL MANIFESTO DI VENTOTENE SARA’ IL PRELUDIO ALLA FINE DEL SUO GOVERNO

di Daniele Delbene | <<Chissà se l’uscita del Presidente del Consiglio sul Manifesto di Ventotene è la conseguenza di un trabocchetto nel quale sono stati trascinati lei e i suo collaboratori o se sia solo frutto di superficialità nella lettura dello stesso>> commenta Daniele Delbene, già Presidente della Costituente Nazionale Pse e tra i promotori del Manifesto XGLU.IT (www.xglu.it) per gli Stati Uniti d’Europa, sottoscritto da oltre settecento persone impegnate sul territorio e condiviso da oltre 15mila giovanissimi sui social. <<In ogni caso, sarà il preludio alla fine del suo governo>> continua Delbene.  <<Il Manifesto, se letto con attenzione, auspica esattamente il contrario di quanto fatto intendere dal il Presidente del Consiglio, non al bar, ma in una delle Camere del Parlamento. Nel Manifesto viene indicato che la rivoluzione europea “dovrà essere socialista per l’emancipazione delle classi operaie e per condizioni di vita più umane”. E a questo proposito, viene indicata la bussola da seguire, che “NON può essere però il principio puramente dottrinario secondo il quale la proprietà privata dei mezzi materiali di produzione deve essere in linea di principio abolita e tollerata solo in linea provvisoria”. Infatti, precisa il Manifesto, “la statizzazione generale dell’economia è stata la prima forma utopistica in cui le classi operaie si sono rappresentate la loro liberazione dal giogo capitalista; ma, una volta realizzata in pieno, non porta allo scopo sognato, bensì alla costituzione di un regime in cui tutta la popolazione è asservita alla ristretta classe dei burocrati gestori dell’economia..” Il Manifesto continua chiarendo quindi che “La proprietà privata deve essere abolita, limitata corretta, estesa caso per caso, non dogmaticamente in linea di principio. Questa direttiva si inserisce naturalmente nel processo di formazione di una vita economica europea liberata dagli incubi del militarismo o del burocratismo nazionale. La soluzione razionale deve prendere il posto di quella irrazionale, anche nella coscienza dei lavoratori.” Come potranno tacere le tante anime socialiste, repubblicane e di buon senso presenti in alcune delle forze a sostegno del governo? E’ sufficiente fare una ricerca sul web per leggere come alcuni tra i più autorevoli membri del Governo e di spicco delle forze a suo sostegno abbiamo sempre affermato di riconoscersi nei principi e negli auspici del Manifesto. Chiederanno l’oblio delle loro affermazioni effettuate negli anni passati e tuttora presenti sul web, o prenderanno una posizione di responsabilità oggi?>> SocialismoItaliano1892E’ un progetto che nasce con l’intento “ambizioso” di far conoscere la storia del socialismo italiano (non solo) dei suoi protagonisti noti e meno noti alle nuove generazioni. Facciamo comunicazione politica e storica, ci piace molto il web e sappiamo come fare emergere un fatto, una storia, nel grande mare della rete. www.socialismoitaliano1892.it

UN MANIFESTO BASILARE E “SCONOSCIUTO”

di Carlo Felici | IL dileggio compiuto dalla Presidente del Consiglio nei confronti del Manifesto di Ventotene e dei suoi autori non ha precedenti nella storia della Repubblica per gravità e per dolo verso chi ha dato la vita per la nostra democrazia E’ ancora più grave che chi ha citato poche frasi estrapolate dal Manifesto, lo abbia fatto passare per una sorta di inno alla dittatura comunista, chiedendo per di più se qualcuno lo avesse letto. Ebbene lo abbiamo letto e sappiamo benissimo come è nato quel Manifesto di Ventotene, quando è nato, e cosa costò ai suoi autori in quanto antifascisti Perché esso non è solo un inno ad una Europa federale e democratica, ma è anche un appello ad una rivoluzione antifascista fatto nel momento in cui il nazifascismo era vincente, quindi un Manifesto che corrisponde ad un atto supremo di coraggio che allora si poteva definire disperato, ma che, soli quattro anni dopo risultò vincente. Tanto che oggi tutte le grandi democrazie moderne europee ne riconoscono il valore inoppugnabile. Ma la risposta migliore alle storpiature della Meloni è lo stesso Manifesto che in un suo passaggio cruciale, recita quanto segue: “”Auspicano la fine delle dittature immaginandola come la restituzione al popolo degli imprescrittibili diritti di autodeterminazione. Il coronamento dei loro sogni è un’assemblea costituente eletta col più esteso suffragio e col più scrupoloso rispetto degli elettori, la quale decida che costituzione il popolo debba darsi” Cioè l’esatto contrario rispetto a quanto la Meloni ha voluto farci credere Ma il Manifesto di Ventotene non solo un appello antifascista, un inno alla democrazia e alla fratellanza tra i popoli, esso è anche una base solida, con i suoi principi di libertà e giustizia sociale, per ogni società che non voglia abbandonarsi alle derive di un capitalismo senza regole o ad una nomeklatura livellatrice di ogni istanza sociale, repressiva ed autoreferenziale Il Manifesto inizia con una analisi lucida e spietata della società moderna in cui vivevano gli autori, sprofondata nella dittatura e nel totalitarismo : “La sovranità assoluta degli stati nazionali ha portato alla volontà di dominio sugli altri e considera suo “spazio vitale” territori sempre più vasti che gli permettano di muoversi liberamente e di assicurarsi i mezzi di esistenza senza dipendere da alcuno. Questa volontà di dominio non potrebbe acquietarsi che nell’egemonia dello stato più forte su tutti gli altri asserviti.  In conseguenza lo stato, da tutelatore della libertà dei cittadini, si è trasformato in padrone di sudditi, tenuti a servirlo con tutte le facoltà per rendere massima l’efficienza bellica.” Cosa è questa se non una condanna di ogni forma di statolatria e di riduzione dell’essere umano a servo di uno stato autoreferenziale, cosa se non una condanna di ogni forma di colonialismo ed imperialismo? Segue una prefigurazione di eventi e di conseguenze che è tuttora un monito affinché la storia che insegna ed è priva di scolari, non si ripeta: “D’altra parte la formazione di giganteschi complessi industriali e bancari e di sindacati riunenti sotto un’unica direzione interi eserciti di lavoratori, sindacati e complessi che premevano sul governo per ottenere la politica più rispondente ai loro particolari interessi, minacciava di dissolvere lo stato stesso in tante baronie economiche in acerba lotta tra loro. Gli ordinamenti democratico liberali, divenendo lo strumento di cui questi gruppi si valevano per meglio sfruttare l’intera collettività, perdevano sempre più il loro prestigio, e così si diffondeva la convinzione che solamente lo stato totalitario, abolendo la libertà popolare, potesse in qualche modo risolvere i conflitti di interessi che le istituzioni politiche esistenti non riuscivano più a contenere.” Questa è una situazione tuttora in fieri purtroppo in Europa “La stessa etica sociale della libertà e dell’uguaglianza è scalzata. Gli uomini non sono più considerati cittadini liberi, che si valgono dello stato per meglio raggiungere i loro fini collettivi. Sono servitori dello stato che stabilisce quali debbono essere i loro fini, e come volontà dello stato viene senz’altro assunta la volontà di coloro che detengono il potere. Gli uomini non sono più soggetti di diritto, ma gerarchicamente disposti, sono tenuti ad ubbidire senza discutere alle gerarchie superiori che culminano in un capo debitamente divinizzato. Il regime delle caste rinasce prepotente dalle sue stesse ceneri.” Questo è il quadro delle dittature di allora ed in particolare di quella fascista instauratasi in Italia. Ma ecco il passaggio più attuale quando si parla di Difesa Europea: “Con la propaganda e con l’azione, cercando di stabilire in tutti i modi accordi e legami tra i movimenti simili che nei vari paesi si vanno certamente formando, occorre fin d’ora gettare le fondamenta di un movimento che sappia mobilitare tutte le forze per far sorgere il nuovo organismo, che sarà la creazione più grandiosa e più innovatrice sorta da secoli in Europa; per costituire un largo stato federale, il quale disponga di una forza armata europea al posto degli eserciti nazionali, spazzi decisamente le autarchie economiche, spina dorsale dei regimi totalitari, abbia gli organi e i mezzi sufficienti per fare eseguire nei singoli stati federali le sue deliberazioni, dirette a mantenere un ordine comune, pur lasciando agli Stati stessi l’autonomia che consente una plastica articolazione e lo sviluppo della vita politica secondo le peculiari caratteristiche dei vari popoli.” Di cosa si parla oggi nel Parlamento Europeo, se non di questo che era stato prefigurato dagli autori del Manifesto 84 anni fa? A cosa si vuole arrivare se non a questo? E’ questo che la Meloni non vuole? E’ questo ciò in cui ella non si riconosce? Ce lo dica chiaramente. Anzi, già ce lo ha detto. Ma veniamo alla citazione maldestra e truffaldina della Meloni, osservando bene i passaggi del Manifesto: “La rivoluzione europea, per rispondere alle nostre esigenze, dovrà essere socialista, cioè dovrà proporsi l’emancipazione delle classi lavoratrici e la creazione per esse di condizioni più umane di vita. La bussola di orientamento per i provvedimenti da prendere in tale direzione, non può essere però il principio puramente dottrinario secondo il quale la proprietà privata dei mezzi materiali …

AMMINISTRATIVE TARANTO 2025

Comunicato Stampa In vista delle elezioni comunali del 25 e 26 maggio per rinnovare il Consiglio comunale e scegliere il Sindaco di Taranto, riteniamo fondamentale impegnarci per eleggere persone dotate di competenza, equilibrio e capacità di ascolto. Taranto ha bisogno di un cambiamento e di serietà da parte di chi la governerà. Va scongiurato il rischio di lasciare la città ad una destra che, in soli due anni e mezzo di governo ha già varato ben cinque decreti salva-Ilva, ripristinando l’immunità penale, sottraendo fondi destinati alle bonifiche, riaprendo altiforni a carbone e cambiando le regole sulla VIAFin dalla prima riunione del centrosinistra, in maniera responsabile, abbiamo lavorato per una coalizione unita e stabile con priorità chiare: una gestione corretta dei rifiuti e del verde pubblico, la gestione pubblica dei nidi, un welfare di qualità, politiche giovanili e culturali, la tutela della salute e dell’ambiente, l’impegno per alternative all’economia fossile, la lotta alla disoccupazione e al lavoro nero e per il reimpiego dei lavoratori Ilva attraverso i fondi del JTF e le bonifiche. Per raggiungere questi obiettivi, è essenziale rafforzare la macchina amministrativa con personale competente e stabile. Abbiamo chiesto discontinuità sui metodi di governo dell’ex Sindaco Melucci e liste pulite. Abbiamo accolto con favore la convergenza sulla chiusura dell’area a caldo di Ilva e su altre priorità del nostro programma all’interno del tavolo del centrosinistra, ma siamo rammaricati per il metodo utilizzato, l’accordo tra PD e CON sul nome di Piero Bitetti, è stato comunicato alla stampa prima che allo stesso tavolo nel quale noi avevamo proposto una figura civica di alto profilo, che potesse far sintesi tra tutti facendoci uscire dall’impasse che si era creato. Avremmo auspicato maggiore partecipazione e trasparenza in questo processo. In ogni caso, lunedì parteciperemo al tavolo del centrosinistra, per portare i nostri punti programmatici inderogabili, già discussi con i nostri iscritti. La nostra permanenza nella coalizione dipenderà dalla condivisione di questi temi per noi fondamentali. In caso contrario, dovremo valutare altre opzioni. EUROPA VERDE/ALLEANZA VERDI E SINISTRA, SOCIALISMO XXI, POSSIBILE SocialismoItaliano1892E’ un progetto che nasce con l’intento “ambizioso” di far conoscere la storia del socialismo italiano (non solo) dei suoi protagonisti noti e meno noti alle nuove generazioni. Facciamo comunicazione politica e storica, ci piace molto il web e sappiamo come fare emergere un fatto, una storia, nel grande mare della rete. www.socialismoitaliano1892.it

GARE?

Avrei una mia piccola, umile riflessione sulle “gare pubbliche” o a evidenza pubblica o comunque normate e denominate, con cui gli Enti Pubblici , locali et similia, aggiudicano appalti, concessioni, gestioni di immobili sportivi e quant’altro a dei privati, siano essi singoli imprenditori, oppure enti e societa’ di lucro o del terzo settore. Direte voi, che te frega? Nulla, non ho interessi diretti nel settore, almeno per ora. Potrei disinteressarmi pertanto, come fa la maggior parte delle persone, ma per mia somma sventura, non sono (lo avrete capito), come la maggior parte delle persone….sono bizzoso, permaloso, bimbetto, petulante, curioso: come simpaticamente si dice, “un rompiglioni” . A cosa si deve questo mio carattere? Credo alla mia natura in buona parte ma di piu’ alla mia formazione filosofica Pirroniana, greca con attenzione al “particulare:” chi vuole approfondira’ questa mia valutazione e ne dira’ delle sue. Non me ne cale. Invece me ne cale della GIUSTIZIA e se mi dicono che si fa una gara, gara deve essere, con regole precise che mettano i contendenti “alla pari”. E vinca il migliore. Già SE ALLA GARA PARTECIPA SOLO UNO, per me vuol dire che non c’e’ stata gara, ma solo una trattativa privata. Mi innervosisco subito e penso che la gara era stata strutturata, fatta, male. NON E’ NORMALE che a una gara si presenti un solo concorrente. Poi mi incazzo, ma di brutto, se scopro che QUELL’UNO, SOLITARIO ha vinto grazie a un RIBASSO MINIMO, ma ANCHE , attenzione, se ha vinto con un ribasso molto grande, eccessivamente grande rispetto ai correnti usi commerciali. Perche’ in affari, non credo alla fortuna, che e’ soltanto un aspetto. Ma quando ripetutamente vedi che alle gare sugli appalti ti arriva RIPETUTAMENTE UN SOLO CONCORRENTE devi metterti in allarme, vuole infatti dire, SE TUTTO E’ NORMALE che fai male le gare. Le gare sono fatte bene solo se sono attrattive e quindi partecipate da molte concorrenti. Ho notizia certa che, recentemente, il Rpct, il responsabile comunale anticorruzione e anti infiltrazioni mafiose di Imperia (ce n’e’ per legge uno nominato appositamente con questa funzione in ogni Ente Locale) HA DATO SEGNI DI VITA, chiedendo ufficialmente, cioe’ con una apposita missiva, suggerimenti ai consiglieri comunali tutti su procedure, studi, tecniche da implementare per assolvere il suo compito . Ho molto apprezzato questa iniziativa del RPCT DI IMPERIA che e’ un segno di coinvolgimento nella difficile opera di CONTRASTO A INFILTRAZIONI CORRUTTIVE E MAFIOSE: ecco, io suggerirei di MONITORARE IL FENOMENO CHE HO SEGNALATO mediante RILEVAZIONE STATISTICA OGGETTIVA DEL NUMERO MEDIO DEI PARTECIPANTI GARE, E RICORRENZE, e di rendere questi monitoraggi PUBBLICI E TRASPARENTI nelle loro risultanze. Ad occhio (non sono sempre lì a controllare le gare) ho visto che sono moltissime le gare a unico partecipante con bassissimo ribasso sulla base d’asta, (anche la percentuale media dei ribasso, moda e frequenze, è da rilevare e monitorare costantemente). Perche’ poi in alcuni casi, ho rilevato UNA ANOMALIA che ritengo grave. Che è UN SEGNALE DI POSSIBILE PROBLEMATICHE MOLTO BRUTTE. Perchè dopo lo svolgimento della gara pubblica, il vincitore riceve BENEVOLENZE ECONOMICHE DAL COMUNE. Allora bisogna allarmarsi. Ritengo che questo NON DOVREBBE SUCCEDERE MAI. L’ ho notato, ad esempio, con la piscina comunale. Il vincitore gara poi, dopo vinta la gara, condotta in solitaria, riceve contributi comunali. Che senso ha allora aver fatto una gara? Era evidentemente una gara AGGIUDICATA SU IMPORTI SBAGLIATI. E’ successo anche con la manutenzione verde: il Comune gli ha dato a gratis l’uso di un magazzino sotto lo stadio, per tenerci cio’ che gli serve. SECONDO ME NON SI PUO’ FARE. O se si fa bisogna stare molto molto attenti e darne una motivazione irreprensibile specifica, che escluda la gara sia stata “alterata”. E poi soprattutto andare a verificare BENE i requisiti antimafia, non accontentandosi del “minimo di legge” ma soprattutto CONTROLLANDO che chi esegue i lavori sia davvero la ditta vincitrice e non “altri” che la possano avere usata come “scudo di copertura”. Insomma sono presuntuosetto, non sono Consigliere Comunale e sto dando consigli a me non richiesti. Percio’ mi fermo qui! SocialismoItaliano1892E’ un progetto che nasce con l’intento “ambizioso” di far conoscere la storia del socialismo italiano (non solo) dei suoi protagonisti noti e meno noti alle nuove generazioni. Facciamo comunicazione politica e storica, ci piace molto il web e sappiamo come fare emergere un fatto, una storia, nel grande mare della rete. www.socialismoitaliano1892.it

I 14 PUNTI DI WILSON E LA DOTTRINA DI TRUMP

Alla fine della prima guerra mondiale il presidente USA Woodrow Wilson decise di far precedere le discussioni sulle sistemazioni territoriali dell’Europa, da mesi di intenso lavoro per istituire criteri di pace che osservati e fatti valere da un organismo super partes come LA SOCIETA’ DELLE NAZIONI evitassero il ricorso alla guerra. I principi che Wilson predicava stavano in quei quattordici punti da lui stesi e che di seguito riporto solo per quei principi generali dell’illuminismo wilsoniano:: “Il mondo deve essere reso sicuro per ogni nazione pacifica che, come la nostra, desidera vivere la propria vita, stabilire liberamente le sue istituzioni, essere assicurata della giustizia e della correttezza da parte degli altri popoli del mondo, come pure essere assicurata contro la forza e le aggressioni egoistiche. Perciò il programma della pace del mondo è il nostro stesso programma; e questo programma, il solo possibile secondo noi, è il seguente. 1 – Pubblici trattati di pace, conclusi apertamente, dopo i quali non vi saranno più accordi internazionali privati di qualsivoglia natura, ma la diplomazia procederà sempre francamente e pubblicamente. 2 – Libertà assoluta di navigazione sui mari, al di fuori delle acque territoriali, sia in tempo di pace, sia in tempo di guerra. 3 – Soppressione, nei limiti del possibile, di tutte le barriere economiche e stabilimento di condizioni commerciali uguali per tutte le nazioni che consentono alla pace e si accordano per mantenerla. 4 – Garanzie sufficienti che gli armamenti nazionali saranno ridotti all’estremo limite compatibile con la sicurezza interna del paese. 5 – Composizione libera, in uno spirito largo e assolutamente imparziale, di tutte le rivendicazioni coloniali, fondata sul rigoroso rispetto degli interessi delle popolazioni interessate. 6 – Evacuazione di tutti i territori russi e regolamento di tutte le questioni concernenti la Russia, per assicurarle una sincera accoglienza nella Società delle Nazioni libere sotto un governo che esse stessa avrà scelto. 14 – Una Società generale delle Nazioni Unite dovrebbe essere formata in virtù di convenzioni formali aventi per oggetto di fornire garanzie reciproche di indipendenza politica e territoriale ai piccoli come ai grandi Stati.” Il clima oggi dilagante confrontato alla speranza wilsoniana, ci fa pensare che questo secolo non sia stato di progresso ma di vergognoso regresso. SocialismoItaliano1892E’ un progetto che nasce con l’intento “ambizioso” di far conoscere la storia del socialismo italiano (non solo) dei suoi protagonisti noti e meno noti alle nuove generazioni. Facciamo comunicazione politica e storica, ci piace molto il web e sappiamo come fare emergere un fatto, una storia, nel grande mare della rete. www.socialismoitaliano1892.it