UNA PROPOSTA DI LEGGE DI SOCIALISMO XXI

Può succedere, e non raramente, che il datore di lavoro non versi all’INPS i contributi previdenziali a suo carico destinati a costruire la pensione del dipendente. I contributi previdenziali sono somme versate all’INPS (Istituto Nazionale della Previdenza Sociale) che garantiscono al lavoratore la copertura per diverse prestazioni, tra cui la pensione, le indennità di malattia, maternità e disoccupazione. Questi contributi sono suddivisi tra la parte a carico del lavoratore, trattenuta direttamente dalla busta paga, e la parte a carico del datore di lavoro, che dovrebbe essere versata all’ente previdenziale. Il versamento dei contributi è obbligatorio e il datore di lavoro ha il compito di effettuarlo in modo regolare. Se non viene fatto, il lavoratore rischia di perdere importanti benefici. In pratica, ogni mese il datore di lavoro deve inviare i contributi raccolti per ogni dipendente all’INPS, garantendo così il diritto del lavoratore alla pensione e ad altre tutele. Quali rischi se i contributi non vengono versati da parte del datore di lavoro? Il principale rischio per un lavoratore è la mancanza di copertura previdenziale. Se i contributi non sono versati, il lavoratore potrebbe: Il lavoratore può verificare la sua posizione contributiva mediante il Sito INPS accedendo con le tue credenziali SPID, ovvero con la carta nazionale dei servizi (CNS) ed accedere all’“Estratto conto contributivo”, il quale è un documento riepilogativo di tutti gli anni contributivi accreditati a tuo nome. A questo punto una volta accertata la mancanza, il lavoratore può chiedere all’azienda il versamento, e se continua a mancare è possibile recuperare questi contributi rivolgendosi direttamente all’INPS denunciando ciò che sta accadendo. L’ente previdenziale può provvedere al recupero di questi importi entro 10 anni dalla data effettiva presupposta per il versamento. In molti casi si può arrivare alla richiesta di risarcimento di danni.  Il lavoratore dipendente preserva comunque il diritto alla pensione anche qualora il datore di lavoro non versi i contributi dovuti, fino a che non si verifichi la prescrizione (quinquennale). La Corte di Cassazione si è espressa in tal senso con la sentenza n. 2164/2021. L’art. 2116 c.c., co.1 , prevede che: Le prestazioni indicate nell’art. 2114 sono dovute al prestatore di lavoro, anche quando l’imprenditore non ha versato regolarmente i contributi dovuti alle istituzioni di previdenza e di assistenza, salvo diverse disposizioni delle leggi speciali o delle norme corporative. Occorre quindi, per prima cosa, verificare se i contributi non versati si riferiscono a un periodo inferiore o superiore a 5 anni. Qualora si riferiscono ad un periodo inferiore a 5 anni, è sufficiente informare immediatamente l’INPS che, insieme all’Agenzia delle entrate, provvederà a effettuare la verifica dei versamenti del datore di lavoro. Invece, qualora l’inadempienza si riferisca ad un periodo superiore a 5 anni, si verifica la prescrizione, pertanto decade l’obbligo di versare i contributi. In quest’ultimo caso, l’INPS non può agire nei confronti del datore di lavoro per ottenere il debito contributo. Tuttavia, il lavoratore ha la facoltà di riscattarli mediante la “costituzione di rendita vitalizia”.  Ricapitolando: La proposta di legge che inviterei Socialismo XXI di portare avanti. Abbiamo visto che il lavoratore può accedere e controllare sul sito dell’INPS, tramite SPID, se il datore di lavoro ha versato i contributi e quindi la sua situazione pensionistica si costruisce regolarmente. Mi chiedo quanti lavoratori facciano questo esercizio e non facendolo rischiano di perdere i diritti pensionistici per prescrizione quinquennale. E’ vero, può costituire una rendita vitalizia, ma sia chiaro dovrà pagare di tasca propria l’inadempienza (il reato) del datore di lavoro. La proposta di legge che suggerisco consiste nell’obbligo del datore di lavoro, a fine anno o a fine rapporto, di consegnare al lavoratore un attestato che certifichi la regolarità dei versamenti. Non mi inoltro nell’indicare la modalità procedurale, ma mi sembra un grosso servizio civile affrontare questo tema.                               SocialismoItaliano1892E’ un progetto che nasce con l’intento “ambizioso” di far conoscere la storia del socialismo italiano (non solo) dei suoi protagonisti noti e meno noti alle nuove generazioni. Facciamo comunicazione politica e storica, ci piace molto il web e sappiamo come fare emergere un fatto, una storia, nel grande mare della rete. www.socialismoitaliano1892.it

SOLIDARIETA’ AL CONSIGLIERE BRACCO

Multato perche’ rifiuta di vestirsi con la borghesissima “giacca e cravatra” nelle sedute di Cnsiglio Comunale a Imperia . I socialisti condividono scopi e modalita’ della protesta del Consigliere Comunale di Imperia Ivan Bracco .I socialisti pertanto gli danno massimo sostegno e piena solidarieta’. Imporre la borghesissima giacca e cravatta e’ una chiara discriminazione di classe, anticostituzionale. I boorghesi se la mettono, i socialisti no. La rifiutano come segno di appartenenza a una determinata classe sociale, che non e’ la loro, e ai cui modelli di comportamento ed etico morali non aspirano. Link: I socialisti non indossano giacca e cravatta, ma sono solidali coi poveri e gli oppressi,, comunque siano vestiti. NIENTE apparenza, solo solidarieta’. La multa va disapplicazione e ritirata, con tanto di scuse. I socialisti della Liguria tutta invitano le altre forze politiche costituzionali a fare altrettanto. Si pronunciano senza indugio solidali con Ivan Bracco. Tutte. SocialismoItaliano1892E’ un progetto che nasce con l’intento “ambizioso” di far conoscere la storia del socialismo italiano (non solo) dei suoi protagonisti noti e meno noti alle nuove generazioni. Facciamo comunicazione politica e storica, ci piace molto il web e sappiamo come fare emergere un fatto, una storia, nel grande mare della rete. www.socialismoitaliano1892.it

PIL, PNRR E TESORETTO

Le due domande che mi pongo in questo contributo sono: 1 – Perché il PIL sta crescendo della metà di quanto previsto nel DEF? 2 – Da dove nasce quell’importo di 17 miliardi di gettito in più? Alla prima domanda ritengo si possa rispondere con tre tipi di argomentazione: 1.1 il primo argomento sta nel fatto che il DEF (Documento economico finanziario, erede del DPEF da cui è stata cancellata la P, che significava Programmazione, tanto per capire come stiano andando le cose) che indicava una crescita dell’1% era, già al momento in cui fu indicato, estremamente ottimistico, insomma una forzatura che poi ha dovuto lasciare posto ai dati reali. 1.2 La seconda causa sta evidentemente nei fatti geo-politici ed economici: in particolare la guerra russo/ucraina che ha fatto aumentare i costi dell’energia per cui oggi le nostre imprese pagano l’energia il triplo di quanto la paghino le imprese statunitensi (uso volontariamente la parola statunitensi e non americane per rispetto al Canada, Brasile, Argentina etc. così come dico MUGA  e non MAGA), e la crisi dell’industria automobilistica che insieme a tessile e metalmeccanica fanno segnare da più di 20 mesi indici con il meno davanti. Questo crollo nella produzione industriale rimanda alla lucida analisi che Draghi espone nel suo Rapporto sulla competitività, laddove si denuncia il grave ritardo tecnologico dell’Europa rispetto alle dominanti USA e Cina. Ecco che allora l’approccio Draghi deve diventare il programma economico della sinistra italiana. 1.3 Il terzo elemento di riflessione è relativo agli effetti che il PNRR ha avuto nel 2024, e quindi, quale sarebbe stato l’aumento del PIL senza i miliardi del PNRR che hanno necessariamente influenzato il risultato del 2024; spontanea nasce la domanda ma quanto sarebbe cresciuto il PIL (o quanto sarebbe sceso) se non ci fossero entrati i soldi del PNRR. Vediamo alcune cifre: Gli effetti attesi dal PNRR calcolate attraverso il modello MeMo-It indicano che a fine periodo le spese del PNRR AUMENTEREBBERO IL LIVELLO DEL PIL DI CIRCA 3 PUNTI PERCENTUALI Nel 2024 l’effetto del PNRR si conteggia a POCO MENO DI UN PUNTO quindi si può concludere che senza il PNRR (stimato per il 2024 pari allo 0.9) l’incremento dello 0.5% diventerebbe un indice dello -0.4, alla faccia dei mirabolanti successi conclamati dalle fonti governative.  2. Vengo ora alla seconda domanda, relativo all’aumento del gettito fiscale derivante soprattutto dall’incremento del gettito Irpef (quello pagato da lavoratori dipendenti, pensionati e in modo marginale da imprese non di capitale). Scrive Il Sole 24 Ore: 2.1 “Tra le entrate derivanti dalle imposte dirette, il gettito Irpef si è attestato a 112,883 miliardi (+7,219 miliardi, +6,8%) principalmente per effetto dell’aumento delle ritenute di lavoro dipendente (+8,543 miliardi, +8,6%). In diminuzione la componente dell’autoliquidazione (-1.392 miliardi, -34,8%) che risente dell’assenza del dato di quest’anno delle entrate dell’autotassazione delle dichiarazioni dei redditi. Anche per l’Ires il confronto risulta disomogeneo (-7.463 miliardi, -48,5%). Positivi risultano gli andamenti delle ritenute sugli utili distribuiti dalle persone giuridiche (+708 milioni di euro, +36,0%) per l’aumento degli ,di capitale (+5.403 miliardi, +96,6%) per l’aumento dei tassi di interesse registrato nel corso del 2023” Scrive Ferrari, della CGIL, su Collettiva: A rimetterci sono i redditi bassi. 2.2 Il risultato di questa simulazione toglie il velo dalle menzogne del governo. A conti fatti, correttamente risulta che tutti i redditi sotto i 35 mila euro previdenziali avranno nel 2025 una riduzione del netto in busta paga rispetto al 2024 (tranne il reddito di 25.500 euro che registra un modestissimo incremento). Inoltre, paradosso dei paradossi, le maggiori perdite si concentrano su tre redditi: 15.500, 16 mila e 16.500 euro, proprio i più bassi.   Come mai? Anche questo è presto detto: in assenza del cuneo contributivo, a parità di imponibile previdenziale annuo, l’imponibile fiscale annuo risulta essere inferiore ai 15 mila euro per cui la detrazione per lavoro dipendente è inferiore di circa 1/3 rispetto a quella riconosciuta nell’anno d’imposta 2024, mentre il bonus previsto per il 2025 per questi tre redditi non compensa il minor importo della detrazione per redditi di lavoro dello stesso anno. Altro che riduzione delle tasse. In conclusione, la materia fiscale, con l’obiettivo della flat tax per tutti, come da programma di governo, è diventata un crogiuolo di regali elettorali il cui maggior promotore è quel naufrago di Salvini; un malefico strumento che nega la progressività a favore delle rendite e delle partite iva; un sistema che nega la equità orizzontale spingendo verso il corporativismo di un infelice periodo storico. SocialismoItaliano1892E’ un progetto che nasce con l’intento “ambizioso” di far conoscere la storia del socialismo italiano (non solo) dei suoi protagonisti noti e meno noti alle nuove generazioni. Facciamo comunicazione politica e storica, ci piace molto il web e sappiamo come fare emergere un fatto, una storia, nel grande mare della rete. www.socialismoitaliano1892.it

INCANCELLABILE MEMORIA: PIAZZA FONTANA

di Franco Astengo | A poche settimane dalla morte di Licia Pinelli, dolorosa testimone e vittima di quei giorni bui non si può dimenticare: 12 Dicembre 1969, strage di Piazza Fontana (senza dimenticare un altro attentato a Roma, al Vittoriano, questo fortunatamente senza spargimento di sangue): si inaugura in Italia la “strategia della tensione”. Nel frattempo, nel correre degli anni sono cambiate profondamente le cose attorno a noi ed oggi costatiamo, dolorosamente, che sul piano sociale, economico, soprattutto politico stiamo tornando indietro: a condizioni materiali di vita, nella possibilità di esercizio dei diritti, nella capacità di rappresentanza politica che avremmo creduto superate per sempre. Ricordare oggi Piazza della Fontana deve significare, quindi,  mettere assieme, la testimonianza della nostra ricerca della verità e la nostra volontà di impegnarci, e lottare ancora per invertire la rotta non rinunciando all’idea di una società da ricostruire pezzo per pezzo, pietra su pietra, secondo gli ideali dell’eguaglianza , della solidarietà sociale, dell’internazionalismo. In quel momento nessuno, o pochissimi, la riconosce: si segue la pista anarchica, Pino Pinelli viene “suicidato” da un balcone della questura di Milano, Pietro Valpreda arrestato. Il Presidente Saragat plaude alla “cattura del mostro” ed il suo telegramma di felicitazione al Capo della Polizia è letto, al Telegiornale (senza uno e senza due, in quel momento) dal solito, ineffabile Bruno Vespa. Si tratta del primo atto di una lunga striscia di sangue, di una serie di attentati fascisti che costelleranno la storia d’Italia degli anni’70-’80. Ricordiamo la cupezza di quei giorni, la folla milanese che si stringe attorno alle bare delle vittime, i pochi giornalisti coraggioso, Camilla Cederna, Bruno Ambrosi, che cercano ostinatamente la verità, l’impegno del Comitato Antifascista milanese. Soprattutto pensiamo al grande mobilitazione studentesca e operaia in atto in quegli anni: un lungo ’68 che arrivò fino all’autunno caldo dell’anno successivo, appunto il 1969, grazie alla saldatura delle lotte tra operai e studenti. Lotte che reclamavano non soltanto un diverso tenore di vita, il diritto allo studio e al lavoro, ma un’idea diversa di società democratica, di prospettiva per il futuro. I fascisti (senza il neo) diretta progenie dell’attuale destra di governo che lavorarono per attuare quelle stragi intendevano fermare quel movimento, spezzare quella spinta, ricacciarci tutti indietro. Seguirono poi anni difficili, nel corso dei quali imparammo quanto fosse difficile scoprire la verità, in mezzo a tentativi di colpi di stato, servizi segreti al “servizio” dell’eversione, coperture politiche ad altissimo livello. Non abbiamo smesso però di cercarla quella verità ed ancor oggi, levando alto il nostro richiamo alla memoria, ci rivolgiamo a tutti i democratici: quel giorno fu spezzato un filo, svoltò un punto importante della storia d’Italia. SocialismoItaliano1892E’ un progetto che nasce con l’intento “ambizioso” di far conoscere la storia del socialismo italiano (non solo) dei suoi protagonisti noti e meno noti alle nuove generazioni. Facciamo comunicazione politica e storica, ci piace molto il web e sappiamo come fare emergere un fatto, una storia, nel grande mare della rete. www.socialismoitaliano1892.it

CRAXI E I SOCIALISTI FURONO PERSEGUITATI, VA CANCELLATA L’INGIUSTIZIA CON LA QUALE FURONO TRATTATI

L’altro giorno è morto Paolo Pillitteri. È stato un sindaco di Milano da tutti considerato un ottimo sindaco. Ha guidato una giunta di sinistra formata da socialisti e comunisti. Ai tempi della Prima repubblica, e della Milano craxiana. È stato perseguitato, come un numero eccezionale di dirigenti socialisti, all’inizio degli anni novanta, dalla procura di Milano. Che partì da lì per radere al suolo la Prima repubblica. Cioè il periodo migliore vissuto dall’Italia dai tempi dei tempi. Ancora all’inizio di questo secolo a Paolo Pillitteri, che era il marito della sorella di Bettino Craxi, la Procura di Milano vietò di partecipare al funerale di suo cognato. Dando una prova rara di scarsa umanità. Paolo Pillitteri ha reagito sempre con grande dignità, e anche con ironia, alle persecuzioni. Era un uomo probo, un politico di razza, un intellettuale acuto. Una personalità molto forte. Lo ha ricordato l’altro giorno su questo giornale Bobo Craxi. Possibile che quasi un quarto di secolo dopo la morte di Bettino Craxi il mondo politico e intellettuale italiano non sia in grado di dire: il Psi e Craxi diedero molto all’Italia, l’Italia è stata ingiusta, infinitamente ingiusta con Craxi e il suo partito? Craxi era uno statista. È morto in esilio. Abbandonato da tutti. Personalmente avrei tante critiche politiche da fargli, ma come faccio a esprimerle se prima non si cancella l’ingiustizia con la quale è stato trattato? Al suo funerale, a Tunisi, il vescovo lesse quel meraviglioso passo del Vangelo che dice così: “beati i perseguitati dalla giustizia…”. Non siamo ancora capaci di ripetere quel versetto e di riconoscere che Craxi fu perseguitato? Non ricostruiremo mai una politica con la “P” maiuscola se non compiamo questo passo. Pubblicato su l’Unità del 7 Dicembre 2024 SocialismoItaliano1892E’ un progetto che nasce con l’intento “ambizioso” di far conoscere la storia del socialismo italiano (non solo) dei suoi protagonisti noti e meno noti alle nuove generazioni. Facciamo comunicazione politica e storica, ci piace molto il web e sappiamo come fare emergere un fatto, una storia, nel grande mare della rete. www.socialismoitaliano1892.it

LA RIVOLTA SOCIALE

Sulle parole di Landini vorrei aggiungere qualche riflessione su quali obiettivi dobbiamo porci, in particolare, per quanto riguarda il livello dei salari. I nostri salari sono decisamente bassi, fermi da anni e con la cancellazione della contingenza non riescono più a difendersi dall’inflazione. Porsi come obiettivo l’aumento dei salari ha decisamente tre effetti positivi: 1 – Aumenta la quota salari rispetto agli altri redditi in particolare di quelle attività che riescono a scaricare sui loro clienti gli aumenti dei costi. 2 – Aumenta la domanda globale aiutando le imprese a realizzare economie di scala aiutando la crescita del PIL. 3 – Funziona come “frusta salariale” che costringe le imprese a ricercare maggiore produttività come insegnatoci da Ricardo. Occorre tuttavia esaminare tutte le conseguenze connesse con i benefici esposti, alfine di aver maggior completezza nel nostro ragionamento. 1 – Aumentare i salari comporta sicuramente un benessere (immediato) nella vita dei lavoratori, ma occorre rendersi conto che negli ultimi 30 anni la produttività in Germania e Francia è aumentata di più del 20% così come sono aumentati i salari. Se in Italia negli ultimi 30 anni la produttività non è aumentata, è necessariamente conseguente che i salari non possono aumentare. Esiste una golden rule capitalista che dice che i salari debbono aumentare nella stessa misura con cui aumenta la produttività; con ciò non aumentano i costi dei prodotti e i maggiori salari permettono di consumare quanto prodotto in più grazie alla produttività. Aumentare i salari oltre l’incremento della produttività genera inflazione, effetto che automaticamente annulla il beneficio dell’incremento salariale. Viviamo in una economia capitalista e dobbiamo prendere atto dei meccanismi che regolano l’economia in simile contesto. Forse, in tale contesto, è più raccomandabile cercare di operare nella costruzione della legge di stabilità, sede in cui si gestisce, per quanto concerne il governo dell’economia, la distribuzione del surplus generato dal paese. Sraffa ci ha insegnato che la ripartizione del surplus tra capitale e lavoro non dipende dall’utilità marginale dei contributi dei due fattori della produzione, e Marx nella Critica al programma di Gotha ci ha insegnato che il lavoro nell’assegnare il surplus deve programmare con una visione a lungo termine così come richiesto da una classe dirigente che si assuma gli oneri del governo, e Gramsci ci ha insegnato come la classe operaia può percorrere i passi necessari per passare dalla situazione di subalterni a quella di dirigenti. Ecco che allora la strategia di maturazione della classe operaia, non può limitarsi al solo fatto di avere salari più alti, ma deve porsi nella posizione di gestire il surplus prodotto nel paese. In questo senso interpreto la “rivolta sociale! Di Landini. 2 – Certamente l’aumento dei salari contribuisce ad innalzare la domanda globale aiutando così le imprese a crescere realizzando economie di scala. Naturalmente questo concetto keynesiano vale nella misura in cui esistono fattori della produzione inutilizzati ma non è detto che il meccanismo funzioni sempre ed in ogni circostanza. E’ da considerare la possibilità che l’aumento della domanda globale comporti, invece di un aumento della produzione locale, un aumento delle importazioni, specie se i paesi concorrenti hanno costi più bassi grazie alla maggior produttività realizzata. 3 – Certo che l’aumento dei salari fa scattare quel meccanismo che ci ha spiegato Ricardo. Il concetto è molto semplice: l’imprenditore, se il produrre con lavoro umano costa meno che produrre con le macchine, assumerà personale piuttosto che investire in macchine; in caso contrario preferirà dismettere lavoro umano per investire nell’acquisto di macchine. Ecco che allora l’aumento dei salari costituirà una “frusta” per costringere l’imprenditore ad aumentare la meccanizzazione e a introdurre l’innovazione tecnologica necessaria per aumentare la produttività. Ma in tale contesto l’aumento dei salari si tradurrebbe in pericolo di perdita di posti di lavoro. Ma a parte di questo contradditorio risultato, ad un livello di ragionamento più elevato, dovremmo considerare che con la frusta salariale sfidiamo il capitale a dimostrare se è o meno in grado di affrontare la sfida della produttività escludendo la classe operaia da questa sfida, anche se ad innestarla è stata la sua richiesta di aumentare i salari. Purtroppo, la recente storia dell’economia italiana è incapace ad accettare e vincere questa sfida. Nel nostro paese c’è un crollo di capacità produttiva, siamo in clamoroso ritardo nell’adozione dei più importanti sviluppi tecnologici, cosa che purtroppo, come chiarisce il rapporto Draghi sulla competitività, riguarda tutta l’Europa. C’è una crisi profonda nel nostro apparato produttivo, lo sta a dimostrare il fatto che da più di venti mesi l’indice della produzione industriale è in continuo calo. Abbiamo una crisi della nostra imprenditoria e i governi succeduti non hanno, non dico risolto, ma neppure affrontato il tema. Voglio prendere ad esempio la crisi Stellantis per fare una semplicissima riflessione: come mai le società francesi fusesi con FCA nel nuovo colosso automobilistico europeo vedevano lo stato francese come un socio importante? Evidentemente perché lo stato francese quando dava aiuti alle ditte in difficoltà otteneva, come qualsiasi investitore, azioni societarie in cambio dei finanziamenti. In Italia abbiamo sempre regalato fondi, aiuto, sussidi, incentivi senza avere in cambio azioni societarie, perdendo così ogni possibilità di controllo che i fondi conferiti fossero utilizzati per gli scopi per i quali erano stati deliberati; anche i recenti Bonus 4.0 di Calenda, ispirati dalla giusta considerazione che fosse interesse nazionale spingere all’innovazione le nostre imprese, sono stati erogati senza contropartita azionaria andando a totale beneficio del capitale senza considerare che quei fondi erano generati dalle imposte di tutti ma in particolare di quelle pagate dai lavoratori e dai pensionati. In sintesi, tutti i governi hanno gestito la politica industriale col seguente meccanismo: prelevato soldi a lavoratori e pensionati, dati bonus e sussidi alle imprese, distribuito dividendi agli azionisti: in sintesi prelevati soldi ai lavoratori e pensionati e regalati al capitale. Non è delegando o stimolando, tramite la frusta salariale, il capitale che si risolve il problema della produttività e dei salari, ma facendosi carico di una concertazione seria e programmatica che si attua una vera rivolta nella sostituzione del criterio egemone di …

PROGRAMMA DEL CIRCOLO DI PORDENONE “COSTANTE MASUTTI” DI SOCIALISMO XXI PER LA CITTA’ DI PORDENONE

Il circolo di Socialismo XXI “Costante Masutti” di Pordenone si presenta ai Cittadini con un programma per la Comunità articolato in diversi punti necessari affinché il funzionamento della macchina amministrativa sia totalmente rivolto alla soddisfazione delle loro necessità, fuori da ogni logica clientelare e da interessi personali, per riconquistare Valori e Principi come la Solidarietà, l’Equità e l’Universalità dell’utilizzo dei Beni Collettivi nel rispetto della Cultura Sociale e del futuro della nostra comunità. PARTECIPAZIONE Socialismo XXI di Pordenone assume il concetto di Partecipazione come elemento essenziale per una politica condivisa con i Cittadini e per i Cittadini. La partecipazione è Democrazia, potere al Popolo e riconoscimento del suo ruolo all’interno della propria comunità di appartenenza, Responsabilità delle proprie scelte e Sussidiarietà alla propria comunità. SI, alle Assemblee di quartiere. SI, alle Reti genitoriali e familiari, di associazioni, di gruppi di cittadini. SI, alla Rete dei comuni. SI, al “Ricreare il Senso di Comunità”, agli Orti Sociali Collettivi, ai Gruppi di Acquisto Solidale. SI, allo Sviluppo di forme di Democrazia Partecipata, all’ Autogestione degli Spazi Pubblici all’Adattare lo Statuto Comunale (Referendum senza quorum). SI, alla Produzione del Bilancio Partecipato, Preventivo e Consuntivo “Narrativo”. POLITICHE PER IL LAVORO E L’OCCUPAZIONE Il Lavoro come la leva necessaria a garantire ad ogni cittadino la soddisfazione dei propri bisogni, la propria autonomia, la realizzazione personale e familiare e la dignità sociale. SI, allo “Sportello del Lavoro Comunale”. SI, all’espansione dell’Imprenditorialità giovanile innovativa. SI, ad opportunità di Co-Working (soluzioni lavorative che coinvolgono la condivisione di un ambiente di lavoro mantenendo un’attività indipendente). SI, al “Baratto amministrativo”. SI, al sostegno delle fasce più deboli. SI, alle sinergie lavorative tra Sociale e Imprenditoria. ECOLOGIA E AMBIENTE Ambiente come il contesto fisico, sociale e culturale in cui ogni libero cittadino è inserito e per questo ne persegue la salvaguardia. Ecologia come spazio vitale ecosistemico. SI, a progetti educativi ambientali. SI, alla partecipazione e condivisione con i diversi istituti scolastici. SI, all’eliminazione delle barriere architettoniche. SI, al controllo continuo della salubrità di acqua, suolo ed aria. SI, alle nuove energie innovative e Piano Energetico Comunale. SI, alla raccolta differenziata spinta. Tariffa puntuale, obiettivo rifiuti zero. SI, alla Campagna Liberi dai veleni contro l’utilizzo di pesticidi in agricoltura. NO, alle attività Circensi che prevedano utilizzo di animali nel territorio comunale. POLITICA DELLA CASA E RILANCIO DELL’EDILIZIA Rilancio Edilizio inteso come insieme di tutti gli interventi mirati ad ottimizzare le risorse abitative presenti sul territorio. Questo risultato si può ottenere con diverse azioni. SI, al Piano di intervento straordinario per gli edifici scolastici e pubblici in genere. SI, allo Stop consumo di nuovo suolo. SI, all’edilizia popolare e ottimizzazioni delle abitazioni esistenti. SI, allo strumento del “Decoro Urbano”. SI, alla calmierazione degli affitti che in città hanno raggiunto cifre insostenibili. SPAZI SOCIALI E POLITICHE PER IL SOCIALE E SERVIZI ALLA PERSONA Allargare gli Spazi Sociali cioè il luogo d’incontro tra le diverse generazioni. SI, alla costituzione della “Casa delle Associazioni” al “Centro di produzione teatrale e coreografica” e “Casa della Musica e delle Arti”. SI, a spazi sociali aggregativi gratuiti ed autogestiti. Si, a palestre con ingresso gratuito per studenti e non percettori di reddito. SI, alla rete “Wi-Fi Free” (Rete Internet libera e gratuita). Realizzare delle Politiche per il Sociale e dei Servizi alla Persona partendo dal concetto di Equità e di Pari Opportunità Sociale. SI, all’istituzione del “Fondo di Solidarietà”. SI, alla Progressività delle imposte. SI, alla creazione del “Punto di Ascolto Sociale”. SI, alla Prevenzione del Disagio Sociale attraverso percorsi di sinergia con scuole, operatori di strada, professionisti, forze dell’ordine ed istituzioni. SI, all’istituzione della Banca del Tempo e Progetto Giovani. SI, al miglioramento dei servizi per anziani e non autosufficienti. SI, alla costituzione dello sportello delle Pari Opportunità e Sportello Donna. SI, all’ottimizzazione dei Trasporti Pubblici Locali. SI, alla lotta contro ogni tipo e forma di violenza e discriminazione. SI, ad agevolazioni per i locali di pubblico servizio che favoriscono reale aggregazione sociale (momenti culturali dedicati-presentazione di libri-concerti) e per quelli che limitano l’utilizzo di slot machines. TRASPARENZA ED EFFICIENZA AMMINISTRATIVA Vogliamo rendere tutte le attività dell’Amministrazione Pubblica Comunale “visibili” ai Cittadini e con un impatto economico accettabile in termini di costo-beneficio. SI, al monitoraggio continuo della spesa da parte dei cittadini. SI, al piano per il taglio degli sprechi: economici, organizzativi, strutturali. SI, alla trasparenza sugli appalti. SI, all’eliminazione delle consulenze clientelari. SI, al “Portale online per Cittadini e Imprese”al fine di far incontrare domanda ed offerta di lavoro. SI, allo sviluppo del Codice etico per i rappresentanti delle Istituzioni. SI, all’Amministrazione Partecipata. CULTURA, VALORIZZAZIONE DEL TERRITORIO E DELL’IDENTITA’ LOCALE Cura della Polis intesa come insieme delle relazioni che governano una comunità. SI, a Territorio e Paesaggio intesi come scrittura che identifica una comunità. SI, a valorizzazione della lingua friulana come patrimonio culturale e identitario locale attraverso percorsi scolastici dedicati. SI, alla promozione ed al sostegno di eventi culturali di varia natura, dimensione e richiamo. PROPOSTE DEI CITTADINI Riteniamo le Proposte dei Cittadini come elemento indispensabile per un’Amministrazione della cosa Pubblica in modo democratico. Tutta l’attività di amministrazione tiene al centro delle proprie priorità i Cittadini, le Famiglie e l’intera Comunità. Le iniziative e le proposte dei Cittadini saranno prioritarie nella programmazione e pianificazione dei Servizi. Ecco il nostro SI alle Proposte dei Cittadini- SI, alla considerazione di TUTTE le proposte di TUTTI i Cittadini. INFO E CONTATTI socialismoxxifvg@gmail.com www.socialismoitaliano1892.it Ci trovi anche su Facebook pagina Socialismo XXI Friuli-Venezia Giulia SocialismoItaliano1892E’ un progetto che nasce con l’intento “ambizioso” di far conoscere la storia del socialismo italiano (non solo) dei suoi protagonisti noti e meno noti alle nuove generazioni. Facciamo comunicazione politica e storica, ci piace molto il web e sappiamo come fare emergere un fatto, una storia, nel grande mare della rete. www.socialismoitaliano1892.it

INACCETTABILI

Alcune affermazioni che sono rese in questa intervista (non comprerò e non leggerò il libro di Toti) da Toti, sono inaccettabili da qualsiasi sincero democratico, e testimoniano, se ve ne fosse ancora dubbio che l’ex governatore della Liguria non ha capito in cosa ha sbagliato. Sostenere che “la democrazia è un grande voto di scambio” è errato, pesantemente e rozzamente sbagliato: frutto di mentalita’ primitiva, ferma al ostrakon greco. Sono passati piu’ di duemila anni invano, per le conoscenze e la coscienza di Toti.Lui e’ ancora fermo lì. Pretende inoltre di essere “cattivo maestro” per tutti quelli che assentono ed applaudono a simili scempiaggjni. E’ come sostenere che la scuola si riduca a un esame periodico quadriennale. Eh no! Caro Toti la scuola, come la democrazia, sono cose che SI SVOLGONO DURANTE, nel periodo di tempo che intercorre tra un esame e un altro. E’ NEL DURANTE CHE SI FA DEMOCRAZIA, buona amministrazione della cosa comune. Oppure cattiva. E ci sono I CONTROLLI DEMOCRATICI stabiliti dalle leggi internazionali e nazionali da rispettare con dignità e rigore, per dimostrarsi degni della fiducia ricevuta alle votazioni. I CONTROLLI del POPOLO sugli eletti SONO LA ESSENZA DELLA DEMOCRAZIA: non sono un noioso laccio, un fastidioso adempimento, un ostacolo al fare bene. SENZA CONTROLLI c’è solo il sopruso, il privilegio smodato, l’arroganza e la tirannia piu’ pazza e cieca. E se la MAGISTRATURA ha dovuto controllare pesantemente la politica DALL’ESTERNO è solo perche’ la politica NON HA SAPUTO AUTOCONTROLLARSI ED AUTOREGOLARSI DALL’INTERNO, propri come succede a un alunno furbetto e sfaticato, che non siapplica e non fatica nello studio e non sa autodisciplinarsi nei suoi impegni. Gli serve una scuola severa, che gli dia metodo e disciplina. SocialismoItaliano1892E’ un progetto che nasce con l’intento “ambizioso” di far conoscere la storia del socialismo italiano (non solo) dei suoi protagonisti noti e meno noti alle nuove generazioni. Facciamo comunicazione politica e storica, ci piace molto il web e sappiamo come fare emergere un fatto, una storia, nel grande mare della rete. www.socialismoitaliano1892.it

IL CASO IMPERIA

Socialismo XXI si occupa di ciò che succede tra una elezione e un’altra, cioè della vita dei comuni cittadini, che avviene nel “durante“, tra un’elezione e un’altra; le elezioni sono un momento importante, in cui si misura il consenso popolare; ma LA VITA si svolge DURANTE il tempo che passa fra un’elezione e la successiva. Il momento elettorale è importante, ma passa; la vita resta, e conta più d’ogni cosa, anche delle stesse elezioni. Socialismo XXI vorrebbe questo DURANTE, prospero e sereno, nella democrazia. Pertanto è contro l’EDONISMO REAGANIANO, ovvero la felicità ingannevole dei ricchi che seduce e abbandona i poveri. Ieri il berlusconismo, oggi e domani il trumpismo sono solo applicazioni contingenti di questa perniciosa ideologia: perniciosa come una peste. Sono parecchi i caratteri negativi di questa ideologia, che il sistema di potere messo in piedi da Claudio Scajola interpreta localmente. Ne descriviamo due o tre, ben noti, che combattiamo con tutte le nostre capacità: In allegato tutti gli interventi: SocialismoItaliano1892E’ un progetto che nasce con l’intento “ambizioso” di far conoscere la storia del socialismo italiano (non solo) dei suoi protagonisti noti e meno noti alle nuove generazioni. Facciamo comunicazione politica e storica, ci piace molto il web e sappiamo come fare emergere un fatto, una storia, nel grande mare della rete. www.socialismoitaliano1892.it

LE RAGIONI PER DIVENTARE PARTITO

La scelta di avviare una nuova fase politica non e ‘ stata semplice.Gli interrogativi sono molteplici come le preoccupazioni, ma ne prevale solo uno: il nostro FUTURO. Compagne, compagni,in questi anni ci siamo spesi per costruire un nuovo soggetto politico con una spiccata identita’ socialista. Un soggetto politico moderno. Un socialismo del terzo millennio ancorato ai temi di grande attualita’. In grado di affrontare le grandi trasformazioni sociali della nostra epoca. Lo abbiamo fatto con umilta’ con numerosi interlocutori (CUS e Tavolo di Concertazione) che non hanno compreso le ragioni di fondo che hanno animato la discussione sul tema. Diventare un partito significa avere quella autorevolezza necessaria per perseguire con maggiore vigore lungo la via verso il socialismo unitario in Italia. Un cambio di passo. Un’ altra marcia,ma necessariamente anche un altro approccio. Senza rinunciare ai nostri principi fondativi. Senza rinunciare a Noi stessi perche’ un partito senza solide basi valoriali non ha futuro. E’ destinato al suicidio politico. Non va lontano.Si e’ evidentemente conclusa una fase storica importante, ma ne stiamo aprendo una nuova. Un nuovo ciclo. Non vogliamo , si badi costruire un cespuglietto della politica italiana. Ne abbiamo gia’ tanti. La nostra ambizione permane quella che tutti conosciamo. Fa parte del nostro DNA .Anche se con abiti diversi o, meglio, con una diversa personalita’ giuridica, l’ onere e’ sempre quello di traguardare i nostri obiettivi che hanno condotto nel 2017 alla costituzione di Socialismo XXI. Le difficolta’ sono palesi, ma era necessario farlo. Per darci un futuro. L’ esperienza associativa era oramai giunta al termine. Del resto, compagne, compagni, la scelta di partecipare alle amministrative con risultati ragguardevoli o di parteciparead iniziative politiche in questi anni ci ha proiettati oltre il recinto dell’ associazionismo. Ne e’ l’ effetto. A cio’ si aggiunga una certa insofferenza manifestata nei nostri confronti proprio da quelle forze che piu’ di altre avrebbero dovuto collaborare con Noi verso l’ obiettivo finale di un partito del socialismo in Italia forte, autonomo,significativo politicamente. Insofferenza verso il nostro essere associazione. Insomma, per Noi una deminutio.Noi siamo capaci di competere con chiunque sul piano politico e sul piano culturale. In ogni occasione abbiamo dimostrato competenza, serieta’, lealta’, coerenza. E rimaniamo coerenti anche adesso perche’ non abbiamo rinunciato a Noi stessi.Il nostro progetto politico permane senza deroga alcuna. Sempre. La modifica del simbolo e’ stato solo il primo passo verso una direzione irreversibile. Il dado e’ tratto. Un simbolo che guarda al futuro. Una autentica novita’ nel panorama politico nostrano. Ma abbiamo nel contempo mantenuto la nostra denominazione da tutti conosciuta ed apprezzata in questi anni.Una scelta ispirata alla continuita’ della nostra azione politica, ma in una diversa dimensione.Sempre collocati senza ambiguita’ a sinistra dello schieramento politico. Compagne, compagni,Inizia una nuova fase. Difficile, ma anche entusiasmante perche’ rappresenta la nostra crescita. La nostra naturale evoluzione. Per Noi e’ l’ unica prospettiva possibile. La prospettiva del domani. Insieme, consapevoli che nei valori della coesione e dell’ unita’ possiamo vincere ogni sfida e trovare le risposte giuste per combattere le disuguaglianze di questa societa’.Sovente mi sono chiesto quali altre alternative avevamo all’ infuori di questa. La risposta e’ stata sempre la stessa, unica e sola: NESSUNA. Il cammino intrapreso e’ quello giusto.Indietro non si torna. Noi socialisti siamo stati sempre costruttori di futuro. Lo faremo anche stavolta, in un mondo complicato partendo dai temi salariali e del lavoro fino alle questioni ambientali.Un soggetto politico nuovo che sappia coniugare in un’ unica prospettiva Giustizia sociale, lavoro, ambiente.Compagne, compagni, nel congedarmi, insieme possiamo guidare questa delicata fase di transizione.Un’opportunita’ che abbiamo il dovere di non sprecare.Buon lavoro a tutti Noi.AVANTI! Compagne, compagni,completiamo il tesseramento 2024. Sollecitiamo le iscrizioni a Socialismo XXI. Diamo forza alla nostra organizzazione. Ai nostri obiettivi.Insieme si cresce.Il futuro è nostro.Il futuro è Socialismo XXI. SocialismoItaliano1892E’ un progetto che nasce con l’intento “ambizioso” di far conoscere la storia del socialismo italiano (non solo) dei suoi protagonisti noti e meno noti alle nuove generazioni. Facciamo comunicazione politica e storica, ci piace molto il web e sappiamo come fare emergere un fatto, una storia, nel grande mare della rete. www.socialismoitaliano1892.it