VERSO LA CONFERENZA PROGRAMMATICA DI RIMINI

di Luciano Zacchini

Intervento al convegno autoconvocato in Budrio il sabato 15 settembre 2018

Contributo per definire ed uniformare il giudizio sulla situazione socio – politica di partenza ed i tratti caratteristici (valori umanitari) del nuovo soggetto politico.

Se siamo qui alle 10 e 30 del mattino e molti vengono da lontano, significa che molti, nelle prime ore del mattino, hanno fatto la levataccia pur di essere presenti.
Considerando che l’età media (in difetto) dei presenti è superiore a 60 anni, significa che molti, tutti noi, abbiamo fatto la levataccia perché ci manca qualcosa, perché vogliamo colmare un vuoto.
A tutti noi manca la rappresentanza delle nostre situazioni, del nostro modo di intendere il rapporto tra pubblico e privato, del nostro modo di intendere il ruolo delle istituzioni, nelle stanze dei bottoni, dove si decide.
Da 25 anni mancano rappresentanti del socialismo nelle stanze dei bottoni, cioè manca, in quelle stanze, quella ricerca continua di portare avanti chi è rimasto indietro e, allo stesso tempo, di stimolare ad avanzare chi ne è capace.

Il tutto con norme e regole che traggono origine dall’accettazione del metodo democratico nelle decisioni: IL POTERE AL POPOLO, tutto il potere al popolo.
Non che il popolo sia coinvolto nella gestione quotidiana del potere. I regimi assembleari sono finiti in dittature.
Il popolo, con VOTAZIONE UNIVERSALE, sceglie “liberamente” i gestori del potere per il mandato, di durata definita, e ne giudica l’operato al termine.

Per “elezione universale” si deve intendere sì la totalità dei cittadini aventi i requisiti per partecipare, ma si deve intendere altresì che al giudizio del popolo deve essere sottoposto l’intero complesso di materie, competenze e settori, nessuno escluso, che definiscono l’ambito pubblico della comunità nazionale.
A solo scopo esemplificativo e non esaustivo, presento un primo elenco di competenze pubbliche che sfuggono al controllo democratico diretto ed indiretto:

a) LA GIUSTIZIA, cioè l’operato dei giudici che gli stessi vogliono non venga sottoposto al giudizio di alcuno, se non a loro stessi, proponendosi quale “potere” quando fa comodo o semplice “ordine” quando fa comodo; in entrambi i casi allo scopo di godere dell’immunità nella loro azione.
b) LA POLITICA MONETARIA, che sfugge al controllo dei governi, di cui diventa cane da guardia, per conto di pochissime persone, mai elette, detentrici o gestrici di immensi capitali finanziari.
c) LA TRILATERALE, la commissione composta di rappresentanti dell’America del nord, dell’Europa e del Giappone, mai eletta, di nomina imprecisata, ma dagli stessi ambienti finanziari che controllano le banche e le banche centrali.
d) L’ORGANIZZAZIONE DEL COMMERCIO MONDIALE (WTO), la cui struttura organizzativa delibera senza tenere conto delle leggi nazionali e cala le sue decisioni su governi e popoli.
e) L’INFORMAZIONE, anche nella parte pubblica, è fortemente condizionata dagli stessi che detengono il controllo della finanza mondiale.
Mi fermo qui.

Così i popoli ed i singoli cittadini, da DOMINUS vengono trasformati in SERVI, quando non SCHIAVI, di una elite di pochissime persone (oligarchie) che vogliono disporre della stragrande maggioranza della ricchezza dell’intero pianeta sottraendola alla disponibilità dei popoli.
A questi oligarchi, non importa:
– Se, allo scopo, bisogna far scoppiare una o cento guerre locali;
– Se, allo scopo, bisogna impoverire, affamare interi popoli e farne morire la parte più debole;
– Se, allo scopo, bisogna far migrare intere popolazioni sradicandole dai territori di origine;
– Se, allo scopo, bisogna, sconquassare l’economia, le tradizioni, la cultura di popoli in via di sviluppo o già progrediti.

Quello che importa è la disponibilità e l’uso arbitrario della stragrande maggioranza delle risorse del pianeta e la trasformazione da cittadini a sudditi della stragrande maggioranza della popolazione mondiale.
ECCO IL COMPITO DEL SOCIALISMO DEL XXI° SECOLO:

– RIPORTARE IL POTERE SOTTO IL CONTROLLO DEMOCRATICO.
– RIDISTRIBUIRE LE RISORSE DISPONIBILI, FINALIZZARNE L’USO ALLA GIUSTIZIA SOCIALE.
Ecco la sfida che abbiamo di fronte per costruire una organizzazione che rappresenti e tuteli noi stessi, i nostri simili, quelli che vivono del proprio onesto ed utile lavoro, sia esso manuale, sia esso intellettuale.

Il socialismo del XXI secolo, per essere credibile, DEVE PUNTARE ALLA PRESA DEL POTERE CON IL METODO DEMOCRATICO, cioè col consenso.
Non è accettabile, da chi vuole essere forza di governo, utilizzare gli escamotage della legge elettorale, di volta in volta, vigente per far eleggere, con i voti di altri partiti, pochissimi sedicenti socialisti, che finiscono inevitabilmente per rimuovere fino a tradire sentimenti ed obiettivi socialisti per approdare nelle fila di chi li ha eletti.

Là dove sarà possibile presentarsi alla competizione elettorale, anche a costo di non eleggere alcun socialista, CI PRESENTEREMO CON IL NOSTRO SIMBOLO: IL GAROFANO
Da qui il nostro percorso di lavoro politico-organizzativo.
Lo sbocco sarà il PROGRAMMA del nuovo soggetto politico da sottoporre all’elettorato.

Tuttavia, prima o contemporaneamente, per avere ascolto e successo, dobbiamo impegnarci a guardare dentro di noi, a capire e rimuovere i nostri limiti e le nostre debolezze, ad individuare l’ANIMA del nuovo soggetto politico e ciò che lo differenza (in meglio presso il popolo) rispetto alle altre formazioni politiche.
A cominciare dal LINGUAGGIO che deve essere INCISIVO, ma non OFFENSIVO, CHIARO e COMPRENSIBILE, ma non BLASFEMO.

Per approdare ad una metodologia nelle discussioni, basata sulla RICERCA della REALTÀ con RISCONTRI e non con AFFERMAZIONI DOGMATICHE.
Per arrivare alla individuazione delle caratteristiche intime dell’HOMO SOCIALIS (socialista), che in altri tempi ebbi modo di rappresentare:
1) L’amore per la vita;
2) La ricerca continua della libertà per sé e per gli altri in egual misura (assunzione della responsabilità sociale);
3) La ricerca continua della verità e l’abiura della falsità;
4) L’essere solidali, ma non fessi.
Per capire in pieno la PORTATA STORICA DELLA RICOSTRUZIONE DELL’ORGANIZZAZIONE DEI SOCIALISTI in Italia.

Per capire che essa (la ricostruzione) o non sarà o non potrà non comportare o coincidere con la RICOSTRUZIONE DELLA NAZIONE ITALIA. A noi spetta costruire non solo i socialisti, ma gli italiani del XXI° secolo, come già fecero all’inizio del XX° Turati, Prampolini, Massarenti, Salvemini e tantissimi altri che insegnarono che dipendeva da ogni cittadino il proprio futuro e quello dei propri figli, che nessuno ti regala niente, ma che solo dall’impegno, nasce la ricchezza e la sua equa distribuzione, che era più utile smettere di bere e mettersi a leggere.

Dopo gli anni dei diritti civili e delle libertà, per difendere e mantenere diritti e libertà conquistate, È GIÀ IL TEMPO DELLA COMPRENSIONE DEGLI AVVENIMENTI, DELLA PARTECIPAZIONE ATTIVA ALLA VITA POLITICA, CIOÈ I PROSSIMI SARANNO GLI ANNI DELLA RESPONSABILITÀ.
A noi spetta il compito di trasformare il sentimento oggi prevalente “la mia felicità dipende da quanto posso fregare il mio vicino”, in “la mia felicità dipende da quanto più riesco a fare gruppo e solidarizzare con il mio vicino”.
Se dovessi sintetizzare quanto sopra, direi: compito dei socialisti italiani è
– RIPORTARE IL PRIMATO DELLA POLITICA;
– RICOSTRUIRE IL SENTIMENTO NAZIONALE.

Per il programma rimando alle 12 cartelle già presentate dal comitato dei garanti e a quanto ho già pubblicato col titolo “Uscire dalla crisi”. Il tutto comunque elaborato nell’alveo dei principi e valori e per gli obiettivi di cui sopra.