di Giustino Languasco
Coordinatore Socialismo XXI Liguria
L’amico è compagno Berlanda, segretario cittadino del PD rivolge una domanda a chi di dovere. Penso che il piu’ deputato a una risposta sia l’assessore comunale alla Cultura e ovviamente il Sindaco che, per legge, ha tutte le competenze.
Il quesito pero’ non e’ individualmente mirato, ma è “aperto” sotto forma di post su profilo fb, quindi interroga un po’ tutti, anche chi non ha responsabilita’ dirette ne’ sugli eventi, quantita’ e qualita’, ne’ sul correlativo prezzo.
Quindi caro Paolo, ti dico la mia “doxa”, la mia personalissima opinione: l’impianto costa, va manutenuto e pagati gli operatori. Quindi si saranno fatte delle stime approssimative dei visitatori paganti e su queste si e’ tariffato un biglietto.
Credo peraltro siano previste visite gratuite guidate per le scolaresche. E prezzi convenzionati per gruppi di appassionati riuniti in circoli e associazioni. Quindi il biglietto di cui parli e’ il prezzo pieno per visitatore individuale. Indubbiamente alto, ma non piu’ caro di un aperitivo o una pizza e birra in uno dei locali cittadini, come gia’ altri hanno scritto. O di una cura alle mani o ai piedi…
Insomma il voluttuario, edonistico o godereccio a fruizione individuale, costa ed e’ giusto che costi anche la cultura: cio’ e’ corretto e giusto se si resta “entro” questo sistema capitalistico in cui le cose hanno valore solo se si pagano a un prezzo di mercato.
E’ il sistema in cui l’acqua non e’ un bene comune inestimabile, ma valoriale. Lo e’ anche la neve per sciare, il lago montano per passarci vacanze e le montagne da scalare.O la barca per fare vela o le terme. Tutto si paga in questo sistema perche’ cio’ che non si paga non ha valore. E il prezzo e’ direttamente proporzionale al valore.
Andare al planetario dunque costa caro perche’ vale molto.
Se vuoi svolgere una critica a questa situazione non puoi sottrarti pertanto a una critica piu’ generale al “sistema” capitalista cui essa appartiene ed entrare in una alternativa socialista.
Ma in questa nostra citta’ (Imperia ndr.) non si vuole fare cio’: non ti sei lamentato per la polizia che assedia “la talpa e l’orologoo” ne’ per la chiusura inopinata del “camalli bar”. Eppure questi sono gli unici due tentativi (poco o punto riusciti) di una cultura davvero ALTERNATIVA al sistema, avvenuti storicamente.
Un po’ poco, dopo tanti anni di PCI e anche di PSI.
E’ in una cultura socialista, che riconosce differenze di classe sociali e non indistinti utenti, e solo in essa, che si puo’ rivendicare una non valorialita’ di certi beni e servizi (cultura, scuola, sanita’ trasporto persone) e quindi di un prezzo “politico” di essi, in cui la fiscalita’ generale e non il ticket individuale indifferenziato ne paga il costo (senza profitto).
E’ un progetto che nasce con l’intento “ambizioso” di far conoscere la storia del socialismo italiano (non solo) dei suoi protagonisti noti e meno noti alle nuove generazioni. Facciamo comunicazione politica e storica, ci piace molto il web e sappiamo come fare emergere un fatto, una storia, nel grande mare della rete.