di Giustino Languasco – Coordinatore Socialismo XXI Liguria |

E’ il titolo di un libro molto bello ed intenso, scritto con grande partecipazione. Un libro autobiografico che fu scritto da Secondino Tranquilli, membro per il PCI, nel 1946, della Assemblea Costituente italiana.

Quella fatta per circa 1/3 da PCI un altro 1/3 dal PSI e circa 1/3 dalla DC che approvo’ il testo della nostra bella Costituzione Repubblicana, nata dalla Resistenza, dopo che il referendum istituzionale aveva mandato in esilio definitivo la Monarchia dei Savoia.

Secondino Tranquilli, chi era costui? Questo era il suo vero nome di battesimo, ma anche se oggi nelle scuole pubbliche non lo si legge proprio piu’, e’ uno dei grandissimi, almeno per me è tale, della letteratura italiana che lo ricorda, quando le rare volte lo ricorda, col suo pseudonimo o “nom de plume“: Ignazio Silone.

Silone ha scritto alle opere bellissime, questa e’ la piu’ bella e meno nota: ” uscita di sicurezza” (chi puo’ se lo procuri e lo legga). Il diario di un convinto militante comunista che nel 1957 assiste sgomento al massacro dei comunisti e dei comuni cittadini ungheresi, per mano assassina dei membri del politburo del Pcus, della allora Unione Sovietica.

I carri armati russi posero fine, nel sangue, al primo tentativo di “Socialismo dal volto umano”: se oggi in Ungheria vince una destra grezza e becera, quella di Orban, ci sono dei motivi storici. Allora, e da allora, si perse la speranza.

I comunisti russi ammazzarono brutalmente i comunisti ungheresi, che combatterono e morirono da eroi , in armi, per difendere il loro diritto a essere liberi e non schiavi della Unione Sovietica.

Gli accordi di Yalta (in Crimea) non lo prevedevano. E nessuno in Occidente intervenì, nonostante i disperati appelli radiofonici dei resistenti.

Fu uno shock per tanti veri comunisti italiani: fra essi Secondino Tranquilli. Si accorsero di aver sbagliato tutto nella loro vita politica, di aver servito un mostro che credevano essere invece un angelo liberatore. I piu’ onesti intellettualmente fra loro, abbandonarono il PCI che non aveva nemmeno a parole condannato la invasione Sovietica, anzi la appoggiava.

Da allora, da quelle tragiche vicende, di acqua sotto i ponti della storia ne e’ passata tanta, Praga ’67; Berlino 1989. Oggi la Unione Sovietica e’ scomparsa. Il PCI si e’ sciolto. Quel mondo non esiste piu’.

I cocci di quelle esperienze, solo alcuni cocci, hanno dato vita al PD: rimettere insieme le tre annime costituenti. Un pezzo di ex PCI, una manciata di socialisti, la sinistra democristiana diventata Margherita. Il progetto e’ fallito. Per tanti motivi.

E i topi lasciano la nave prima che affondi, per cercarsi una nuova casa piu’ confortevole e sicura.

Altri , come chi scrive, la nave l’ha lasciata ancora prima, ma non per cercare nuove poltrone, nuove alleanze, nuovi incarichi pubblici: questi li lasciamo a quelli che ne hanno tanta fame.

Per lavorare e basta, e tornare alle origini. Al 1892, quando un gruppo di operai portuali genovesi si riunì e diede vita al Partito Socialista Italiano.

Uno, unitario, riformista, grande. E’ questa la nostra sola ” uscita di sicurezza”.