LA STORICA BANDIERA DEI SOCIALISTI ADRIESI DONATA ALLA CASA MUSEO GIACOMO MATTEOTTI

Conservata per oltre un secolo ora sarà esposta a Fratta Polesine

ADRIA (ROVIGO) – L’hanno conservata gelosamente per oltre un secolo ed ora che l’ex circolo socialista Dante Gallani non esiste più, gli ultimi socialisti adriesi hanno deciso di donare uno dei loro simboli più cari e preziosi, la loro storica bandiera, alla Casa Museo Giacomo Matteotti di Fratta Polesine. La cerimonia di consegna del prezioso cimelio avverrà mercoledì alle 17 in sala Cordella alla presenza dei sindaci di Adria e Fratta, Massimo Barbujani e Giuseppe Tasso. Sarà presente alla cerimonia, cui prenderà parte una delegazione di socialisti adriesi, anche la direttrice della casa museo di Matteotti, Lodovica Mutterle. La bandiera sarà consegnata al sindaco di Fratta che successivamente, indicativamente alle 18.10, con una solenne cerimonia, la consegnerà alla casa museo Matteotti.

La consegna

«Questa – spiega Giovanni Gianni Giribuola – è probabilmente la più antica bandiera socialista del Polesine. Appartiene alla sezione del Psi di Adria. Risale al 1919. Dal 5 all’8 ottobre 1919 a Bologna, nella sala del Bibbiena del teatro comunale, si tenne il XVI Congresso del Psi. I delegati partecipanti decisero in grandissima maggioranza la partecipazione del partito alle elezioni politiche del successivo 16 novembre, sotto il nuovo simbolo della falce e del martello, circondati da una spiga». Era il simbolo della Repubblica russa dei soviet. «Si scontravano – ricorda Giribuola – la mozione massimalista elezionista di Giacinto Menotti Serrati contro quella astensionista di Amadeo Bordiga». Bordiga fu a capo della principale corrente che portò poi alla fondazione del Partito Comunista d’Italia dopo la scissione avvenuta al Congresso di Livorno del Psi nel 1921. Menotti Serrati invece fu colui che nel 1914 sostituì Benito Mussolini alla direzione dell’Avanti!, conducendo sul quotidiano socialista una forte campagna contro l’intervento italiano nella prima guerra mondiale. Continuò in seguito, dalle colonne dell’Avanti! a condurre una forte polemica contro il nascente movimento fascista.

La storia

Pur essendo stato contrario alla scissione comunista nel 1921, vi aderì infine nel 1924. «Nonostante la tensione e gli incidenti della vigilia – conclude Giribuola – le consultazioni si svolsero in tutta regolarità. L’affluenza alle urne fu ridotta, 56,6% contro il 60,4% del 1913. Il Psi risultò il primo partito ottenendo 1.835.000 voti, pari al 32,3%, circa il doppio che nelle precedenti elezioni. I deputati socialisti eletti furono 156, triplicando i precedenti. I Popolari, che si presentarono per la prima volta, ottennero 1.167.000 voti, pari al 20,6% e 100 deputati. I gruppi democratici-liberali ebbero tutti insieme 179 seggi, contro i 310 delle elezioni precedenti. Gli altri seggi furono divisi fra radicali, repubblicani, socialriformisti e combattenti. 

FONTE: www.ilgazzettino.it