di Christian Vannozzi |
Non si deve necessariamente ricorrere al nucleare per far fronte alla crisi energetica, che oltre a gravare sulle famiglie italiane grava anche sulla finanza pubblica. Ospedali e scuole, e tutte le infrastrutture hanno infatti bisogno di energia che grava sulle spalle dei contribuenti, e i costi di questa aumenta settimanalmente aggravata dalla scellerata guerra tra Russia e Ucraina, che oltre a danneggiare direttamente i poveri cittadini che subiscono tutte le conseguenze e gli orrori della guerra, indirettamente colpisce diversi Paesi europeo, tra cui il nostro, che è totalmente dipendente dagli altri Paesi, tra cui la Russia, per quanto riguarda le risorse energetiche.
I fautori del nucleare, tra cui l’attuale ministro alla transizione ecologica, spingono fortemente sulla costruzione delle centrali nel nostro Paese, sicuramente spinti da quegli imprenditori che capitalizzerebbero i loro fondi proprio su questa impresa, ma perché accedere a un’energia tanto pericolosa e inquinante quando l’Italia può seriamente contare sulle energie rinnovabili? Il sole non manca nella Penisola, come non mancano il vento e i vulcani (eolica e geotermica), per questa ragione parte dalla scuola, precisamente dall’ANP (Associazione Nazionale Presidi), tramite il suo presidente Antonello Giannelli, arriva una proposta rivoluzionaria che il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, avrà modo di esaminare, vista la possibilità di denaro che il PNRR concederà per l’innovazione e gli interventi edilizi nelle strutture scolastiche. Si tratterebbe di ben 800 milioni, sufficienti per un investimento energetico che permetterebbe, nel tempo, di moltiplicare i fondi spesi.
L’idea del presidente Giannelli riguarda l’installazione di pannelli solari fotovoltaici sui solai di ogni scuola, in modo da poter realizzare una centrale elettrica senza precedenti in grado di soddisfare i bisogni energetici del plesso.
Con questo progetto non solo si risparmierebbero ingenti risorse destinate alle forniture energetiche scolastiche ma si risponderebbe alla richiesta degli studenti che a gran voce invitano gli adulti a salvare il pianeta, in modo da poterlo lasciare alle generazioni future.
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