di Renato Costanzo GattiSocialismo XXI Lazio |

PNRR, m4c2 : Innovazione e R&S

Il Ministero dello Sviluppo Economico ha stanziato 1 miliardo di euro per finanziare progetti di ricerca industriale e di sviluppo sperimentale.

Possono trasmettere la domanda le imprese che svolgono attività industriale di produzione di beni e di servizi, attività di trasporto, attività agroindustriale, centri di ricerca e università.

I soggetti che possono usufruire di tale agevolazione possono presentare progetti anche congiuntamente mentre le università e i centri di ricerca possono essere solo coproponenti.

Tra le spese ammissibili rientrano quelle sostenute per personale tecnico, ricercatori, collaboratori, strumenti e attrezzature, consulenza e materiali necessari per lo svolgimento del progetto.

L’obiettivo è quello di incentivare la realizzazione o il miglioramento di prodotti, servizi o processi mediante lo sviluppo delle tecnologie abilitanti fondamentali, come l’intelligenza artificiale e la sicurezza digitale.

Il finanziamento prevede un contributo a fondo perduto pari al 50% delle spese ammissibili e per la parte restante un prestito rimborsabile a tasso agevolato.

Così funziona il PNRR, l’Europa ci presta i soldi (anche quelli a fondo perduto sono da rimborsare anche se non totalmente) e lo Stato quei soldi li regala per la metà alle imprese e per la metà li presta. Va da sé che la parte regalata alle imprese dovrà essere restituita all’Europa (anche se non totalmente) e andrà quindi a carico del debito pubblico che la next generation deve ripagare.

Ma quel 50% regalato è un regalo che la collettività fa al capitale (escludendo le coproponenti Università e centri di ricerca), non sarebbe più corretto che la collettività che paga ricevesse una partecipazione nell’impresa beneficiata? Ma i contribuenti sono chiamati solo a contribuire? E’ così che funziona il libero mercato? E’ così che funziona il PNRR?