L’INVASIONE DELL’UCRAINA


di Renato Costanzo GattiSocialismo XXI Lazio |

Premessa

E’ con molta cautela che affronto il tema in esame e con molta prudenza cerco di chiarire, almeno a mio parere, alcuni punti importanti, talora di difficile soluzione.

Condanno senza riserve l’azione militare, l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, ciò non toglie che condannare il comportamento di un paese (rectius di un despota) non significa aver risolto il problema e neppure derivarne una reazione da prendere senza sciogliere i problemi cui facevo cenno più sopra.

I principi di una sana convivenza vs. la real politik.

Per una sana convivenza tra i popoli sono sicuramente saggi ed equi, tra gli altri,

a) i principi di sovranità di ciascuno stato e quindi la sua libertà di scegliere le sue alleanze e

b) di integrità dei propri confini. Non ritengo rientri tra questi principi quello per cui un paese debba essere democratico al suo interno in presenza dei due principi cui ho fatto cenno.

A fronte di detti principi, nel campo della real politik, esiste, almeno per i paesi a vocazione imperialista,

c) il principio o megli la prassi  che definirei come “la dottrina di Monroe”, dottrina per cui nell’area di influenza di un paese esiste una specie di diritto di allontanare interferenze di altri paesi potenzialmente pericolosi.

Ora i principi a) e b) cozzano con la prassi c), per cui, per impostare il proprio comportamento nel caso di crisi quale quella che stiamo vivendo, dobbiamo senz’altro proclamare i valori di a) e b) ma non dobbiamo dimenticare la potenza del fattore c) e quindi tenerne conto per sperare di sviluppare una politica di pace che possa avere un successo.

Vedo, quindi, positivamente quanto riportato in un documento NATO  che riporta:

”We made it clear during the 2+4 negotiations that we would not extend NATO  beyond the Elbe (sic). We could not therefore offer membership of NATO  to Poland and the others. We might however consider referring to our interest in these countries in future NATO declarations. (…) About the eventual danger of a revanchist Soviet Union or Russia, instability in the Soviet Union with possible spill-over and the risk of conflicts between eastern European countries, our aim should be for the east European to become prosperous, democratic and western orientated states, with their own military forces strong enough to deter intimidation but not to present a threat to their neighbors. Many of the things we could do for them would be in the economic and political  field, and were not in the gift of NATO or the weu.(…) It would be important in our response not to ostracize the Russians.(…) Nor would NATO have a peacekeeping role in the region (…)”.

Le cose sono andate ben diversamente e la sindrome da accerchiamento può aver seriamente preoccupato la Russia al di là della irresponsabilità di Putin, anche l’allargamento ad est della UE può aver contribuito a questa sindrome.

La risposta che l’Europa ha dato con l’acquisto di armi da fornire all’Ucraina confligge con lo spirito del documento NATO e va in un verso di escalation piuttosto che nel verso di stringere Putin alle sue responsabilità e inammissibilità logica se rifiuta la prospettiva di una finlandizzazione dell’Ucraina. Sdraiandosi soltanto sui principi a) e b) l’Europa si sbilancia su un versante idealistico che al contrario non ha adottato quando a infrangere quei due principi sono stati gli USA.

Nella mia memoria di quando ero ventenne, rimane viva l’invasione che gli USA fecero a Santo Domingo dopo che il Partito Rivoluzionario Dominicano guidato da Juan Bosch vinsero le elezioni del dopo Truillo col 63% dei voti, ma purtroppo casi simili sono molto di più ed anche recenti (ricordo le bugie di Colin Powell).

Chiudo ritenendo controproducente l’insistenza di Zelensky per un immediato ingresso dell’Ucraina nella UE.