di Raffaele Romano – Nuovo Giornale Nazionale |
Col terzo articolo il nostro giornale si immergerà in alcune interviste con le quali si tenterà di avviare un esame storico politico tuffandosi nella galassia di ciò che è rimasto del Partito Socialista Italiano. Partendo da una considerazione obiettiva oggi metà Europa è governata da politici socialisti e, nell’altra metà europea, sono di solito il maggior partito di opposizione. Ad oggi la fotografia dell’Europa ci dice che in Portogallo il primo ministro è il socialista Antonio Costa che si può permettere di andare tranquillamente alle elezioni politiche anticipate nonostante ci sia da gestire il PNRR. In Spagna Pedro Sánchez segretario del Partito Socialista Operaio Spagnolo, PSOE, fa il Primo ministro e guida il primo governo di coalizione nella storia della democrazia iberica post-franchista con Podemos, PSC e IU. Magdalena Andersson, anche lei socialista, è stata eletta premier della Svezia ed è la prima donna a ricoprire questa carica a Stoccolma. Lo stesso dicasi per il primo ministro Jonas Gahr Store socialista che attualmente guida la Norvegia. Senza dimenticare la Sanna Marin, padre veneto, che guida da socialista la Finlandia e, dopo 16 anni, guidata dalla democristiana Merkel la grande Germania si è affidata al socialista Olaf Scholz. Lo stesso dicasi per la Danimarca guidata dalla socialista Mette Frederiksen e di Martin Abela, anche lui socialista, nonché primo ministro di Malta. Portogallo, Spagna, Svezia, Norvegia, Finlandia, Germania, Danimarca e Malta sono guidate dal partito socialista e in altre nazioni come la Francia, Gran Bretagna, Israele, Belgio, Olanda, Grecia, Austria, Bulgaria, Croazia ed Irlanda rappresentano l’opposizione.
Oggi intervistiamo Vincenzo Lorè al quale chiediamo: come mai in Italia non c’è più una significativa traccia di un partito socialista?
Caro Raffaele sarò estremamente sintetico, non certo per glissare la domanda, ma credo che sull’argomento si siano sprecate fiumi di parole in questi anni. Parlo in virtù dell’esperienza fatta attraverso il percorso avviato da Socialismo XXI, impegno che mi ha fatto conoscere diversi soggetti spacciatisi per socialisti in realtà dediti esclusivamente a blindare una loro posizione nell’agone politico; direi una sorta di merchandising al solo scopo di promuovere se stessi.
La Seconda è legata alla fondazione del tuo gruppo: che risultati ha portato dalla fondazione?
Collegandomi al primo quesito posto, direi che è stato possibile anche cogliere aspetti positivi in questo percorso politico/organizzativo. Se non ci fosse stata la possibilità di conoscere compagni seri, tenaci e preparati non saremmo riusciti a promuovere l’azione di Socialismo XXI. Con Aldo Potenza, con il compianto Dario Allamano e il sottoscritto in un incontro ci siamo posti una domanda: è mai possibile che in Italia non sia possibile ricostruire una forza socialista? E’ tutto partito da lì! Scartata l’opzione elettoralistica verificatasi fallimentare – poiché abbiamo sempre pensato che il socialismo in Italia non potesse rinascere attraverso un’elezione – a dispetto di altri, per i quali, anche recentemente si è riscontrato l’ennesima inconcludenza; noi invece abbiamo da subito stabilito che il percorso da fare era quello di individuare tre step: il primo un’assemblea generale lanciando un appello in rete ai compagni. Nel 2018 a Livorno si è tenuta anche con esiti insperati. Era necessario capire in quanti fossero d’accordo circa il percorso da intraprendere.
Nel 2019 il secondo step a Rimini con la Conferenza programmatica.
Il terzo è in itinere, bloccati come si può immaginare dalla condizione sanitaria.
La terza non vuole essere assolutamente provocatoria ma realistica: avete fatto passi in avanti per avviare alla ricomposizione della diaspora socialista visto e considerato la diffusa presenza in tutta Europa?
Nonostante l’impraticabilità attuale, legata alle cause sopra citate, abbiamo avuto la possibilità di costituirci formalmente come associazione, ancor prima dei blocchi, Socialismo XXI ha una copertura su quasi tutto il territorio nazionale, questo grazie ai coordinatori regionali e ai coordinatori dei circoli territoriali. In questo frangente abbiamo utilizzato per ovvie necessità, l’ausilio del supporto tecnico ai fini della comunicazione.
Circa la ricomposizione di una forza socialista – come dicevo – è in itinere, poiché lo step finale prevede un congresso rifondativo. E’ stato possibile avviare attraverso una serie di contatti, il Tavolo di Concertazione, al quale partecipano diverse organizzazioni di ispirazione socialista, ma anche soggetti che non provengono strettamente dallo storia socialista, ma con noi condividono ideali e finalità. Una menzione particolare è indirizzata verso l’attuale “psi”. La sua dirigenza si è dimostrata assolutamente inetta, vista l’indisponibilità a partecipare al Tavolo e ai suoi reiterati fallimenti tutti incentrati a seguire chimere elettorali e/o alleanze spurie.
Ci parli di te?
Sono estremamente orgoglioso di far parte di una famiglia storica socialista. L’antico lignaggio parte dal mio bisnonno uno dei fondatori del PSI locale, mio nonno, zii, cugini, mio padre. Dall’era del segretario toscano un Lorè, dopo più di 120 anni, non ha più una tessera socialista, tuttavia uno di loro si dedica alla ricostruzione. Abbiamo da sempre donato la nostra disponibilità all’ideale, senza chiedere nulla. Personalmente ho sempre dato un contributo – attualmente da responsabile comunicazione di Socialismo XXI essendo esperto di web e grafica –, nel passato sono stato candidato nel mio comune di residenza in Puglia, sono anche stato candidato per il Psi (all’epoca il segretario era Boselli) alle Politiche del 2008.
E’ un progetto che nasce con l’intento “ambizioso” di far conoscere la storia del socialismo italiano (non solo) dei suoi protagonisti noti e meno noti alle nuove generazioni. Facciamo comunicazione politica e storica, ci piace molto il web e sappiamo come fare emergere un fatto, una storia, nel grande mare della rete.