ADEGUARE LE MODALITA’ PER RAGGIUNGERE L’OBIETTIVO

Le analisi della situazione politica ed elettorale dell’Italia e le conseguenze che comportano alla nostra azione organizzativa e politica inducono ad approfondimenti utili e tempestivi. Essi, qui di seguito esposti, sono coerenti sia con l’obiettivo di agire per la costituzione di un Partito per il socialismo autonomo e unitario sia con la struttura organizzativa e operativa che decidemmo a Rimini nel 2019 e sono ben sintetizzati nell’atto costitutivo che, infatti, fece nascere la “RETE DI CIRCOLI ED ASSOCIAZIONI PER IL SOCIALISMO NEL XXI SECOLO IN ITALIA”.

Per Socialismo XXI il Presidente

 

IL DOCUMENTO

E’ il momento di intensificare il contatto di base, con cittadini e comitati, il ruolo precipuo che appartiene ai nostri Circoli.  

Lo scopo del documento finale di Rimini del 2019 della costruzione “di una casa per tutti coloro che sono e saranno interessati a dare una nuova e salda prospettiva politica di orientamento socialista all’Italia” permane tutto intero nella sua validità e viene confermato.

Il lavoro politico e organizzativo compiuto in circa tre anni di contatti, di incontri di persona e di teleconferenze, di articoli di stampa e comunicati, di appelli e di sostegni elettorali ove è stato possibile richiede un bilancio ed un aggiornamento di decisioni.

L’esito del lavoro ha consentito di individuare le disponibilità e le indisponibilità alla costruzione di una struttura organizzata di orientamento socialista.

Appaiono concluse due fasi del nostro sforzo: una è quella di richiamare la sensibilità e l’impegno di coloro che sono sempre stati socialisti rappresentati dal  PSI, in quanto prendiamo atto dei suoi comportamenti politici, elettorali e parlamentari non lineari rispetto al progetto di ricostruzione e non appropriati ad un ruolo autonomo e unitario;

e l’altra è quella di proseguire la ricerca – con il tavolo di concertazione, poi divenuto Comitato per l’Unità Socialista – di comitati, associazioni, fondazioni e gruppi che in numero considerevole man mano hanno dimostrato inconsistenze rappresentative o incertezze di orientamento o perfino qualche inutile autoreferenzialità, senza un proprio disegno di significativa portata né di volontà di adesione effettiva e conseguente alla nostra proposta. 

Gli esiti delle  recenti elezioni amministrative ci hanno offerto, al di là dei risultati raggiunti dai vari partiti, la conferma di due fenomeni di cui occorre tenere conto nel ragionare in merito alle prospettive del nostro progetto:

a – il primo fenomeno è quello dell’astensionismo che ha raggiunto livelli preoccupanti per la tenuta del sistema costituzionale italiano fondato sulla democrazia rappresentativa. Infatti la metà dell’elettorato non è andato a votare, al quale vanno aggiunte le schede bianche e nulle.

La ricerca delle ragioni di ciò porta a considerare più cause, tra le quali la mancanza di offerte politiche apprezzate da una buona parte dell’elettorato; una disaffezione e delusione di parte degli elettori più anziani che non ritrovano  più le presenze partitiche alle quali per molti anni avevano dato il loro voto di appartenenza; la sfiducia verso questo sistema partitico considerato non più in grado di esprimere  un’ apprezzabile capacità di governo e questa causa appare la più preoccupante, confermata dall’aver avuto in 25 anni ben 4 governi “tecnici” presieduti da esponenti tecnocratici come Dini, Ciampi, Monti e Draghi.

b – Il secondo fenomeno è la diffusione delle liste cosiddette “civiche” (cioè non partitiche) o di liste di aggregazioni nell’ambito della società civile, (ma con presenze anche di politici) che si erano formate attorno alla rivendicazione di uno specifico problema sociale o  territoriale oppure, spesso, a sostegno diretto di una candidatura a sindaco o presidente di Regione oppure di parlamentare in un collegio per la elezione suppletiva a sistema maggioritario.

Singolare, però, il fatto che spesso, in questi ultimi casi, il candidato sostenuto da una lista civica era un importante esponente di Partito come avvenuto con Letta, segretario nazionale PD, a Siena, per il seggio alla Camera oppure con Franz Caruso, segretario provinciale PSI, per la candidatura a Sindaco di Cosenza.  Entrambi vincitori (come altri minori), ma entrambi a riconoscere per primi che – per emergere – non dovevano presentarsi per conto del partito di cui sono leader.

Questi fenomeni esprimono un pregiudizio ed un giudizio profondo verso il sistema dei partiti in genere mettendo definitivamente fine all’esperienza di quelli tradizionali, intendendo per tali le formazioni estinte della cosiddetta 1^ Repubblica ed alle loro eredità,  comunque denominate. Questa conclusione  potrebbe investire anche i partiti esistenti, oggi investiti da una vicina prospettiva di destrutturazione del quadro politico-partitico e conseguente ristrutturazione dello stesso, man mano che si avvicina il rinnovo della Presidenza della Repubblica e delle successive elezioni politiche.

La situazione brevemente delineata potrebbe essere l’occasione per una rinascita di un soggetto politico di orientamento socialista, intendendo per tale un soggetto inclusivo, che raccolga anche tematiche sostenute da altre esperienze culturali contigue ai nostri valori e  idealità.

Conseguentemente il nostro obiettivo finale va conseguito allargando l’azione organizzativa e ricercando alleanze con cittadini e gruppi che convengano con noi su alcuni valori di fondo di carattere generale, quali la pace e la distensione internazionale, le libertà e la democrazia, la giustizia sociale, l’istruzione a tutti i livelli di apprendimento, il valore del lavoro, il riconoscimento di professionalità e merito, i diritti umani e i diritti civili, la salute protetta da un efficiente servizio sanitario pubblico, la salvaguardia dell’ambiente, l’europeismo, la crescita culturale dei cittadini, la solidarietà, la lotta alle povertà e alle precarietà, nonché i valori della partecipazione e della trasparenza nell’amministrazione delle comunità comunali e regionali.

Devono essere recuperati a sistema, valorizzati e assunti i contributi progettuali di comitati civici impegnati prevalentemente su tematiche locali, ma inseriti in una visione non meramente elettoralistica o personalistica, ma di qualificata offerta programmatica ai cittadini delle rispettive comunità. 

La visione comune dei predetti valori ha bisogno di politiche economiche e finanziarie che non assecondino le scelte neoliberiste di un’ideologia invadente e ingiusta e tale esigenza si pone anche a livello dell’Unione Europea. Per fronteggiare ciò non sono idonee le prospettazioni tecnocratiche perché non sono inserite in una visione di valori e di politiche ma, sostanzialmente, diventano azioni manutentive dell’esistente. Né, al momento, sono apprezzabili generici appelli alla ripetizione di esperienze politiche che hanno caratterizzato le alleanze di centro-sinistra nel ventennio scorso.

La nostra azione deve recuperare al consenso innanzi tutti i cittadini che hanno preferito astenersi dalla partecipazione elettorale, rimotivarli alla partecipazione offrendo un impegno serio e visibile.

Ciò è necessario anche per riconsolidare il tessuto democratico e partecipativo della Repubblica, della difesa dei principi della sua Costituzione e contro le tendenze autoritarie, semplificatrici delle istituzioni e foriere di pericoli autoritari.

Per queste ragioni i nostri Circoli locali andranno alla ricerca di consenso e di alleanza con i gruppi civici che sono omogenei alla nostra visione valoriale ed alla nostra azione politica.

L’alleanza può sostanziarsi, intanto, con un impegno ad elaborare insieme, proporre insieme, candidare insieme alle elezioni comunali e regionali e traguardare l’obiettivo della costituzione di un Movimento regionale di orientamento socialista e civico, democratico, ambientalista, popolare.

Nelle Regioni ove questo disegno avanzerà sarà dato luogo alla costituzione di un Movimento regionale di tipo federativo, con l’adesione di autonomi comitati e associazioni, con il predetto orientamento, sulla base di uno statuto predefinito ed uguale per tutti i Movimenti regionali.

I Movimento regionali costituiranno una rete nazionale di alleanze e saranno federati da un Movimento nazionale che agisca a livello nazionale ed europeo con un patto federativo politico e organizzativo.

In tale contesto gli aderenti all’attuale Comitato di Unità Socialista potranno partecipare a definire un’aggiornata concertazione per pervenire unitariamente alla conclusione del processo sintetizzato con la parola “Epinay italiana”, che ricorda una modalità di aggregazione di pluralità politiche progressiste, ovviamente attualizzata al tempo presente.

L’Assemblea nazionale dà mandato alla Presidenza, uditi i Coordinatori regionali in carica:

● di dar corso a questa deliberazione sviluppandone i contenuti anche tenendo conto delle esigenze rappresentate localmente;

● di redigere il testo degli statuti regionale e nazionale dei Movimenti regionali da costituire e del Movimento federatore nazionale;

● di predisporre una proposta di modifica dello statuto dell’Associazione Socialismo XXI secolo la cui presentazione all’assemblea dei Soci fondatori verrà decisa in una successiva seduta.