LA COMUNE DI PARIGI: IL PRIMO STATO SOCIALISTA DELLA STORIA

di Christian Vannozzi |

Il 1 settembre del 1870 Napoleone III veniva sconfitto a Sedan dall’esercito prussiano. Parigi non si fece attendere, e la sua popolazione insorse pochi giorni dopo, il 4 settembre il leader del movimento operaio  Ernest Granger occupò l’Assemblea Nazionale e proclamò la Repubblica.

Il Senato e l’Assemblea furono sciolti e si formò un Governo di Difesa Nazionale. Era la fine del bonapartismo, l’imperatrice fuggì in Inghilterra mentre Napoleone III era prigioniero dei prussiani.

Il nuovo Governo era diviso tra coloro che volevano continuare la Guerra e coloro che invece volevano porvi fine per stabilizzare, nel miglior modo possibile, la neonata repubblica. All’interno del Governo provvisorio nasceva però la paura verso il socialismo e di conseguenza i moderati e i monarchici cercarono di fare fronte comune per isolare i proletari che invece vedevano di buon grado un Governo che li rappresentasse.

Nel frattempo, verso la fine dell’anno la situazione economica precipitò e i prodotti alimentari vedevano aumentare il loro prezzo, tanto che la popolazione parigina iniziò a soffrire la fame e fu costretta a mangiare topi e gatti al posto della carne di bestiame tradizionale.

Nel mese di dicembre furono macellati addirittura gli animali dello zoo, come antilopi ed elefanti, per tanta che era la fame, il tutto nella totale incapacità del Governo di fare qualcosa.

L’Inverno rigidissimo non fu d’aiuto, poiché mancava il legname e il petrolio. Non tutti potevano riscaldarsi e diversa parte della popolazione morì.

Il Governo in mano ai moderati non faceva poi progressi nella Guerra, tanto che i prussiani avevano ormai invaso parte dei territori dell’ex Impero Francese. I socialisti non persero occasione per accusare i moderati di errori tattico militari nonché politici, etichettandoli come gli affamatori del popolo e soprattutto come coloro che stavano vendendo la Francia ai prussiani.

La sconfitta subita nelle vicinanze di Parigi da parte dell’esercito repubblicano francese, lanciato allo sbaraglio senza alcuna copertura da parte dell’artiglieria, fece precipitare la situazione, tanto che i superstiti, rientrai nella capitale, iniziarono ad accusare il Governo di averli mandati lì per morire e la popolazione insorse a favore dei militari.

La situazione si ristabilì, anche se la repressione fu dura, specialmente contro i proletari e i contadini, i più colpiti dalla crisi. Alle elezioni del 1871 i moderati ottennero la maggioranza e Thiers fu nominato presidente della Repubblica Francese.

Fu negoziata la pace con la Prussia, che aveva unificato al Germania, che ottenne l’Alsazia e la Lorena, nonché il pagamento di una ingente cifra come risarcimento di Guerra. Il 18 marzo del 1871 Parigi però insorse autoproclamandosi comune socialista, il primo Governo socialista della storia, noto come la Comune di Parigi.

● Suffragio universale

● Lotta alla povertà

● Democrazia direttamente

● Stato fatto dai cittadini

● Cooperative operaie e gestione di fabbrica

Furono questi i punti da realizzare per la Comune parigina, che però ebbe brevissima vita, il 28 maggio il presidente Thiers, con l’aiuto dell’esercito prussiano entrò trionfante a Parigi mettendo fine all’esperienza socialista transalpina. Il cancelliere Bismarck decise di aiutare i nemici per non far dilagare la rivoluzione, che metteva ancora tanta paura all’Europa, specialmente se questa rappresentava l’ideale socialista, vera spina nel fianco dei vari Stati liberali e Conservatori.