STORIA DI ETTORE CASTIGLIONI

di Prof. Paolo Vita |

La storia di Ettore Castiglioni, si e’ scoperta pochi anni fa, attraverso dei diari che teneva “segreti”, e che teneva sempre con se’.

Era nato nel 1908, in un paesino trentino di confine a 1350 metri RUFFRE’ MENDOLA (TN). Ai loro genitori, piaceva quel posto, erano gia’ stati li’ l’anno prima nelle lunghe vacanze estive. Il programma era in realta’ di volerlo far nascere a Tregnago (VR), dove gia’ tutto era pronto, compresi i festeggiamenti… ma invece, NO. Il destino ha voluto che nascesse in Montagna a 1.350 metri, ed esattamente “al centro” di quelle DOLOMITI che divennero il suo “Paradiso sulla terra”.

Alla fine, tutta la sua vita fu legata ai confini…

Ettore Castiglioni, di famiglia alto borghese-milanese, avvocato poliglotta e musicista, decise pero’ ad un certo punto della sua vita, di seguire la propria vera passione: LA MONTAGNA, contro le volonta’ familiari che lo avrebbero voluto avvocato. E di questa sua passione, riuscira’ a farne una professione, stilando delle guide CAI che per la loro precisione e dettaglio, vengono ri-lette ancora oggi dagli scalatori piu’ appassionati. In soli 20 anni riuscira’ a scalare ben 200 vette e a descriverne le peculiarita’.

Castiglioni era un solitario, in qualche modo un misantropo, certamente un anticonformista. Teneva le distanze dalla società e soprattutto guardava al fascismo come a una grande pagliacciata.

Le sue imprese alpinistiche gli valgono nel 1934 una medaglia d’oro al valore sportivo, ma Castiglioni accoglie il riconoscimento con fastidio. «Ora ho anche la seccatura della medaglia che mi tocca accettare per non offendere chi me l’ha assegnata, credendo di farmi piacere e mi toccherà andare alla cerimonia […] Cosa c’entrano tutti loro? Le mie ascensioni le ho fatte per me, e per me solo, e sono e resteranno soltanto mie», scrive nel suo diario.

L’entrata in guerra dell’Italia trova quindi  Castiglioni su posizioni risolutamente antifasciste. «Entriamo anche noi nel novero dei briganti affamati di preda, che ci gettiamo con selvaggia vigliaccheria su una nazione già vacillante per strapparle la nostra parte di bottino», scrive nel suo diario. «Ma dopotutto questo era il logico sbocco a cui la dittatura doveva condurci; e il popolo italiano che per 18 anni ha subito la schiavitù senza sapersi ribellare, non si meritava altra sorte che di vivere fino in fondo la sua tragedia di ignominia».

Nel maggio 1943 viene richiamato alle armi ed e’ assegnato alla scuola di alpinismo militare di Aosta con il ruolo di istruttore.

Sono settimane di febbrile attività, cruciali per l’esistenza di Castiglioni. La ribellione istintiva, ma essenzialmente passiva dell’alpinista nei confronti del regime fascista si trasforma in azione. Dopo l’8 settembre è come se Castiglioni rispondesse a una chiamata. Potrebbe scappare, come ha sempre fatto, e invece decide di andare verso le persone. Capisce che è arrivato il momento della SCELTA.

L’esercito è allo sbando, e con alcuni commilitoni decide di raggiungere l’Alpe Berio, in Valpelline, in una posizione strategica a ridosso del confine italo-svizzero, dove fa nascere una piccola comunità di alpinisti antifascisti denominata “la banda del Berio”, basata su principi di uguaglianza e solidarieta’ tra soldati e ufficiali. «Nessuno deve pensare per sé, ma solo per la comunità; tutti i beni, tutti i profitti (in denaro o in generi), tutti i lavori saranno in comune», annota Castiglioni nel suo diario. Il compito di questi amici era di portare al di la’ del confine svizzero, ebrei e perseguitati politici tra i quali, Luigi Einaudi, colui che diventera’ poi, il nostro futuro 1° Presidente della Repubblica.

Morira’ proprio tra quelle montagne, alla giovane eta’ di 35 anni, per scappare ad un secondo arresto, che lo avrebbe portato in prigione. La storia e’ raccontata in un bel docu-film uscito nel 2017 dal titolo: OLTRE IL CONFINE – La storia di Ettore Castiglioni.

Lo stesso anno, diventera’ GIUSTO DELL’UMANITA’ e un cippo “virtuale” e’ stato a lui dedicato nel GIARDINO DEI GIUSTI di Monte Stella a Milano.