PROCESSATI PERCHE’ AFFIGGEVANO I MANIFESTI DI PIETRO NENNI

di Tullio Piacentini |

Per molti giovani di oggi, includendo in questa categoria anche tanti 40enni/50enni, è difficile comprendere quanto sia stato difficile per le generazioni precedenti ottenere quel senso di libertà che conosciamo ora in Italia. Nel mio tour romano di incontri mi sto piacevolmente confrontando con molte persone che negli anni passati hanno dedicato la loro vita alla politica degli ideali e non solo dell’amministrazione della res pubblica, nella speranza di rimuovere in loro quel senso di guida della società per la quale hanno combattuto e che poi, visti gli andazzi di corruzione dilagante, hanno abbandonato… abbandonando, in qualche caso, anche il suolo dell’amata Patria per la quale (chi è riuscito a sopravvivere alla seconda guerra mondiale) hanno rischiato la loro vita.

Grazie all’invito fattomi da uno squisitissimo signore di Subiaco (Roma), ho così avuto il piacere di incontrare un socialista ex Presidente della Giunta della Regione Lazio, che mi ha fornito un’ampia e concreta radiografia del panorama politico locale attuale mettendo in evidenza il paradosso tra chi un tempo lottava per gli ideali e chi ora, invece, fa politica manageriale. Sapevo che mi avrebbe raccontato qualcosa su mio padre Tullio, sapevo e so tuttora che ho su di me e sulla mia educazione una figura paterna molto forte e molto viva anche nel ricordo di chi lo ha conosciuto.

Nonostante mi capiti spesso di sentire lusinghe ed apprezzamenti su quest’uomo, mio padre, mai però avrei immaginato di sentire il racconto di un processo giudiziario penale per l’affissione di manifesti con la raffigurazione di Pietro Nenni. Tuo padre era troppo avanti per queste zone (Subiaco e dintorni), è stato troppo innovativo – mi ha raccontato questo compagno – però qui (terra di destra e del Generale Graziani) ha portato il Partito Socialista!

Era un uomo di azione. In quel periodo (1965-1968) fare politica e non essere della Democrazia Cristiana significava essere sovversivi, soprattutto se eri socialista o comunista. Lui voleva far capire alla gente di qui cosa era il PSI e chi era Nenni. Una notte, all’incrocio di Marano (con Via Tiburtina nel tratto tra Tivoli e Subiaco), ci venne a beccare il Maresciallo dei Carabinieri Marras che era stato mandato da qualcuno che ci teneva sott’occhio e ci portò in caserma segnalandoci come “socialisti sovversivi”. Sovversivi socialisti!

Facemmo il processo alla Pretura di Subiaco. Io non so se in Italia ci siano stati mai processi penali per l’affissione di manifesti politici durante le elezioni, però se non siamo stati gli unici siamo stati sicuramente uno dei casi rarissimi soprattutto perché dovemmo difenderci dall’accusa di “sovversivi”.
Del processo se ne occupò tuo padre – ha continuato a raccontarmi ed emozionato per la birichinata fatta in gioventù – e anziché nominare un avvocato del Partito chiamò l’avvocato De Lupis, un socialdemocratico. Non ho mai capito perché questa scelta. In queste cose tuo padre ci sapeva fare. Venimmo prosciolti – con un’espressione di compiacimento sul volto di Carlo – perché l’avvocato dimostrò al Pretore che non era possibile attaccare dei manifesti senza avere la colla per affiggerli. Il Maresciallo se la legò al dito questa cosa. Comunque, poi e per molti anni, Subiaco è stata socialista.

Di mio padre conosco tante cose che puntualmente segno in un memoriale che ancora sto scrivendo dal 2005, anno della sua morte, senza mai riuscire ad arrivare ad un punto finale perché ogni volta che incontro qualcuno che lo ha conosciuto scopro sempre cose nuove che mi rendono orgoglioso di aver avuto la fortuna di essere stato suo figlio. Ma mai avrei immaginato che la sua vita fosse piena anche di azioni semplici e comunque fondamentali per portare avanti le battaglie per la democrazia e per la libertà dell’uomo.

Con questo spirito di riscoperta delle ideologie, e non solo per orgoglio familiare, sto affrontando una modesta campagna di comunicazione che abbia il fine di far rimuovere le persone ed i loro animi… intorpiditi dal “progresso”, dalle televisioni e dalla dominazione economico-sociale che sta annientando il senso di società civile, di democrazia e di libertà!