QUESTIONE MERIDIONALE

TRATTO DAL PROGRAMMA MINIMO DI SOCIALISMO XXI – RIMINI 2019

Riteniamo che il Mezzogiorno debba rappresentare un’opportunità per tutta l’Italia, per sviluppare tutto il sistema Paese, nel quadro di un’economia nazionale europea e mediterranea.

Il rilancio economico dell’Italia va interpretato nella sua globalità per superare storici squilibri, profondi divari sociali e regionali e combattere la piaga della criminalità, vero ostacolo ad una rinascita economica del paese e del Sud. Per questo riteniamo che il governo e la politica debba mettere al primo posto concretamente la lotta alla criminalità organizzata, garantendo maggiore funzionalità della magistratura e delle forze dell’ordine, e contemporaneamente sostenendo le politiche attive della società civile.

Per valorizzare la diversificazione economica, produttiva e culturale bisogna creare nuove uguaglianze, per questo occorre una politica di riequilibrio del divario Nord-Sud, che può essere garantita e realizzata da un nuovo dinamismo del settore pubblico e delle Stato, in grado di rinnovare le politiche economiche e sociali e attivare una programmazione di sviluppo strategico finalizzato all’aumento dell’occupazione, contro l’economia sommersa, il lavoro nero e uno sfruttamento ormai vicino alla schiavitù, senza la tutela di alcun diritto.

L’intervento pubblico e le Stato possono creare nuova crescita economica, lavoro e nuove politiche industriali su diversi assi di sviluppo, non lasciando solo al mercato le sorti dell’economia meridionale.

Nel merito, si sottolinea:

– la necessità di valorizzare delle vocazioni produttive del mezzogiorno, e delle sue grandi risorse oggi inutilizzate, con interventi nel settore turistico, ambientale, agroalimentari e culturale, attraverso il rafforzamento delle infrastrutture e dei servizi.

– il potenziamento delle infrastrutture primarie, in particolare per promuovere il trasporto delle merci e delle persone via mare e per ferrovia, riducendo il traffico su gomma.

– la necessità di creare nuove opportunità per nuovi investimenti nell’economia verde, sia mediante il rilancio delle energie pulite, vero “petrolio” dell’Italia, sia con la messa in opera di tutti gli interventi di bonifica ambientale.

– l’esigenza di promuovere nuove opportunità economiche e occupazionali che possono derivare dalla cura, dal ripristino e dalla messa in sicurezza del territorio, per fronteggiare il dissesto idrogeologico ed ambientale.

Al Mezzogiorno occorrono istituzioni efficienti e competenti, in grado di valorizzare le risorse locali, utilizzare al meglio e con appropriatezza quelle nazionali, e di accedere ai fondi sociali europei.

Per tutte queste ragioni la proposta di Autonomia regionale di Lombardia, Veneto, ed Emilia, è in netto contrasto con le esigenze del Mezzogiorno e del Paese, poiché non solo toglie al Sud risorse essenziali, ma decreta la fine del principio fondamentale di eguaglianza e di uniformità dei servizi fondamentali a scala nazionale (sanità, casa, istruzione, formazione, ecc).

Queste proposte hanno come obiettivo principale il contrasto allo spopolamento del territorio meridionale e la lotta alla povertà, ragione fondamentale del socialismo anche oggi.

Per i socialisti italiani il Mezzogiorno è questione centrale.