TRATTO DAL PROGRAMMA MINIMO DI SOCIALISMO XXI – RIMINI 2019

La Questione Energetica riassume una serie di problematiche di stretta attualità ed è una questione da considerare prioritaria nell’agenda della politica.

Premessa

Se negli anni cinquanta, la ricerca di Enrico Mattei verso nuovi approvvigionamenti lo portò fino in Russia aprendo gli scenari geopolitici che poi si consolidarono negli anni successivi. In Italia la spinta alla ricerca dei fossili ha creato molti sussulti, anche politici. Basti pensare al Governo di Milazzo, alla lotta delle fazioni democristiane tra chi voleva favorire Mattei e chi voleva installare in Sicilia, come poi avvenne, Gulf Oil e British Petroleum, le maggiori compagnie del Cartello anglo-americano.

Oggi la battaglia è tra scacchieri geopolitici: quello artico, dove l’ENI gioca una partita importante con il gigante Goliat, super-piattaforma e vanto italiano e quello mediorientale.

 Il danno italiano che si sta profilando è tutto nello scenario mediterraneo, con la costruzione di Poseidon, alla cui partecipazione l’Italia concorre con l’IGI, consociata Montedison, come ha voluto nel 2017 il Ministro Calenda.

Il Poseidon con i suoi 1900 km di tubature che sfioreranno le coste cipriote, turche, greche e sfocerà a Otranto, verserà gas & oil provenienti dai mega giacimenti egiziani di Zohr, (scoperti dall’ENI, circa 15 mld di m3,) e Aphrodite, Tamar e Leviathan, di pertinenza israeliana, con copertura USA.

C’é infine lo scacchiere eurasiatico, dove Putin sta cingendo con una morsa (North Stream e TANAP) l’Europa, costringendola a patti inverecondi cui si sono ribellati i Paesi di Visĕgrad. Quest’ultimo scacchiere vede coinvolta l’Italia, per la presenza di imprenditori, politici e quanti altri hanno allungato la filiera produttiva, portando i prezzi alle stelle, malgrado la riduzione costante del barile fino al minimo storico di 26 $/barile nel gennaio 2016.

Noi proponiamo una nuova concezione di Energia che deve diventare alternativa per liberarci dall’ossessione petrolio, fonte di arricchimento, accaparramento e morti per inquinamento.

Una nuova politica estera, visto che in Italia la fa l’ENI e non il Governo, una nuova concezione di Energia Sostenibile verso le rinnovabili gestendo la transizione con Energie Compatibili.

Spendere circa 100 miliardi di euro/ l’anno per il fabbisogno energetico è giustificazione idonea per dare al nostro Movimento un asset politico e programmatico di larghissimo spessore.

Fabbisogno Energetico

Malgrado la fase attuale sia post-fordista, con ridotta potenziale di produzione industriale, la principale risorsa di reddito, non finanziaria, è legata al terziario avanzato che obbliga la società a grandi spostamenti di merci materiali e immateriali.

Dunque il trasporto rende ragione della necessità di grandi investimenti europei come ipotizzati da Karel Van Mierte con i Corridoi Europei, per lo più legati al trasporto su ferro, da cui poi discende il TAV.

Lo spostamento su gomma rende ragione di un grande assorbimento di carburante di cui l’Italia dispone solo per importazione. Soltanto il 7% del carburante utilizzato è estratto e lavorato in Italia. Detta dipendenza, nota sin dai tempi di Mattei, ci porta ad una spesa corrente che varia a seconda delle contingenze di crisi ma che si aggira su una forbice che va dai 35 ai 50 mld/anno. 

 Spesa legata all’Inquinamento da Fossili

Da circa 35 anni assistiamo impotenti alla devastazione dell’aria che respiriamo nelle nostre città, specie le piccole, che presentano una minore offerta di TPL (Trasporto Pubblico Locale). 8 milioni nel mondo! Tanti i decessi, ogni anno, per i cambiamenti climatici. E sono stimati per difetto. A che cosa attribuire infatti l’aumento della malaria per effetto dello spostamento negli emisferi subtropicali dell’Anopheles? Come dimostrare che aumenta la mortalità degli anziani per gli effetti dovuti all’estremizzazione del clima, non tropicalizzazione, come i media erroneamente affermano.

Come spiegare che la mortalità italiana per Cancro polmonare, oggi attestata a circa 90 casi ogni 100 mila abitanti, mentre nel primo dopoguerra (1951), era di soli 7 casi /100 mila? Sono e saranno sempre di più queste le conseguenze della vita basata sul petrolio? Inquinamento e cambiamenti climatici stanno modificando la geofisica planetaria e ci costano un’enormità in termini di malattie e dissesto territoriale.

Se la dominante del XX secolo è stata la dipendenza dei paesi industrializzati (Europa ed USA) dai derivati del petrolio, impiegati in ogni attività umana e quotidiana, nel XXI la globalizzazione ha portato il mondo verso una maggiore richiesta di fonti energetiche dovuti all’aumento dei paesi industrializzati. I maggiori consumi determinano una maggiore potenza contrattuale dei paesi detentori delle riserve energetiche.

Così l’oro nero ridisegna i confini della geopolitica, diventa sempre più foriero di guerre, malattie da inquinamento, causa di forti sperequazioni, generatore da una parte di grandissime ricchezze, dall’altra di sconfinate povertà.

Circa la spesa corrente per i danni da inquinamento (diagnosi, cure, riabilitazione, giorni di lavoro perduti, riabilitazione etc.), siamo assestati su circa 5 mld di euro l’anno che derivano dal Capitolo di Spesa del Sistema Sanitario nazionale.

Prospettive sulle rinnovabili

Le prospettive sono ancora carenti, abbiamo a malapena raggiunto un 15% di rinnovabili vere, includendo però nel computo anche le fonti naturali come idro-elettrico e geotermico che utilizziamo da sempre.

Un percorso lontanissimo se si pensa che solo lo 0,2 % del parco auto di 40 milioni di vetture sono elettriche o ibride o plug-in.

Mancano le infrastrutture per le ricariche energetiche e manca soprattutto lo stoccaggio dell’energia elettrica che al momento attuale è affidata alle Centrali Turbo-gas che da sole producono inquinanti per 50 mila veicoli/ora e che in caso di superproduzione vedranno aumentato il loro rendimento energetico a scapito di una maggiore produzione di inquinanti.

La prospettiva è quella dunque di una transizione dolce verso le rinnovabili specie utilizzando carburanti biosintetici o metanizzati come auspicato più volte e richiesto dalla UE.

L’Associazione Socialismo XXI propone quanto segue:

• Accurata valutazione in questa fase di transizione, della perdita di posti di lavoro nell’industria e della riconversione in altra allocazione produttiva, mediante l’utilizzo degli ammortizzatori sociali e la riqualificazione professionale;

• Definizione di un percorso per le energie alternative future senza dimenticare la difficile fase di transizione, attraverso una diversa politica dei carburanti meno inquinanti.