GIANNI DE MICHELIS UN SOCIALISTA VITALE

di Nicolino Corrado |

Con Gianni De Michelis scompare un protagonista del socialismo e della vita politica italiana della seconda metà del XIX secolo. Docente universitario di chimica, ma appassionato di politica, si iscrisse giovanissimo alle organizzazioni giovanili e studentesche del Partito Socialista.

Dopo essere stato a lungo uno dei più stretti collaboratori di Riccardo Lombardi (lo ricordo nel 1974, a Roma, in via Teulada, quando da ragazzino partecipai alla mia prima riunione politica nazionale, al tavolo della presidenza dell’assemblea della corrente con Lombardi, Claudio Signorile, Livio Labor, divenne uno dei pilastri del nuovo corso socialista inaugurato nel 1976 da Bettino Craxi).

Nel partito fu un dinamico e ferreo responsabile del settore “Organizzazione”, come ministro, e, grazie alle sue grandi intelligenza e infaticabilità nello studio dei dossier governativi, si dimostrò un competente ministro delle Partecipazioni Statali, del Lavoro e degli Esteri.

Nel clima di intolleranza scatenato dal PCI nelle manifestazioni pubbliche contro i leaders ed i sindacalisti socialisti negli anni in cui Craxi era presidente del consiglio, De Michelis era l’unico ministro che riusciva a parlare nelle fabbriche, suscitando rispetto, a platee pregiudizialmente ostili.    

Divenne il bersaglio di avverse campagne di stampa a causa della sua personale passione per le discoteche. Per lui, divorziato, era uno sfogo dello stress accumulato negli impegni governativi, uno spazio riservato al divertimento dopo ore di lavoro e di studio, ma ciò rappresentava un sommo peccato per l’ipocrisia catto-comunista. 

Allora non si prevedeva che i politici avrebbero offerto in futuro comportamenti ben più riprovevoli!

Furono il preavviso del suo coinvolgimento nelle indagini di “Mani pulite” (tanti rinvii a giudizio, una sola lieve condanna) che provocarono, come un golpe, l’azzeramento della maggioranza di quella classe politica e la dissoluzione del PSI in tante schegge.

Successivamente dopo “una transitoria collocazione” – come la definì lui – nel polo di Berlusconi, nel 2007 cercò di riunire la diaspora socialista con il convegno di Bertinoro.  Ancora nel 2011 venne a Stella San Giovanni come un semplice militante, già sofferente, a promuovere la ricomposizione unitaria (lanciata via Facebook) dei socialisti nel nome di Sandro Pertini che – ricordò – “pur da spirito indipendente, aveva accompagnato dal Quirinale il nuovo corso del PSI e la presidenza Craxi”.

Il suo nome è stato riportato di recente alla ribalta dall’ex ministro degli Esteri britannico Boris Johnson a proposito del problema dell’immigrazione. Johnson diceva che, per i paesi europei, per arrestare il fenomeno sempre più massiccio delle migrazioni dall’Africa, è ormai diventato improrogabile seguire le indicazioni di quel ministro italiano “a cui piacevano le discoteche” ovvero un piano europeo a lungo termine di investimenti per attivare lo sviluppo economico dei paesi africani.

Ora Gianni De Michelis ha raggiunto, dopo otto mesi, il suo amato fratello Cesare, critico letterario ed editore, anche lui socialista. Ad ambedue va il commosso ricordo dei compagni.