SOTTO IL TOTEM DELLA GOVERNABILITA’ L’OLIGARCHIA DEI NOMINATI

di Enzo Paolini, Felice Besostri | Legge elettorale. La riforma proporzionale è l’unico antidoto allo svuotamento plebiscitario di partiti e istituzioni, uniti solo nel sostegno al capo di turno e incapaci di confronto Forse l’imbarazzante discussione sulla prescrizione, quella sul cosiddetto «decreto – sicurezza» con la sua impressionante serie di violazione di principi umanitari e infine lo spettacolo sulla manovra generato dalla palese inadeguatezza o peggio dall’indifferenza dei parlamentari governativi rispetto al senso delle istituzioni e alle norme della Costituzione italiana sono lo spunto per fare uscire la discussione sulla legge elettorale dal cono d’ombra nel quale il dibattito l’ha posizionata come aspetto marginale e, in fondo, ritenuto non decisivo per le sorti del Paese. Errore di prospettiva, perché la mancanza di una classe dirigente vera, capace, che, al netto delle ideologie (o anche delle semplici idee) possa governare con autorevolezza e competenza è il vero problema del nostro Paese e, per quel che conta (o potrebbe contare), del Pd e della sinistra in genere, cioè della parte politica che più di ogni altra ha bisogno di una selezione democraticamente qualitativa dei suoi «quadri». È perciò il momento della riflessione. Hanno iniziato su queste colonne con un taglio politico acuto e condivisibile Michele Prospero, Massimo Villone e Alessandro dal Lago. Proviamo noi a intervenire nel dibattito guardando alla genesi del problema, cioè la legge elettorale e la selezione del personale politico. Il cosiddetto «rosatellum» (cioè la legge vigente che ha prodotto l’attuale parlamento), è basato su liste bloccate nella quota maggioritaria, non consente il voto disgiunto (in sostanza blocca – o condiziona – anche la parte proporzionale). In concreto quindi produce un parlamento per più di due terzi nominato dai (sedicenti) leader di partito, cioè la «casta», una categoria che mediante gargarismi demagogici e generici sull’interesse pubblico è dedita alla coltivazione del proprio esclusivo interesse privato consustanziato nella permanenza sulla poltrona istituzionale sempre degli stessi e comunque di persone senza alcun legame con gli elettori. Dopo le elezioni del 4 marzo scorso questo effetto, visibile, sgradevole e respingente per quanto riguarda le truppe di Forza Italia e Pd sembra meno appariscente per Lega e M5S. Ciò si spiega con il fatto che la Lega – nonostante sia stato un grumo di governo nel ventennio berlusconiano – viene percepita per il suo atteggiamento sempre apparentemente antisistema, come un partito di opposizione e comunque rigeneratosi dopo il disastroso declino di Bossi, mentre il M5S, composto tutto da facce nuove, compensa la inesperienza (in taluni casi la palese inadeguatezza) con la non compromissione in un passato istituzionale che i partiti di prima hanno reso nauseabondo e non commendevole. A una più attenta e profonda disamina questo fenomeno si rivela – però – inquietante e foriero, nel medio/lungo termine, di guai ancora più rilevanti per la tenuta democratica del sistema e per la Repubblica, perché la centralità del Parlamento non è effettiva, poiché i Parlamentari non sono quelli previsti dall’articolo 67 della Costituzione, cioè rappresentanti della Nazione, senza vincolo di mandato, che esercitano la funzione con disciplina e onore, come impone l’articolo 54 Cost. Questo perché il meccanismo di nomina per la composizione delle Camere contrabbandato per elezione ha polverizzato gli organismi intermedi di rilievo costituzionale finalizzati a promuovere, favorire, organizzare la dialettica e il confronto necessari per scegliere, cioè per «eleggere». Quando il percorso che ha come approdo un ente rappresentativo di interessi comuni (il Parlamento ne è il più alto esempio ma il discorso vale in generale) non prevede stazioni di verifica e neanche la propulsione del consenso, ma soltanto la chiamata diretta del capo, gli organismi intermedi – cioè i partiti nella loro alta dimensione di elaborazione sociale – non avendo la loro naturale funzione di selezione si svuotano e rimangono solo come contenitori di aspiranti a occupare una carica in cambio di una fidelizzazione al cosiddetto leader (peraltro temporalmente limitata fino al momento in cui il leader stesso ha la forza di assicurare la permanenza sulla poltrona, poi si cambia partito). La parabola del Pd è l’esempio più tragico di questo fenomeno, che rende evidente anche il fallimento del mito delle «primarie» o «parlamentarie fai da te» come evento distintivo se non addirittura salvifico per la vita democratica di un partito. Al contrario, la verticalizzazione del rapporto tra base e dirigenza e il silenziamento delle voci di dissenso prosciuga il terreno fertile della discussione, che è l’humus sul quale si sviluppa e si rigenera periodicamente un sistema forte nelle sue istituzioni e nei gangli vitali delle dinamiche sociali. Una situazione particolarmente grave in Italia nel Pd – che infatti si è ridotto a non riuscire più neanche a tenere un congresso per palese assenza di contenuti – in cui la presentazione del dissenso, della fazione, come elemento negativo a fronte dell’unità, di pura facciata o ottenuta con espulsioni, come valore indiscutibile e vincente. Sotto questo totem è stata sacrificata la ricchezza delle idee come motore di crescita di una comunità. Come se lo scopo delle elezioni – o più in generale della politica – fosse solo stabilire chi ha vinto la sera stessa del voto e non invece quello di comporre prima assemblee rappresentative di tutti e consentire dopo alle diverse forze politiche di confrontarsi per stabilire le alleanze giuste per governare al meglio. Esattamente il contrario dell’idea di «chi vince prende tutto». L’ingovernabilità degli ultimi anni è stata determinata proprio da questo: dalla tendenza dei capi al cosiddetto decisionismo allergico e indifferente a critiche o dissenso e dallo loro incapacità culturale e politica di sfruttare il confronto per migliorare e crescere nelle azioni di governo: il vero banco di prova di un cambiamento non parolaio. Questo metodo, applicato ad esempio alla pervicace volontà di imporre una riforma costituzionale impresentabile da tutti i punti di vista senza ascoltare consigli, suggerimenti, critiche costruttive e pareri di giuristi e studiosi tutti bollati come «gufi», è stato sonoramente bocciato dagli italiani e ha fatto perdere una intera legislatura. Possono dire gli autori, pure provvisti di maggioranze enormi, di aver assicurato «governabilità»? È …

CONFERENZA PROGRAMMATICA “SOCIALISMO XXI” – RIMINI 2019

Care compagne e cari compagni. La Conferenza Programmatica di Socialismo XXI si terrà l’8, 9 e 10 febbraio 2019 a Rimini, presso lo Yes Hotel Touring. I lavori della Conferenza saranno concentrati soprattutto nei giorni di sabato 9 e domenica 10. Il venerdì sera si terrà una riunione per definire gli ultimi dettagli organizzativi. Il sabato: tavoli tematici (12) per consentire un ampia discussione ed ascoltare le riflessioni di compagne e compagni sui temi sociali, economici e politici presenti e futuri e sulle prospettive del Socialismo nel XXI secolo. Domenica mattina seduta plenaria, interventi degli ospiti e presentazione dei documenti dei gruppi di lavoro. A seguire discussione ed adozione del documento politico conclusivo della Conferenza. Domenica pomeriggio: costituzione dell’Associazione Socialismo XXI ed alla nomina dei gruppi dirigenti pro tempore. Fraterni saluti e Sempre Avanti! verso Rimini Il Comitato dei Garanti YES HOTEL TOURING – RIMINI PACCHETTI PRENOTAZIONE SOGGIORNO: Scegli una tra le seguenti opzioni (il prezzo a persona) 1. SISTEMAZIONE IN YES HOTEL TOURING 4 STELLE PACCHETTO 2 NOTTI camera doppia € 169,00PACCHETTO 1 NOTTE camera doppia € 102,00PACCHETTO 2 NOTTI camera Doppia Uso Singola € 199,00PACCHETTO 1 NOTTE camera Doppia Uso Singola € 132,00 2. IN ALTERNATIVA YES HOTEL RAIMBOW 3 STELLE SUPERIORE PACCHETTO 2 NOTTI camera doppia € 149,00PACCHETTO 1 NOTTE camera doppia € 89,00PACCHETTO 2 NOTTI camera Doppia Uso Singola € 165,00PACCHETTO 1 NOTTE camera Doppia Uso Singola € 105,00 Il Pacchetto comprende: Pensione Completa c/o Hotel Touring + Bevande incluse durante i pasti + Pranzo del 10.02.2019 + Ingresso alla piscina coperta e riscaldata (Touring) Tassa di soggiorno + Iva e Imposte incluse GARAGE INTERNO Yes Hotel Touring € 3.00 al giorno Si prega di prenotare entro il 20 gennaio Per informazioni rivolgersi al compagno nostro tour operator Giuliano Sottani 055853606 – 3371257727 g.sottani@caterinademedici.com La prenotazione dovrà essere fatta direttamente all’albergo YES HOTEL TOURING RIMINI Viale Regina Margherita 62 – telefono 0541373005 – commerciale.touring@yeshotels.it  Referente Sergio. SocialismoItaliano1892E’ un progetto che nasce con l’intento “ambizioso” di far conoscere la storia del socialismo italiano (non solo) dei suoi protagonisti noti e meno noti alle nuove generazioni. Facciamo comunicazione politica e storica, ci piace molto il web e sappiamo come fare emergere un fatto, una storia, nel grande mare della rete. www.socialismoitaliano1892.it

LA QUESTIONE SOCIALISTA E QUEL PARTITO CHE MOLTI NON VOGLIONO

di Antonino Martino | E’ tempo di parlare senza ipocrisie della questione socialista e di quel partito che molti non vogliono. Chi è che non vuole oggi un partito del Socialismo del XXI Secolo, una riunificazione, su basi nuove di un partito di tal genere, attraverso una vera “Epinay” socialista? Non lo vuole certamente nessun esponente del Pd, dato che nessuno, fino ad ora, ha avuto il coraggio nemmeno di proclamarsi socialista. Non lo vuole abbastanza chi celebra un congresso che da solo, come tutte le esperienze politiche fino ad ora in campo, non può bastare, seppure importante, a risolvere il tema di un partito del Socialismo del XXI secolo largo, includente tutte le sensibilità e tendenze politiche che hanno animato il nostro campo in questi anni. Ma lo vuole ancora di meno, chi fa convegni dove auspica listoni di tutte le forze che si richiamano al Socialismo Europeo. Non perché fare una lista del Pse non sarebbe ottima cosa, ma perché non si capisce perché in Europa siamo tutti socialisti e poi in Italia invece, ci inventiamo “sigle”  e “siglette” ogni volta per non costruire la Sezione Italiana del Partito del Socialismo Europeo. Come pure non lo vuole, questo partito, chi proclama che serva un nuovo partito Eco Socialista, e poi, al posto che lanciare una fase costituente, con una strada prestabilita, che si concluda con un congresso vero, convoca assemblee più o meno aperte, più o meno già preimpostate e preconfezionate. Al fondo, e qui c’è un dato antropologico che però non si può non esplicare se non si vuole ricadere nell’ipocrisia, un partito così non lo vogliono due tipi di dirigenti politici molto presenti nel campo della sinistra in Italia: da una parte quei dirigenti che per venti anni hanno detenuto le direzioni politiche dei disastri della sinistra post prima Repubblica, inanellando fallimenti, perpetuando una liturgia sempre uguale a sé stessa, perché temono che qualcuno oggi non sia più disposto a rivedere l’ennesimo, noioso film; dall’altra parte non lo vogliono quella generazione di dirigenti quarantenni, che hanno scelto di accodarsi ad uno di quei dirigenti che detenevano il comando di cui sopra, rinunciando alla costruzione di una proposta politico-ideale autonoma, coltivando una fedeltà tipica di altri contesti ma non certo di una sana politica e che oggi scalpitano perché attendono il loro turno in sala proiezioni, ovviamente per mettere in scena lo stesso film, ovviamente con gli stessi fallimenti, ma stavolta da registi e non da portatori di pop corn. Tutto ciò deve finire e personalmente, io vado a Rimini anche per questo: per contribuire a creare le condizioni, affinchè si arrivi ad avere un forza autonoma, dove chiunque davvero voglia un partito del Socialismo del XXI secolo, nel quale si possa sentire a casa. SocialismoItaliano1892E’ un progetto che nasce con l’intento “ambizioso” di far conoscere la storia del socialismo italiano (non solo) dei suoi protagonisti noti e meno noti alle nuove generazioni. Facciamo comunicazione politica e storica, ci piace molto il web e sappiamo come fare emergere un fatto, una storia, nel grande mare della rete. www.socialismoitaliano1892.it