“IL CENTRISMO”

di Claudio Bellavita

Il periodo centrista in Italia si identifica con la figura di De Gasperi: furono centristi, cioè basati sulla collaborazione tra DC, PSDI, PLI e PRI i suoi ultimi 5 governi: il IV, costituito dopo la scissione del psi al congresso di palazzo Barberini e tutti i successivi nella I legislatura, fino all’VIII e ultimo, unico monocolore Dc, costituito dopo che le elezioni del 1953 che non videro scattare la “legge truffa” elettorale, che voleva dare una maggioranza stabile aumentando i seggi della coalizione che prendeva più del 50% dei voti. Fin da allora gli elettori italiani si sono sempre dimostrati refrattari agli imbrogli elettorali che periodicamente i loro governanti tentano di fare trasformando le minoranze in maggioranze in nome della stabilità dei loro governi.

In sostanza il centrismo nacque come conseguenza dell’inizio della guerra fredda nei confronti dell’URSS che realizzò una serie di colpi di stato nei paesi dell’est europeo, rendendo difficili le loro comunicazioni con l’Europa occidentale. Tragico fu l’errore di Nenni di dissociarsi dal resto dei socialisti europei mantenendo il patto di unità d’azione col PCI, che, forte di una più efficiente organizzazione, riuscì il 18 aprile 1948 a eleggere molti più parlamentari del PSI, che nelle elezioni della Costituente aveva preso più voti del PCI. Contro l’imminente decisione di Nenni Saragat promosse la scissione di palazzo Barberini (fine 1947) e con lui si schierarono molti personaggi di spicco, tra questi ricordo Romita, Silone, Calamandrei, Franco Venturi, Ivan Matteo Lombardo, Codignola, Mondolfo, Zagari. Il suo partito, col 7,07% dei voti, si collocò al terzo posto nelle elezioni della camera, dopo la DC (48,51%) e il Fronte popolare (30,98%).

Sul risultato delle elezioni italiane del 18 aprile 1948 ebbero molta influenza:

– L’avvio nel 1948 del Piano Marshall che regalava agli stati europei le macchine utensili che gli industriali che potevano permettersi di pagarle ordinavano agli USA per far ripartire o migliorare la loro produzione. Gli stati europei utilizzavano i soldi versati dai loro industriali nella ricostruzione delle opere pubbliche distrutte dalla guerra e anche, come avvenne in Italia, nella costruzione di case popolari: da noi ci fu il popolare piano “Fanfani Casa”, che a detta degli stessi impresari privati costruiva case migliori di quelle che loro facevano per il libero mercato (dichiarazioni di liberali al Consiglio Comunale di Torino).

– Il colpo di stato comunista in Cecoslovacchia, con il suicidio (assistito?) del maggior esponente democratico, Jan Masaryk il 10 marzo 1948.

– La decisa presa di posizione della Chiesa contro il comunismo, con le scomuniche di papa Pacelli, che fece addirittura scendere in campo una “madonna pellegrina” che fece il giro d’Italia accolta ovunque da scolaresche, autorità locali e tripudi giornalistici.

– Una qualche influenza sul voto siciliano lo ebbe anche la strage di Portella della Ginestra il primo maggio del 1947, che determinò in Sicilia lo spostamento di molti voti che nelle elezioni della Costituente erano andati alle sinistre.

– Dagli Usa ci fu anche un’ondata di lettere dagli emigrati di origine italiana ai loro parenti che si preparavano a votare.

A rafforzare la scelta elettorale del 18 aprile ci fu subito dopo, nel giugno, il blocco di Berlino Ovest da parte dell’URSS per protestare contro la decisione di adottare come valuta locale il marco tedesco occidentale: si tentò di strangolare Berlino impedendo per 462 giorni l’accesso di viveri, farmaci e carburanti, ma gli USA diedero prova di un’incredibile efficienza attuando un ponte aereo che arrivò fino a 1398 aerei al giorno. I cui piloti, per la gioia dei bambini berlinesi “bombardavano” la città con sacchetti di caramelle legati a piccoli paracadute.

In Italia, il centrismo ebbe una solida maggioranza alla Camera, dove la Dc da sola aveva la maggioranza assoluta, mentre al Senato pesavano i 106 “senatori di diritto” non eletti ma nominati in quanto ex parlamentari del Regno, oppure antifascisti condannati ad almeno 5 anni dal tribunale speciale del fascismo, che fossero stati successivamente nominati alla Consulta o eletti alla Costituente : equo raccordo nella successione tra due diversi regimi.

Il centrismo fu un periodo di ricostruzione materiale del paese e di faticoso ingresso nel patto Atlantico. Scarse le riforme, lentissima la semplice attuazione della costituzione e pesanti gli interventi di una magistratura tutta entrata in carriera sotto il fascismo. Ancora più pesanti gli interventi della polizia nelle lotte operaie e soprattutto nelle dimostrazioni promosse dai comunisti contro il patto atlantico. Questo clima peggiorò ancora quando nel novembre 1952 i repubblicani vinsero le elezioni presidenziali con Eisenhower , che come molti generali USA di quegli anni era persona di buon senso, ma che nominò ambasciatrice in Italia una Trump in gonnella: Clara Luce, che esigeva l’ingresso dei fascisti nel governo (richiesta avanzata anche dal papa per il comune di Roma, e avendola respinta, De Gasperi non fu più ricevuto in Vaticano) e l’annullamento delle commesse americane alle fabbriche i cui operai davano la maggioranza alla CGIL. – (a proposito di sindacati: nel PSI c’era l’espulsione per chi aderiva a un sindacato diverso dalla CGIL, fin quasi all’unificazione col PSDI). Con ogni probabilità dobbiamo dir grazie alla Luce se in Italia si è insediata la P2, il cui capo, l’affarista Licio Gelli, poteva rilasciare il NOCS Nato, indispensabile per accedere alle più alte cariche militari, diplomatiche e civili: ma purtroppo son stati pochi finora gli storici italiani che han verificato le carte USA sui rapporti con l’Italia nel primo dopoguerra, carte che ormai dovrebbero essere accessibili.

Il centrismo cominciò a cambiare , tra molti sussulti interni della DC, dopo la caduta di De Gasperi. Fanfani attuò lo sganciamento dell’IRI e dell’ENI dalla Confindustria, costituendo il ministero delle partecipazioni statali (il contrario di quel che fece la Margherita 40 anni dopo, svendendo ai privati le partecipazioni statali), e riuscì a insediare la Corte costituzionale e poi il consiglio superiore della magistratura, modificando l’equilibrio dei poteri all’interno della magistratura stessa. E’ probabile che i tentativi golpisti del Piano Solo di De Lorenzo siano stati soprattutto una faccenda interna alla dc: Segni e Cossiga contro Fanfani, ma anche qui dobbiamo passare dai giornalisti agli storici.

Intanto nel 1956 Nenni decideva di sganciarsi da patto di unità di azione e di avviare un dialogo (iniziato a Pralognan) con Saragat. Nelle sue memorie dice che quando ne andò a parlare con Togliatti, questi gli rispose “beato te che puoi fare politica, io posso fare solo propaganda”.