CORBYN INFIAMMA IL LABOUR: “BASTA AVIDITA’ DEL CAPITALISMO”

di Enrico Franceschini

Il leader parla al Congresso del Partito a Liverpool e propone una Rivoluzione verde. Economia in primo piano, finale per la Brexit e la politica estera con una forte critica a Trump.

LIVERPOOL – Una vibrante denuncia dell'”avidità” del capitalismo finanziario, crollato nel crash globale di dieci anni fa ma ancora tenuto in piedi e causa di “stagnazione, tagli alla spesa pubblica, crisi della democrazia”. Con l’offerta di “un’alternativa all’austerity, una trasformazione radicale dell’economia” e la promessa di “unire il paese e governare” anziché “dividerlo e comandare”, come sta facendo il governo conservatore.

Jeremy Corbyn porta questa proposta al congresso laburista riunito a Liverpool, in un discorso che suona come una candidatura a Downing Street. Scenario che potrebbe essere questione di mesi, se la Brexit farà cadere il governo di Theresa May, un’ipotesi che sembra sempre più probabile. “Voteremo contro il piano del governo per la Brexit”, dice Corbyn. “Se sarà bocciato, chiederemo elezioni anticipate. E se queste non saranno possibili, tutte le opzioni saranno sul tavolo”. Un’allusione a un secondo referendum sulla Brexit, approvato per acclamazione dal congresso il giorno prima. A meno che la premier non produca un accordo che “protegge i posti di lavoro, mantiene l’unione doganale ed evita una frontiera in Irlanda del Nord”: in quel caso Corbyn sarebbe pronto a “parlare” di dare sostegno all’iniziativa di Downing Street nel negoziato con la Ue. Ma visto come arranca la trattativa sembra molto difficile se non impossibile che ciò possa accadere.

La platea del Labour gli risponde spellandosi le mani, con cori da stadio: “Oh, Jeremy Corbyn”. E alla fine tutti sul palco a cantare a pugno chiuso Red Flag, Bandiera Rossa, come è diventata una tradizione da quando c’è lui a guidare la sinistra britannica.

Il leader laburista si occupa della Brexit soltanto verso la fine del suo intervento, dedicato in primo luogo all’economia. “Dieci anni fa il concetto di ‘l’avidità è bella’ (lo slogan del film Wall Street, ndr.) e del capitalismo finanziario deregolato che esso rappresenta, lodato per una generazione come l’unico modo di governare un’economia moderna, crollò con devastanti conseguenze”, afferma Corbyn. “Ma invece di fare i necessari cambiamenti, l’establishment politico e degli affari ha tenuto in piedi il sistema responsabile del collasso”.

Il risultato è stato non solo la debolezza economica e l’austerità, ma anche l’ascesa di “razzismo e xenofobia, e una crisi della democrazia qui e all’estero”, avverte il capo del Labour, in un chiaro riferimento all’ondata di populismo in Europa e in America. “Se non saremo noi laburisti a offrire soluzioni radicali”, ammonisce Corbyn, “altri riempiranno il gap con la politica del dare colpe ad altri e delle divisioni”.
Quindi si impegna poi a combattere il principale problema che minaccia il pianeta, il cambiamento climatico, ricavando il 60 per cento del fabbisogno energetico nazionale da fonti rinnovabili, creando 400 mila nuovi posti di lavoro con l’economia ecologista, arrivando all’obiettivo di “zero emissioni nocive” entro il 20150. “Una rivoluzione del lavoro verde”, la definisce Corbyn.

Il finale è tutto per la Brexit e per la politica estera, con una forte critica a Trump. Corbyn prende le distanze dall’antisemitismo di cui è stato accusato per vecchie foto davanti al memoriale di terroristi arabi o (come ieri) accanto a un negazionista dell’Olocausto. Ma difende i diritti dei palestinesi nel conflitto con Israele, promettendo di “riconoscere uno stato palestinese non appena saremo al potere”. Un discorso pronunciato con una sicurezza nuova, “da primo ministro”, commenta la Bbc. La campagna elettorale potrebbe essere dietro l’angolo. La primula rossa Jeremy Corbyn a Downing Street? Non sembra più un’utopia.

Fonte: La Repubblica