UNA GIORNATA DEDICATA A DISCUTERE DEL PRESENTE E DEL RUOLO DEI SOCIALISTI

[avatar user=”Aldo Potenza” size=”thumbnail” align=”left” /] di Aldo Potenza

Il 13 luglio alcuni socialisti, su invito di Bobo Craxi, si sono incontrati a Roma per compiere un esame delle attuali vicende politiche e del ruolo che dovrebbe essere svolto dai socialisti.
La riunione, a cui hanno partecipato circa 20 compagni, è servita a verificare, tra l’altro, l’esistenza delle condizioni per riunire la comunità socialista in Italia.
Il dibattito che è seguito ha registrato la preoccupazione unanime per l’imbarbarimento delle relazioni politiche internazionali, per le gravi difficoltà  europee e per le vicende politiche italiane che mostrano, sempre di più, pericolose tendenze autoritarie che richiamano alla memoria esperienze che si speravano definitivamente sconfitte dalla storia.

Inevitabilmente la discussione ha riguardato anche il PSI a cui alcuni compagni hanno voluto fare riferimento per promuovere adesioni finalizzate a modificarne la dirigenza e la politica rinunciataria finora seguita.
Tra i partecipanti a Roma c’ero anch’io e dopo aver espresso le ragioni che a mio avviso hanno condotto la sinistra italiana al disastro attuale, ragioni che avevo già, più diffusamente, elencato nel corso delle conclusioni tratte alla manifestazione degli autoconvocati di Livorno, ho sostenuto che oggi non ci sono le condizioni minime perché si possa iniziare una seria discussione sul futuro del PSI.

Le dimissioni di Nencini presentate ad un gruppo di amici invece che al Consiglio nazionale hanno, ancora una volta, dimostrato che lo Statuto per l’attuale gruppo dirigente del PSI è un optional.
In tal modo un segretario che ha portato alla sconfitta il partito, che ha rinunciato alla politica delegandola di volta in volta al leader momentaneamente più forte del PD, si è trasformato in un commissario del PSI alla ricerca di un nuovo traghettatore esterno.

L’unità dei socialisti deve comportare innanzitutto l’autonomia politica che non significa isolamento, ma la coerenza con i propri valori. Cosa che oggi il PSI pare aver dimenticato.
Inoltre comporta un aggiornamento politico e programmatico all’altezza delle nuove sfide contemporanee.
Il PSI, se vuole evitare il disastro definitivo, avvii con le dimissioni irrevocabili di tutto il gruppo dirigente, corresponsabile dell’attuale condizione assieme al segretario, una vera rifondazione del partito. Solo allora si potrà  discutere seriamente sul futuro del Partito.

Per quanto ci riguarda, ho affermato, che noi andiamo avanti come deciso a Livorno e il prossimo appuntamento sarà  Rimini, dove inviteremo tutte le organizzazioni politiche della sinistra a discutere con noi sulle azioni programmatiche che abbiamo elaborato e daremo forma organizzativa al nostro movimento costituendo una associazione nazionale.
Chi vorrà  aderire sarà  benvenuto.

Il percorso successivo sarà  deciso dai compagni che aderiranno all’associazione.